Incontri "rigeneranti" alla chiesa dell'Addolorata
Protagonisti di questa storia sono due belle persone, impegnate a migliorare il mondo in cui esercitano il loro dono di divulgatori della bellezza. Uno è Fiorenzo Mandelli, cavaliere al merito della Repubblica per il suo ruolo di custode del territorio e animatore del patrimonio culturale e naturalistico dell’Adda. L'altra è la professoressa Laura Rizzo, del Centro Provinciale per l'Istruzione degli Adulti (CPIA), docente di percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana, destinati agli adulti stranieri.
Fiorenzo, dopo più di dodici anni dedicati alla valorizzazione di un piccolo santuario, si è trasferito anima e corpo vicino al ponte di San Michele a Paderno d’Adda, dove ha ridato vita alla chiesetta di Santa Maria Addolorata, situata in posizione strategica all’inizio dell’alzaia, trasformandola in un luogo di incontro. I viandanti vi sostano, incuriositi, entrando subito in empatia con il custode;
Fiorenzo li incanta con la sua innata capacità affabulatoria, raccontando loro la storia del quadro della Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci, riprodotta in grandezza naturale, e svelando i segreti dell’arte del Maestro che ha reso navigabile il fiume con le opere del suo ingegno. Modellini idraulici realizzati da Fiorenzo rendono la spiegazione attraente e comprensibile a tutti.
Laura Rizzo e Fiorenzo Mandelli, si erano conosciuti alla fine di ottobre alla chiesetta di Santa Maria Addolorata. Rimasta contenta di quanto visto e ascoltato, aveva promesso di ritornarci. Detto, fatto! Rieccola con alcuni suoi alunni del CPIA, che hanno acquisito un buon livello di scolarizzazione nel proprio Paese d’origine, e ormai tutti capiscono e parlano la nostra lingua. Si sono dimostrati molto interessati a conoscere il nostro territorio e la nostra cultura. Fiorenzo, ha saputo raccontare loro in modo semplice le vicende storiche che hanno caratterizzato gli anni trascorsi da Leonardo in Lombardia e nel territorio abduano circostante.
Eccoci allora riportati indietro nel tempo, incontrare Leonardo al suo arrivo a Milano da Firenze nel 1482 grazie all’accordo tra Lorenzo il Magnifico e il Signore di Milano Ludovico Sforza detto il Moro, recando in dono al Duca uno strumento musicale di insolita fattura, una viola a forma di testa di cavallo.
I fratelli Ambrogio ed Evangelista De Predis, che abitavano in Darsena, lo accolgono nella loro casa, e ne diventano i garanti verso la Corte. La bottega dei De Predis collaborò alla prima importante commessa di Leonardo a Milano, concordata il 25 aprile 1483. Si trattava della pala d'altare per la cappella della Confraternita della Concezione Immacolata, nella chiesa di San Francesco Grande, oggi nota come Vergine delle Rocce.
Alla corte del Castello Sforzesco fa amicizia con Gerolamo Melzi d’Eril, il cui figlio Francesco fu l’allievo prediletto di Leonardo ed erede dei suoi scritti, ospitando il Maestro nella sua villa di Vaprio d’Adda. Lì Leonardo si dedicò soprattutto agli studi sul moto delle acque e sulla natura. Sono numerosi, infatti, i disegni e le note dell’Artista sul corso del fiume Adda e del naviglio Martesana, sulle loro correnti e il territorio circostante. Leonardo, inoltre, si dedicò ai problemi di navigazione dei corsi d’acqua, progettando, ad esempio, alcune migliorie per il sistema delle chiuse del naviglio.
Durante il periodo vapriese, Leonardo da Vinci ebbe modo di visitare tutto il territorio circostante e trarre spunti per le sue opere artistiche, sempre accompagnato dal fidato allievo Francesco Melzi. Fu così che Leonardo si trovò a ritrarre la località dei Tre Corni, gli scenografici scogli posti nel fiume Adda all’altezza di Paderno d’Adda, poi divenuti lo sfondo della Vergine delle Rocce.
Oggi a ricordare il tempo trascorso a Vaprio d’Adda da Leonardo da Vinci c’è la passerella elicoidale “Il vortice” posta sulla via Alzaia sud – il cui progetto ricalca alcuni disegni e studi del Genio – e la Galleria Interattiva “Leonardo in Adda” – presso la Casa del Custode delle Acque – che ripercorre gli interessi, gli studi e le attività che occuparono Leonardo da Vinci durante il suo passaggio in questi luoghi. La lira d'argento.
Avvenne che morto Giovan Galeazzo duca di Milano e creato Lodovico Sforza nel grado medesimo l’anno 1494, fu condotto a Milano con gran riputazione Lionardo al Duca, il quale molto si dilettava del suono de la lira, perché sonasse: e Lionardo portò quello strumento, ch’egli aveva di sua mano fabbricato d’argento gran parte in forma d’un teschio di cavallo, cosa bizzarra e nuova, acciò ché l’armonia fosse con maggior tuba e più sonora di voce, laonde superò tutti i musici, che quivi erano concorsi a sonare. Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568) Per quanto riguarda la lira di Ludovico il Moro, possiamo solo ipotizzare il suo aspetto, che secondo la maggior parte degli esperti, per ragioni di acustica e tecnica musicale, doveva essere più simile a quello di una lira consueta che non a quello di un effettivo teschio equino. Soprattutto, è improbabile che fosse in argento massiccio (più facilmente era rivestito in foglia d'argento). Tuttavia, Leonardo era uomo capace di stupire oltre ogni limite... Ecco un esempio di ricostruzioni moderna.
