Parco: situazione in stallo Forse una terza candidatura

Ben cinque incontri, protrattisi oltre la mezzanotte non sono bastati ai sindaci dei Comuni che rientrano nella Comunità del Parco di Montevecchia e Valle del Curone per trovare un accordo. E, probabilmente, anche il vertice fissato per il 2 dicembre salterà. A meno che nelle prossime ore esca una novità tale da sparigliare le carte. La mossa di Marco Molgora, di farsi da parte presentando le dimissioni, non ha sbloccato la situazione. Non solo per la scelta del presidente ma anche per quella dei membri del Consiglio di gestione. Volendo seguire il percorso dell’interpretazione politica si può dire che il centrodestra più La Valletta Brianza (compresa la Provincia di Lecco col suo 15%) arriva al 53% circa. Ma può contare solo su 4 comuni: Montevecchia, Cernusco, Olgiate e Sirtori. Il centrosinistra si ferma al 47% ma è forte di ben sette comuni. Quindi la maggioranza delle quote dell’uno viene neutralizzata dalla maggioranza dei comuni soci dell’altro. Insomma un rebus del tutto inedito nella lunghissima storia della Riserva naturale, costituita nel 1983.
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Molgora ha lasciato con dignità. Il Parco, dice, ha bisogno di compattezza non si può partire con due fronti contrapposti. Prima viene la tutela assoluta dei 3.800 ettari di territorio poi le poltrone.
In campo, per la poltrona di presidente, è rimasto solo Giovanni Zardoni. Eppure la quadra ancora non si trova.
Un accordo preso anzitempo tra i soggetti in campo forse avrebbe evitato tutto questo caos. Ma ormai è tardi. Con la sua mossa Molgora ha spiazzato anche Zardoni.
Così i sindaci dei dodici comuni più la Provincia potrebbero prendere un’altra strada e puntare su una candidatura terza. Ma sembra che l’ipotesi sia ferocemente contrastata dal sindaco di Montevecchia Ivan Pendeggia.
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