Campi da golf, un lettore: lo sport non va limitato
Caro Direttore, mi stupisco di lei. Sempre così aggiornato e sul pezzo pare invece che sia rimasto Lei a trent’anni fa. Oggi i campi da golf vengono manutenuti con pochissima acqua. La Federazione da diversi anni disciplina la materia imponendo criteri di piantumazione di campi che richiedono pochissima acqua e assenza di fertilizzanti mediante l’utilizzo dell’erba Bermuda. E le anticipo la contraddizione ideologica sullo sport elitario. Oggi il golf è uno sport accessibilissimo alla pari del tennis o di un pranzo nelle attuali Cascine di bassa qualità culinaria presenti nel parco. Lo sport non andrebbe MAI limitato.
Lorenzo
Allora vediamo cosa scrive l'Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale nel suo report di settembre 2023 (non proprio 30 anni fa):
"Le infrastrutture per attività turistiche, in particolare i campi da golf, hanno un forte impatto sull'ambiente circostante. Il consumo di risorse (ad esempio, l'estrazione di acqua, l'occupazione di suolo, ecc.) e l’inquinamento prodotto, per esempio dall'uso di pesticidi, rientrano tra le maggiori preoccupazioni. Negli ultimi anni, a livello europeo, la popolarità del turismo da golf è aumentata e, conseguentemente, è cresciuto il numero di campi da golf. I campi da golf richiedono una quantità enorme di acqua ogni giorno e, come per le altre cause di estrazione eccessiva, questo può comportare un deficit idrico".
Aggiungo di mio che preferisco di gran lunga ammirare le distese di prati coltivati nella località Moscoro piuttosto che un tappeto erboso probabilmente recintato che genera un flusso di persone e quindi di auto insostenibile per l’ecosistema. Se non dobbiamo limitare lo sport perché non realizzare una grande piscina a prezzi popolari lungo il torrente Curone? Lo spazio non manca.