Dietro il disastro ferroviario

Premesso che per me il dissesto ferroviario è generale ovunque, con il culto dell'alta velocità, che assorbe la maggior parte delle risorse per distruggere il paesaggio solo per il ridicolo, peraltro sproporzionatamente costoso 'beneficio' di guadagnare venti minuti sul percorso (in teoria, basta vedere l'inflazione di 'frecce' con ritardi esorbitanti), mentre la rete normale è sempre più ridotta a Cenerentola, il quadro descritto dal lettore è purtroppo perfetto. Giustamente egli mette il dito nella piaga di una mala gestione clientelare. Condivido per intero la sua ineccepibile analisi. Solo che si sta andando dal male in peggio non solo nel quadrante milanese, ma ovunque (anche in Germania). bisognerebbe tornare alla normalità, quella di trent' anni fa quando nelle piccole stazioni c' era ancora del personale, mentre ormai, ridotte a pure 'fermate', sono posti fantasma. L'autore ha ragione nel constatare la rassegnazione degli 'utenti' - da parte mia, anche se questo è un altro ambito, quello dei 'regionali veloci ', sono sconcertato che non ci siano proteste per i treni 'Rock', scomodissimi per le persone , stipati di bici e monopattini, dotati di solo due bagni di cui uno spesso è guasto (e l'uno non ha neppure la maniglia per aprirlo, bisogna torcersi il dito per spingere, è un disastro).
Georg
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