Paderno: Comitato Ponte Col nuovo viadotto caos del traffico e inquinamento
Nella serata di martedì 10 dicembre il “Comitato Cittadini Ponti” ha condiviso il suo piano d'azione con la Consulta Ambiente e Territorio di Paderno.
Inizialmente l'argomento principe della discussione è stata la necessità di vietare la costruzione di un nuovo ponte a pochi metri dal San Michele, per preservare lo storico viadotto e il patrimonio della Valle dell'Adda. Un'indicazione dettata principalmente dal valore architettonico e affettivo che viene attribuito all'opera soprattutto dai cittadini padernesi e che però non trova efficace risonanza sul territorio. Il focus, per riuscire a mobilitare la protesta, dovrebbe essere sulle drastiche conseguenze sul traffico e sull'inquinamento che interesseranno non solo i paesi limitrofi, bensì tutti i comuni del Meratese e i più prossimi della provincia di Bergamo, Lecco e Monza Brianza, ha suggerito una cittadina.
Una questione, quella dell'attraversamento dell'Adda, per la quale per decenni sembravano non esistere alternative progettuali e che solamente con la proclamazione di una deadline, per l'anno 2030, ha registrato l'improvviso avanzamento di tre proposte presentate in Regione, tra le quali è prevalsa l'ipotesi di un unico collegamento stradale e ferroviario con la sponda bergamasca, a trenta metri dal San Michele . Per riuscire concretamente a contrastare questo progetto di RFI, il Comitato ha individuato un punto debole: la mancanza di una proposta che tenga in considerazione il contesto in cui si andrebbe a collocare il manufatto. Per questo motivo i sindaci del meratese, già a settembre, si erano mossi con una mozione (CLICCA QUI per il testo) per esprimere preoccupazioni sugli impatti negativi dell'opera, sottolineando come “il tema dell’attraversamento viabilistico dell’Adda tra le provincie di Bergamo, Lecco e Monza Brianza non si possa ridurre alla sostituzione funzionale del ponte San Michele”, ma che debba considerare il mantenimento della vivibilità dei centri abitati e l'adeguamento di una rete viaria attualmente incapace di sostenere l'incremento del traffico previsto.
“Manca una visione ampia sull'impatto negativo che la soluzione presentata da RFI avrebbe sul traffico, sull'inquinamento e sull'ambiente, considerando oltretutto il consumo di suolo e gli espropri”. Conseguenze delle quali i cittadini non sembrano essere a conoscenza, è stato commentato. “Dobbiamo fare 'terrorismo', mettere chiaramente in faccia alla popolazione la drammaticità della situazione per far smuovere gli animi, per sollecitare una partecipazione attiva, invece che soffermarci su tecnicismi”. Tanti guardano solo alla praticità e comodità di avere un nuovo passaggio sull'Adda, sperando nella mancanza degli incolonnamenti nelle ore di punta, e al passaggio di più treni di collegamento tra Milano e Bergamo grazie al raddoppio dei binari. A questi cambiamenti conseguirebbero un peggioramento della qualità dell'aria, già compromessa dal 2017 dalla deviazione sul meratese del traffico aereo interessante l'aeroporto di Orio al Serio, che verrebbe ulteriormente aggravata dal passaggio giornaliero di 2.000 tir e 15.000 macchine, che porterebbero a mettere in tilt il traffico del meratese, ha affermato un presente alla riunione.
Il 24 gennaio il Comitato terrà un'assemblea pubblica a Verderio, un primo passo per spronare l'opinione pubblica all'azione in attesa del parere della Sovraintendenza sul nuovo viadotto. “Ciò di cui abbiamo bisogno è il supporto della popolazione e soprattutto di tecnici, esperti, personaggi di spicco che possano aiutarci ad effettuare degli studi e trovare una soluzione alternativa”. Criticata è stata inoltre la mancanza di supporto dalle Province, fondamentale per dare voce alla protesta. Un proposta di incontro verrà avanzata alle Consulte Ambiente e Territorio del meratese, per rafforzare quell'unione già dimostrata sulla preservazione della salute, dell'ambiente e della qualità della vita.
