Marco Panzeri: del Parco io so tutto e è giunta l’ora di cambiare la gestione

Buongiorno Direttore,
ritengo di essere una persona onesta, onesta intellettualmente, pragmatica; penso di aver dimostrato di svolgere gli incarichi pubblici che ricopro o che ho ricoperto con impegno, competenza, senza conflitti di interessi e porto rispetto per le Istituzioni.
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Non posso, pertanto, non rispondere agli attacchi personali che mi stai rivolgendo in questi giorni sul tuo giornale per il solo fatto che, come Sindaco di La Valletta Brianza, non ho sostenuto la candidatura di Marco Molgora alla presidenza del Parco del Curone: puoi certamente non condividere la mia posizione ma attaccarmi sul piano personale sulla base di illazioni, congetture e opinioni personali che prescindono dalla realtà dei fatti da cui trai spunto è profondamente sbagliato, sia nei miei confronti che nei confronti dei lettori; dal Parco del Curone e dall’Ente Parco, sei passato a Galbusera Bianca e al costituendo Distretto del Cibo, tiri in ballo l’Unione dei Comuni Lombarda della Valletta, Retesalute, il Piddì, Renzi ed Italia Viva; mancano solo il Mandic, la Resistenza al nazifascismo e le guerre puniche per chiudere il cerchio!
Mi permetto di scrivere che, per quanto ho letto, la tua conoscenza del territorio, delle tematiche e delle dinamiche del Parco è superficiale: il grado di approfondimento delle tematiche si ferma al comunicato di Progetto Osnago (Disneyland) e la conoscenza del territorio all’osteria della Fornace della compianta Mariuccia dove in passato andammo più volte a mangiare insieme la gallina fredda.
Il Parco, come sappiamo, è ben altro: è un Parco regionale e naturale, è un Parco agricolo e forestale, è un Parco abitato e vissuto, è un Parco in cui le persone lavorano: è un sistema articolato ed auspico vivamente che il prossimo Presidente lo prenda in carico in tutta la sua complessità, quindi anche sotto l’aspetto della costruzione di un solido rapporto di fiducia e collaborazione con gli agricoltori e i produttori locali alcuni dei quali, in questi giorni, stanno costituendo il Distretto del Cibo Valle del Curone.
Per questo, nell’assemblea della Comunità del Parco del 2 dicembre scorso ho affermato, con la chiarezza di uno slogan, che nei prossimi cinque anni non abbiamo bisogno di un Gendarme ma di un Presidente: non sono per la strategia del divide et impera ma sono, nel totale rispetto dei ruoli e del regime vincolistico introdotto nel nostro territorio grazie al Parco, per la costruzione di una Comunità del Parco che faccia sistema.
Non accetto, quindi, la lezioncina di Progetto Osnago che sembra voler esercitare in esclusiva il ruolo di custode del Parco: i Comuni di Perego, Rovagnate e La Valletta Brianza hanno sempre dimostrato nel corso del tempo il loro sostegno e attaccamento al Parco considerato anche il fatto che, insieme ai Comuni di Montevecchia e Missaglia, ne custodiamo la parte più interessante sotto l’aspetto paesaggistico e naturalistico.
In riguardo all’impegno del Comune di La Valletta Brianza a consolidare il Parco, suggerisco ai cittadini di guardare al PGT recentemente approvato che prevede una riduzione del consumo di suolo fuori Parco pari al 42% e all’avvio dell’iter di ampliamento e completamento del regime vincolistico a Parco Naturale nella porzione di territorio comunale sul quale insiste la rete ecologica regionale di collegamento con il Monte di Brianza.
Lunedì 9 dicembre conosceremo il secondo candidato alla presidenza del Parco proposto dai Sindaci di centrosinistra: non mi interessa certo conoscere il partito politico in cui milita o ha militato in passato, sono invece interessato a conoscere la sua vision e a misurare quanta aria di Parco ha nei polmoni.
 Saluto cordialmente e ringrazio per lo spazio dedicato.
Marco Panzeri
Sindaco di La Valletta Brianza
Buongiorno Sindaco
Conosco il Parco da ben prima che tu portassi i pantaloni alla zuava. Ho seguito decine di serate fine anni settanta/inizi anni ottanta quando tu frequentavi l’asilo. Ho ragionato con l’amico Eugenio (Mascheroni) un numero infinito di volte sui problemi connessi al Parco arrivando sempre alla medesima conclusione: per difendere il territorio occorre fermezza. La stessa cui ha fatto ricorso Mascheroni nei tanti anni e contro gli altrettanti tentativi di far passare questi concetti, ben vaselinati del coinvolgimento, del fare assieme, del sistema articolato che nella realtà nascondono la precisa volontà di aprire, creare spazi, concedere. E da una concessione all’altra il territorio sarà sempre più schiacciato dalla pressione di agricoltori che reclamano spazi, produttori che vogliono svilupparsi, ristoratori, che pretendono parcheggi e così via. Non ci sono vie di mezzo caro Marco. E il fatto che si sta costruendo il distretto del cibo escludendo dal tavolo proprio il Parco, questa è la richiesta, unita al ridondante “cambio di passo”, dimostra che la gestione sin qui sviluppata, cioè dal 1986 a oggi, non vi va più bene. Perfetto. Avete il potere per cambiare e del resto avete secretato addirittura i programmi dei candidati. Cambiate rotta, ammesso che davvero Giovanni si presterà a questo cambiamento. Non ci sarebbe da stupirsi se ciò accadrà. Un ex dirigente del PD che si accoda, anzi guida sindaci di opposto schieramento contro colleghi con cui ha camminato per lunghi anni. conferma che di nulla, ma proprio di nulla ci si deve stupire oggi.
P.S. Oltre a scrivere queste lettere che trasudano supponenza dovresti avere il buon gusto di rispondere alle (numerose) chiamate e ai messaggi mirati proprio a raccogliere la tua opinione. Ma l’educazione non mi risulta sia mai stato il tuo forte.

C. B.
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