La questione Parco: una politica locale vomitevole

Credo che ogni cittadino minimamente interessato al proprio territorio stia seguendo con preoccupazione la vicenda del Parco del Curone. Dopo anni di gestione conservativa e fedele all’ambiente sembra che la smania della “valorizzazione” abbia raggiunto anche la più importante area verde inserita in uno dei territori più urbanizzati e inquinati d’Italia. Questo presupposto dovrebbe essere sufficiente a qualsiasi amministrazione (anche mediocre) per capire l’importanza di una salvaguardia attenta e scevra da speculazioni di una riserva fragile circondata dal cemento. Evidentemente non è il caso del centrodestra nostrano che dopo aver cementificato e reso invivibile buona parte della regione sembra avere ancora amici da foraggiare, con le finanze pubbliche, anche nel contesto del Parco. Un briciolo di senso di responsabilità dovrebbe portare i sindaci di Sirtori, Montevecchia e Olgiate a ricordarsi dei loro doveri nei confronti dei cittadini, della cosa pubblica e del bene comune che si trovano, per nostra disgrazia, ad amministrare. La discesa in campo della miracolata Hoffman, sempre in prima pagina in virtù di non si sa quali meriti politici, è la prova definitiva di come le segreterie di partito e i gruppi di potere provinciali e regionali abbiano già pronti i loro progetti speculativi per il Parco. E’ sconfortante, infine, constatare che questo squallido teatrino è stato reso possibile dall’appoggio di Panzeri della Valletta Brianza. Tornato in carica e acclamato nelle ultime elezioni comunali come salvatore della patria, si sta rivelando sempre più una sciagura per la politica locale. Tra la grottesca guerriglia perenne col vicino sceriffo Efrem Brambilla (per nostra fortuna non coinvolto nella vicenda parco, ci mancava solo lui..) e il posizionamento del contestato T-red lungo il semaforo di via statale (ormai quel tratto di strada è una coda perenne, i cittadini della Valletta saranno felici di riempirsi i polmoni con lo smog dei camion incolonnati dalla mattina alla sera davanti al semaforo), il suo mandato sta scontentando molti. L’impressione è che ormai amministri anteponendo giochi politici e simpatie (o vendette) personali al bene comune; il repentino cambio di casacca sulla questione Parco è l’ennesimo protagonismo egocentrico che rischiamo di pagare in tanti a fronte del guadagno economico di pochi. Auspico che i restanti comuni di “centrosinistra” prendano una posizione forte e netta di fronte agli attacchi all’integrità del parco, vigilando attentamente senza scendere a compromessi al ribasso o a concessioni agli avversari che sembrano essere arrivati al 2 dicembre molto più organizzati di loro. Un parco politicamente ingestibile (ingovernabile, in stallo) sarebbe comunque meglio di un parco gestito male e deturpato dai soliti noti della politica lombarda. Anche i cittadini credo debbano porre attenzione massima alla questione. La posta in gioco è alta e una partecipazione attiva, come nella questione “trivelle” di anni fa, potrebbe essere presto necessaria.
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