CLICCA QUI per il volantino distribuito dal Comitato.
Inizialmente l'argomento principe della discussione è stata la necessità di vietare la costruzione di un nuovo ponte a pochi metri dal San Michele, per preservare lo storico viadotto e il patrimonio della Valle dell'Adda. Un'indicazione dettata principalmente dal valore architettonico e affettivo che viene attribuito all'opera soprattutto dai cittadini padernesi e che però non trova efficace risonanza sul territorio. Il focus, per riuscire a mobilitare la protesta, dovrebbe essere sulle drastiche conseguenze sul traffico e sull'inquinamento che interesseranno non solo i paesi limitrofi, bensì tutti i comuni del Meratese e i più prossimi della provincia di Bergamo, Lecco e Monza Brianza, ha suggerito una cittadina.
Una questione, quella dell'attraversamento dell'Adda, per la quale per decenni sembravano non esistere alternative progettuali e che solamente con la proclamazione di una deadline, per l'anno 2030, ha registrato l'improvviso avanzamento di tre proposte presentate in Regione, tra le quali è prevalsa l'ipotesi di un unico collegamento stradale e ferroviario con la sponda bergamasca, a trenta metri dal San Michele . Per riuscire concretamente a contrastare questo progetto di RFI, il Comitato ha individuato un punto debole: la mancanza di una proposta che tenga in considerazione il contesto in cui si andrebbe a collocare il manufatto. Per questo motivo i sindaci del meratese, già a settembre, si erano mossi con una mozione (CLICCA QUI per il testo) per esprimere preoccupazioni sugli impatti negativi dell'opera, sottolineando come “il tema dell’attraversamento viabilistico dell’Adda tra le provincie di Bergamo, Lecco e Monza Brianza non si possa ridurre alla sostituzione funzionale del ponte San Michele”, ma che debba considerare il mantenimento della vivibilità dei centri abitati e l'adeguamento di una rete viaria attualmente incapace di sostenere l'incremento del traffico previsto.
“Manca una visione ampia sull'impatto negativo che la soluzione presentata da RFI avrebbe sul traffico, sull'inquinamento e sull'ambiente, considerando oltretutto il consumo di suolo e gli espropri”. Conseguenze delle quali i cittadini non sembrano essere a conoscenza, è stato commentato. “Dobbiamo fare 'terrorismo', mettere chiaramente in faccia alla popolazione la drammaticità della situazione per far smuovere gli animi, per sollecitare una partecipazione attiva, invece che soffermarci su tecnicismi”. Tanti guardano solo alla praticità e comodità di avere un nuovo passaggio sull'Adda, sperando nella mancanza degli incolonnamenti nelle ore di punta, e al passaggio di più treni di collegamento tra Milano e Bergamo grazie al raddoppio dei binari. A questi cambiamenti conseguirebbero un peggioramento della qualità dell'aria, già compromessa dal 2017 dalla deviazione sul meratese del traffico aereo interessante l'aeroporto di Orio al Serio, che verrebbe ulteriormente aggravata dal passaggio giornaliero di 2.000 tir e 15.000 macchine, che porterebbero a mettere in tilt il traffico del meratese, ha affermato un presente alla riunione.
Il 24 gennaio il Comitato terrà un'assemblea pubblica a Verderio, un primo passo per spronare l'opinione pubblica all'azione in attesa del parere della Sovraintendenza sul nuovo viadotto. “Ciò di cui abbiamo bisogno è il supporto della popolazione e soprattutto di tecnici, esperti, personaggi di spicco che possano aiutarci ad effettuare degli studi e trovare una soluzione alternativa”. Criticata è stata inoltre la mancanza di supporto dalle Province, fondamentale per dare voce alla protesta. Un proposta di incontro verrà avanzata alle Consulte Ambiente e Territorio del meratese, per rafforzare quell'unione già dimostrata sulla preservazione della salute, dell'ambiente e della qualità della vita.
CLICCA QUI per il volantino distribuito dal Comitato.
I.Bi.