Partita a Risiko tra partiti per l’elezione del Presidente del Parco

Sto seguendo con preoccupazione gli sviluppi relativi all’elezione del nuovo Presidente del Parco
Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Per il prossimo mandato mi sarei aspettata la riconferma dello stesso Presidente, per consentire di portare a termine e consolidare la programmazione già in iter, visto i notevoli risultati raggiunti.

Purtroppo l’entrata a gamba tesa di una strategia politica di conquista, completamente scevra da
senso di responsabilità verso il territorio, ha ingenerato un’infantile gara a quale fazione riuscirà a
mettere la bandierina del partito sopra l’ente parco. Forse alcuni Sindaci della Comunità del Parco non hanno compreso quanto sia cruciale la posta in gioco, un valore così inestimabile che non è misurabile in termini economici o di vittoria. C’è in ballo il futuro del territorio che la nostra generazione dovrà lasciare in eredità a coloro che
verranno dopo di noi.

Il Parco del Curone rappresenta l’ultimo polmone verde prima della grande piana urbanizzata.
Insieme al Monte di Brianza (area solo in parte protetta) e al Parco Regionale del Monte Barro
costituisce un’importante dorsale verde che arriva fino alle porte di Lecco.
Uno dei tanti successi che l’ente Parco ha raggiunto in questi anni, e che solo una dirigenza e una
presidenza lungimiranti avrebbero potuto perseguire, è stata l’operazione di conferimento dei
territori del versante est del Monte di Brianza e della Riserva Naturale del Lago di Sartirana,
all’interno del Parco del Curone.

Dalla sua istituzione (negli anni ’80) il Parco ha salvaguardato un’area di inestimabile valore
naturalistico, incastonata in un territorio intensamente urbanizzato. Negli anni l’ente ha operato
sapientemente, nonostante alcune amministrazioni e cittadini lo abbiano percepito talvolta come
organo limitante le libertà.

Non si possono vanificare anni di lavoro consegnando la presidenza a un candidato che
rappresenta uno schieramento politico che da sempre politicamente (anche in Regione) ha
osteggiato la creazione delle aree protette, cercando di ridurne competenze e confini.
Quali sarebbero le ragioni per cui non confermare l’attuale gestione dell’ente, che fin’ora si è
distinta per la sua direzione efficiente e virtuosa, rispetto a molti altri parchi lombardi ?

Corre voce che il programma del candidato dei Sindaci del centro-destra (ah dimenticavo anche il
Sindaco della Valletta ….????.) contempli nuovi impulsi di attività all’interno del Parco. Ma se uno
dei cronici problemi della Valle del Curone è rappresentata dalla difficoltà nella gestione
dell'enorme flusso di turisti, perché investirci ancora ? Perchè non investire invece in altre aree
(fuori dalla Valle del Curone) dove oggi non vi è alcun arricchimento portato dal turismo
sull’economia locale ? Perché premiare sempre gli stessi comuni ? Che senso ha aumentare la
pressione turistica di un Parco di dimensioni limitate a discapito della sua tutela ambientale ?

Nella votazione del nuovo Presidente la spartizione tra partiti è inoltre rimarcata dall’ingerenza,
davvero inopportuna, della Provincia di Lecco che aggiunge allo schieramento di centro-destra il
15% dei voti. Ricordo che nelle precedenti votazioni la Provincia si era astenuta dalla votazione.Auspico che il Presidente uscente, Marco Molgora, ritiri le sue dimissioni per portare a termine con un altro mandato i progetti in corso e che lunedì sera 9 dicembre, i Sindaci si astengano dal votare in mancanza di convergenze di un candidato che sia gradito a tutti perché è fondamentale trovare una visione condivisa nella «missione» di salvaguardia dell’area protetta del Parco del Curone, scelta che dovrebbe essere, almeno per buonsenso, subordinata all’appartenenza politica.
Angelica Perego
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