Istituti superiori: sul fumo la dirigenza deve intervenire
Buongiorno, vorrei anche io raccontare la mia testimonianza riguardo al fumo all'interno degli istituti scolastici. Ho frequentato il Liceo Agnesi negli anni 90 e ricordo che il fumo era altresi diffuso. Si fumava nei bagni, per le scale e soprattutto in cortile dove tutt'ora fumano una moltitudine di ragazzi. La situazione allora era, però, diversa infatti non esisteva una legge ad hoc sul fumo nelle scuole e non esistevano le sigarette elettroniche. I professori erano i primi che fumavano all'interno dell'istituto e poi il fumo non diventava motivo per litigi o altro. Venerdì 29 novembre (avendo un figlio che studia all'istituto Viganò, istituto rinomato nella zona anche per le molte attività sociali che organizza) sono passato per la via che porta al Liceo Agnesi per vedere se veramente esiste questa situazione di anarchia durante l'intervallo. Ho potuto constatare che di fatto i controlli sono zero in quell'area "fumatori", addirittura alcuni ragazzi non facenti parte ne del Viganò ne dell' Agnesi hanno scavalcato la ringhiera e sono entrati a far l'intervallo con gli amici. Il fumo è tale da far sentire l'odore da inizio via e poi i ragazzi sono raggruppati in gruppetti stile gang. Questa situazione porta a fumare anche chi non fuma, perché un ragazzo non fumatore che si trova in questo contesto si mette a fumare per non rimanere escluso. Il genitore che aveva esposto per prima l'articolo aveva perfettamente ragione, i professori e la dirigenza non sono in grado di far fronte al problema perché un branco così di ragazzi dipendenti e violenti non sono affatto gestibili. Quell'area va chiusa, transennata e scoraggiata perché è diventata il punto di ritrovo di chi sa che può fumare senza problemi. Grazie per lo spazio
Francesco