Brivio: "Le attese del lavoro", il ruolo delle imprese e il dialogo scuola e famiglia

Raccontare il mondo dell’impresa non è mai stato facile. Nella narrazione di scuola, famiglia e media, spesso il panorama aziendale viene presentato con un’immagine distorta: ridotto a stereotipi o relegato a dinamiche incomprensibili, il valore autentico del lavoro sfugge. A sottolinearlo è stato il cuore dell’incontro “Le attese del lavoro”, tenutosi venerdì 6 dicembre presso il Cineteatro “Flavio Mauri” di Brivio. La conferenza, parte del ciclo “Nell’attesa dell’anno che verrà” promosso dalla Comunità Pastorale Beata Vergine Maria, ha visto dialogare Marco Campanari, Presidente di Confindustria Lecco-Sondrio, Enrico Vavassori, Presidente di Confapi Lecco-Sondrio, e Ilaria Bonacina, Presidente di Confartigianato Lecco.  
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Enrico Vavassori, Ilaria Bonacina, Marco Campanari e Ugo Panzeri

Ciascuno dei tre imprenditori ha raccontato la propria esperienza, evidenziando il senso di responsabilità che accompagna il loro ruolo. Campanari ha sottolineato l’impatto delle 700 aziende associate a Confindustria Lecco-Sondrio, con 39mila addetti, un pilastro fondamentale per l’economia locale e nazionale. “Con questi numeri – ha detto – ti rendi conto di quanto le imprese siano importanti per il territorio. Quanto siano radicate nelle nostre città, e questo ci dà un senso di orgoglio e responsabilità”.  
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Sulla stessa linea, Vavassori ha evidenziato il contributo delle 550 aziende associate a Confapi, che contano oltre 20mila persone. “La provincia di Lecco è la settima in Italia per PIL e la seconda in Lombardia. Un risultato che testimonia la vitalità delle imprese e il loro legame con il territorio”.  

Anche Bonacina, con i suoi 3.500 soci di Confartigianato Lecco, ha voluto mettere l’accento sul valore dell’artigianato. “Le nostre sono microaziende, ma portano lavoro e ricchezza al territorio. Non si tratta solo di economia: le aziende creano socialità, rendono vivi i paesi in cui operano”.  

La discussione si è poi spostata sull’attuale contesto economico, caratterizzato da sfide geopolitiche e difficoltà di riconversione. Bonacina ha spiegato come molte imprese abbiano dovuto riorganizzarsi per far fronte alla perdita di mercati come Russia e Ucraina. “La difficoltà è sempre quella di riconvertirsi e crescere. Tuttavia, l’attitudine italiana, forgiata dalla nostra storia, ci consente di superare le avversità”. 
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Marco Campanari

Campanari ha voluto contrastare le narrazioni pessimistiche spesso diffuse dai media. “L’Italia è il quarto esportatore al mondo e ha superato molti paesi nella ripresa post-pandemica. Questo grazie alla struttura tipica delle nostre imprese, fatta di dinamismo e capacità di reazione”. Tuttavia, ha aggiunto, il sistema italiano resta appesantito da 160mila leggi, “un numero dieci volte superiore alla somma delle leggi di Francia, Germania e Inghilterra, che complica inutilmente il fare impresa”.  
Valvassori ha confermato l’incertezza del momento, legata anche al quadro geopolitico instabile. “Stiamo tutti guardando nella nebbia. Ma sono convinto che gli italiani abbiano sviluppato una resilienza unica”.  
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Enrico Vavassori e Ilaria Bonacina

Tra i temi centrali dell’incontro, la difficoltà nel trovare personale qualificato e il disallineamento tra le competenze richieste dalle imprese e l’offerta formativa. Bonacina ha sottolineato l’importanza di aprire le aziende ai giovani e alle famiglie per far conoscere le opportunità di lavoro locali. “Abbiamo fame disperata di giovani che portino innovazione anche nelle piccole e medie imprese, ma spesso i ragazzi non sanno che esistono aziende vicino a casa loro”.  
Campanari ha denunciato la carenza di percorsi formativi tecnici, citando il caso della provincia di Lecco. “Su tutto il territorio, solo 60-70 ragazzi all’anno completano studi tecnici, a fronte di una richiesta molto più alta. Serve una maggiore sinergia tra scuola e impresa, con percorsi che mostrino ai giovani il potenziale di crescita personale e professionale nelle aziende”. 
In quest’ottica, Confapi ha lanciato il concorso “L’azienda che vorrei”, rivolto alle scuole superiori, per avvicinare i ragazzi al mondo imprenditoriale. Tuttavia, Valvassori ha espresso preoccupazione per l’influenza del digitale sulle nuove generazioni. “Troppo spesso i ragazzi sono attratti da una visione del lavoro facile e veloce, senza sacrifici. Serve recuperare il valore dell’impegno”.  
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L’incontro si è chiuso con uno sguardo al futuro e una riflessione sul ruolo dell’impresa come luogo di crescita e di coesione sociale. In un panorama in costante evoluzione, la capacità di creare dialogo tra imprese, giovani e istituzioni resta una priorità, per far sì che il lavoro non sia solo un’attività economica, ma un pilastro per la costruzione di comunità più coese e resilienti.  
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Enrico Vavassori, Ilaria Bonacina e Marco Campanari
L’ultimo appuntamento del ciclo, dedicato a “Le attese delle periferie”, si terrà venerdì 13 dicembre a Beverate, con la partecipazione di Luciano Gualzetti (Caritas Ambrosiana), Roberto Corbetta (Retesalute) e Fabio Crippa (Distretto Meratese).
Beniamino Valeriano
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