Fiorenzo, dopo più di dodici anni dedicati alla valorizzazione di un piccolo santuario, si è trasferito anima e corpo vicino al ponte di San Michele a Paderno d’Adda, dove ha ridato vita alla chiesetta di Santa Maria Addolorata, situata in posizione strategica all’inizio dell’alzaia, trasformandola in un luogo di incontro. I viandanti vi sostano, incuriositi, entrando subito in empatia con il custode;
Fiorenzo li incanta con la sua innata capacità affabulatoria, raccontando loro la storia del quadro della Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci, riprodotta in grandezza naturale, e svelando i segreti dell’arte del Maestro che ha reso navigabile il fiume con le opere del suo ingegno. Modellini idraulici realizzati da Fiorenzo rendono la spiegazione attraente e comprensibile a tutti.
Laura Rizzo e Fiorenzo Mandelli, si erano conosciuti alla fine di ottobre alla chiesetta di Santa Maria Addolorata. Rimasta contenta di quanto visto e ascoltato, aveva promesso di ritornarci. Detto, fatto! Rieccola con alcuni suoi alunni del CPIA, che hanno acquisito un buon livello di scolarizzazione nel proprio Paese d’origine, e ormai tutti capiscono e parlano la nostra lingua. Si sono dimostrati molto interessati a conoscere il nostro territorio e la nostra cultura. Fiorenzo, ha saputo raccontare loro in modo semplice le vicende storiche che hanno caratterizzato gli anni trascorsi da Leonardo in Lombardia e nel territorio abduano circostante.
Eccoci allora riportati indietro nel tempo, incontrare Leonardo al suo arrivo a Milano da Firenze nel 1482 grazie all’accordo tra Lorenzo il Magnifico e il Signore di Milano Ludovico Sforza detto il Moro, recando in dono al Duca uno strumento musicale di insolita fattura, una viola a forma di testa di cavallo.
I fratelli Ambrogio ed Evangelista De Predis, che abitavano in Darsena, lo accolgono nella loro casa, e ne diventano i garanti verso la Corte. La bottega dei De Predis collaborò alla prima importante commessa di Leonardo a Milano, concordata il 25 aprile 1483. Si trattava della pala d'altare per la cappella della Confraternita della Concezione Immacolata, nella chiesa di San Francesco Grande, oggi nota come Vergine delle Rocce.
Alla corte del Castello Sforzesco fa amicizia con Gerolamo Melzi d’Eril, il cui figlio Francesco fu l’allievo prediletto di Leonardo ed erede dei suoi scritti, ospitando il Maestro nella sua villa di Vaprio d’Adda. Lì Leonardo si dedicò soprattutto agli studi sul moto delle acque e sulla natura. Sono numerosi, infatti, i disegni e le note dell’Artista sul corso del fiume Adda e del naviglio Martesana, sulle loro correnti e il territorio circostante. Leonardo, inoltre, si dedicò ai problemi di navigazione dei corsi d’acqua, progettando, ad esempio, alcune migliorie per il sistema delle chiuse del naviglio.
Durante il periodo vapriese, Leonardo da Vinci ebbe modo di visitare tutto il territorio circostante e trarre spunti per le sue opere artistiche, sempre accompagnato dal fidato allievo Francesco Melzi. Fu così che Leonardo si trovò a ritrarre la località dei Tre Corni, gli scenografici scogli posti nel fiume Adda all’altezza di Paderno d’Adda, poi divenuti lo sfondo della Vergine delle Rocce.
Oggi a ricordare il tempo trascorso a Vaprio d’Adda da Leonardo da Vinci c’è la passerella elicoidale “Il vortice” posta sulla via Alzaia sud – il cui progetto ricalca alcuni disegni e studi del Genio – e la Galleria Interattiva “Leonardo in Adda” – presso la Casa del Custode delle Acque – che ripercorre gli interessi, gli studi e le attività che occuparono Leonardo da Vinci durante il suo passaggio in questi luoghi. La lira d'argento.
Avvenne che morto Giovan Galeazzo duca di Milano e creato Lodovico Sforza nel grado medesimo l’anno 1494, fu condotto a Milano con gran riputazione Lionardo al Duca, il quale molto si dilettava del suono de la lira, perché sonasse: e Lionardo portò quello strumento, ch’egli aveva di sua mano fabbricato d’argento gran parte in forma d’un teschio di cavallo, cosa bizzarra e nuova, acciò ché l’armonia fosse con maggior tuba e più sonora di voce, laonde superò tutti i musici, che quivi erano concorsi a sonare. Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568) Per quanto riguarda la lira di Ludovico il Moro, possiamo solo ipotizzare il suo aspetto, che secondo la maggior parte degli esperti, per ragioni di acustica e tecnica musicale, doveva essere più simile a quello di una lira consueta che non a quello di un effettivo teschio equino. Soprattutto, è improbabile che fosse in argento massiccio (più facilmente era rivestito in foglia d'argento). Tuttavia, Leonardo era uomo capace di stupire oltre ogni limite... Ecco un esempio di ricostruzioni moderna.