Lettore: Il tour del Carillon e la tappa “….dimenticata”
Caro direttore
Quando una cosa è di cattivo gusto secondo me non può e non deve passare inosservata. Bene il concerto di campane, il carillon come si chiama ma male, molto male la scelta del percorso. E pensare che oltre alla laica Proloco ci sono di mezzo le parrocchie di Brugarolo, Pagnano, Novate e Merate.
Dunque l’itinerario parte proprio da Brugarolo, poi segue il percorso degli edifici di culto e da lì si infila al ristorante. Poi, probabilmente dopo un’ora e mezza di abbuffamento riprende con piazza Prinetti, il lago di Sartirana e Sabbioncello.
Non ti pare che manchi qualcosa di decisamente più importante? A me pare che manchi l’ospedale, dove medici, infermieri, personale sanitario e ausiliario e pazienti avrebbero anche loro gradito ascoltare qualche rintocco natalizio. Magari al posto del ristorante, dove immagino che tra esponenti della proloco e preti sarà un pranzo degno della vigilia di Natale. Mi sbaglierò ma i parroci che hanno preceduto don Mauro Malighetti difficilmente avrebbero autorizzato un percorso simile. con tale "dimenticanza"...
Quando una cosa è di cattivo gusto secondo me non può e non deve passare inosservata. Bene il concerto di campane, il carillon come si chiama ma male, molto male la scelta del percorso. E pensare che oltre alla laica Proloco ci sono di mezzo le parrocchie di Brugarolo, Pagnano, Novate e Merate.
Dunque l’itinerario parte proprio da Brugarolo, poi segue il percorso degli edifici di culto e da lì si infila al ristorante. Poi, probabilmente dopo un’ora e mezza di abbuffamento riprende con piazza Prinetti, il lago di Sartirana e Sabbioncello.
Non ti pare che manchi qualcosa di decisamente più importante? A me pare che manchi l’ospedale, dove medici, infermieri, personale sanitario e ausiliario e pazienti avrebbero anche loro gradito ascoltare qualche rintocco natalizio. Magari al posto del ristorante, dove immagino che tra esponenti della proloco e preti sarà un pranzo degno della vigilia di Natale. Mi sbaglierò ma i parroci che hanno preceduto don Mauro Malighetti difficilmente avrebbero autorizzato un percorso simile. con tale "dimenticanza"...
Alberto B.