Calco: mappe del paese dal catasto Lombardo-Veneto
L’amministrazione comunale di Calco ha portato alla luce le prime mappe catastali dell’800 che mostrano la conformazione urbana del paese quando la terra faceva parte del Lombardo Veneto ed era sottoposta al catasto Asburgico.
Si tratta di un progetto storico/culturale volto al recupero delle memorie e delle tradizioni locali, con la riscoperta del territorio. “L'amministrazione da tempo opera per la valorizzazione del patrimonio architettonico e culturale presente sul suo territorio – ha spiegato il sindaco Stefano Motta nella descrizione del progetto – gli antichi sentieri ancora usati nelle zone boschive della collina verso Arlate e quelli delle sponde che, partendo dalla piana di Arlate, arrivano al fiume Adda. Negli ultimi anni particolare rilievo è stato dato alla chiesa di Arlate, antico convento delle Monache Cluniacensi. Le numerose ville padronali sparse per il territorio, alcune delle quali di alto interesse storico culturale”.
Per svolgere questa ricerca l’Amministrazione Comunale ha incaricato il professor Luini di riordinare e visionare tutti i documenti catastali presenti nell’archivio, in quanto fonti indispensabili per comprendere le dinamiche e le trasformazioni sociali ed economiche del paese. Sono così emersi importanti elementi di toponomastica del territorio e preziose informazioni sui luoghi, con i nomi originali e l’utilizzo storico, sull'importanza e sull'influenza che hanno avuto nell’ evoluzione del paese, dal 1721, anno della prima mappatura del territorio di Calco e Arlate, fino a oggi.
“Oltre alle motivazioni storico scientifiche questa ricerca ci ha fornito notizie anche su un altro aspetto: conoscere le proprietà dei nuclei famigliari, conoscere i toponimi, le strade di collegamento tra le varie sparse frazioni del Comune e la loro relazione con avvenimenti storici del passato, come la strada acciottolata che da Arlate sale verso la Grugana, chiamata la Riva del Monte e che vide il passaggio delle truppe Austro/Russe dirette a Verderio, dove sostennero la famosa battaglia contro i francesi nel 1799 o come la strada un tempo acciottolata ai piedi della boscosa collina morenica, che da Calco porta in maniera discontinua ad Arlate. Questo studio ci ha permesso di conoscere e riscoprire le tante cose ormai dimenticate per inseguire l'evoluzione del progresso, ci ha consentito di cogliere le grandi e straordinarie trasformazioni che Calco ha vissuto anche attraverso l’innovazione scientifica. Il felice connubio raggiunto tra storia e nuove tecnologie consente agli appassionati di consultare dati ed attingere informazioni in maniera rapida e semplificata, per una maggior conoscenza del nostro paese nella prospettiva di una costante azione di valorizzazione e tutela del nostro patrimonio storico/ambientale/culturale.”
Risaltano così, in modo evidente le caratteristiche territoriali della valle del fiume Adda, i boschi, le balze i runch, le coltivazioni a gelso, i prati erbosi delle marcite che costeggiano il torrente Bebràa e l’ampia visione panoramica sulla Valle San Martino e sui monti lecchesi che si gode, camminando sui sentieri della Morena. Territorio reso interessante storicamente anche dal fatto che il fiume Adda, oltre che un’importante via di trasporto tra il lecchese e il milanese, è stato per circa 350 anni confine di Sato fra la Serenissima Repubblica di Venezia e Ducato di Milano
“Auspichiamo che questi pezzi di storia possano essere un valido spunto per ulteriori approfondimenti e che altre iniziative culturali sostengano la promozione del nostro Paese. Grazie a questo documento saremo in grado di tornare a ‘vedere’ il nostro territorio così come si era conservato per centinaia di anni prima” ha concluso il sindaco Motta.
Clicca QUI per visualizzare il catasto storico
Si tratta di un progetto storico/culturale volto al recupero delle memorie e delle tradizioni locali, con la riscoperta del territorio. “L'amministrazione da tempo opera per la valorizzazione del patrimonio architettonico e culturale presente sul suo territorio – ha spiegato il sindaco Stefano Motta nella descrizione del progetto – gli antichi sentieri ancora usati nelle zone boschive della collina verso Arlate e quelli delle sponde che, partendo dalla piana di Arlate, arrivano al fiume Adda. Negli ultimi anni particolare rilievo è stato dato alla chiesa di Arlate, antico convento delle Monache Cluniacensi. Le numerose ville padronali sparse per il territorio, alcune delle quali di alto interesse storico culturale”.
Per svolgere questa ricerca l’Amministrazione Comunale ha incaricato il professor Luini di riordinare e visionare tutti i documenti catastali presenti nell’archivio, in quanto fonti indispensabili per comprendere le dinamiche e le trasformazioni sociali ed economiche del paese. Sono così emersi importanti elementi di toponomastica del territorio e preziose informazioni sui luoghi, con i nomi originali e l’utilizzo storico, sull'importanza e sull'influenza che hanno avuto nell’ evoluzione del paese, dal 1721, anno della prima mappatura del territorio di Calco e Arlate, fino a oggi.
“Oltre alle motivazioni storico scientifiche questa ricerca ci ha fornito notizie anche su un altro aspetto: conoscere le proprietà dei nuclei famigliari, conoscere i toponimi, le strade di collegamento tra le varie sparse frazioni del Comune e la loro relazione con avvenimenti storici del passato, come la strada acciottolata che da Arlate sale verso la Grugana, chiamata la Riva del Monte e che vide il passaggio delle truppe Austro/Russe dirette a Verderio, dove sostennero la famosa battaglia contro i francesi nel 1799 o come la strada un tempo acciottolata ai piedi della boscosa collina morenica, che da Calco porta in maniera discontinua ad Arlate. Questo studio ci ha permesso di conoscere e riscoprire le tante cose ormai dimenticate per inseguire l'evoluzione del progresso, ci ha consentito di cogliere le grandi e straordinarie trasformazioni che Calco ha vissuto anche attraverso l’innovazione scientifica. Il felice connubio raggiunto tra storia e nuove tecnologie consente agli appassionati di consultare dati ed attingere informazioni in maniera rapida e semplificata, per una maggior conoscenza del nostro paese nella prospettiva di una costante azione di valorizzazione e tutela del nostro patrimonio storico/ambientale/culturale.”
Risaltano così, in modo evidente le caratteristiche territoriali della valle del fiume Adda, i boschi, le balze i runch, le coltivazioni a gelso, i prati erbosi delle marcite che costeggiano il torrente Bebràa e l’ampia visione panoramica sulla Valle San Martino e sui monti lecchesi che si gode, camminando sui sentieri della Morena. Territorio reso interessante storicamente anche dal fatto che il fiume Adda, oltre che un’importante via di trasporto tra il lecchese e il milanese, è stato per circa 350 anni confine di Sato fra la Serenissima Repubblica di Venezia e Ducato di Milano
“Auspichiamo che questi pezzi di storia possano essere un valido spunto per ulteriori approfondimenti e che altre iniziative culturali sostengano la promozione del nostro Paese. Grazie a questo documento saremo in grado di tornare a ‘vedere’ il nostro territorio così come si era conservato per centinaia di anni prima” ha concluso il sindaco Motta.
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E.Ma.