Merate: Giunta nuova, liturgie antiche e nessuna concretezza
Cinque ore, 31 minuti e 52 secondi. Tanto è durata la seduta di Consiglio comunale di Merate convocato lunedì 25 novembre alle ore 20.30.
Ci si illudeva che un sindaco giovanissimo, sprint nell’azione quotidiana, abolisse in via definitiva l’antica liturgia del giro tavolo della Giunta, considerando che, al netto di due assessori neofiti, non a caso più spediti nell’illustrare il proprio programma, le altre tre assessore con esperienza pregressa hanno ribadito concetti generici espressi dai predecessori dalla fine degli anni settanta a oggi. Chi c’era ricorderà i polpettoni della compianta Laura Crippa, di Lorenza Bosisio, di Gabriella Mauri, tutti intrisi di buone e sincere intenzioni da tritare poi nel crogiuolo della quotidianità.
Per illustrare il programma sono occorse ben 50 slide, più di una multinazionale. Alla fine che cosa resta? L’assoluta mancanza di una visione della Merate del futuro. Villa Confalonieri non ha una destinazione precisa, e nemmeno Cascina Galli mentre la biblioteca resta dov’è, con qualche intervento di manutenzione.
Dario Perego aveva una visione, condivisibile o meno, ma l’aveva col Polo della Cultura a Palazzo Tettamanti. Massimo Panzeri, meno visionario, si era concentrato su opere pubbliche, condivisibili o meno, come piazza degli Eroi e viale Verdi.
Andrea Massironi si era dedicato alla Riserva Lago di Sartirana, rendendola fruibile.
Andrea Robbiani aveva lavorato sulle strutture sportive a partire dal centro natatorio rimesso a nuovo e potenziato.
Ma che cosa abbia intenzione di realizzare Mattia Salvioni nessuno l’ha capito pur analizzando il documento unico di programmazione triennale.
Prendiamo tempo e aspettiamo. Ma il buongiorno si presenta ricco di coniugazioni future e scarso di progettualità concreta.
Ultima nota: per questione di etica e estetica la benemerenza a “Ora basta” l’avremmo assegnata nel 2025 considerando il ruolo che l'assessora Patrizia Riva riveste nell’associazione. Così come il premio generico al volontariato ha tutta l’aria della distribuzione di riconoscimenti post elettorali. Speravamo in una svolta anche nella cerimonia del 7 dicembre. Ma non c’è stata.
Ci si illudeva che un sindaco giovanissimo, sprint nell’azione quotidiana, abolisse in via definitiva l’antica liturgia del giro tavolo della Giunta, considerando che, al netto di due assessori neofiti, non a caso più spediti nell’illustrare il proprio programma, le altre tre assessore con esperienza pregressa hanno ribadito concetti generici espressi dai predecessori dalla fine degli anni settanta a oggi. Chi c’era ricorderà i polpettoni della compianta Laura Crippa, di Lorenza Bosisio, di Gabriella Mauri, tutti intrisi di buone e sincere intenzioni da tritare poi nel crogiuolo della quotidianità.
Per illustrare il programma sono occorse ben 50 slide, più di una multinazionale. Alla fine che cosa resta? L’assoluta mancanza di una visione della Merate del futuro. Villa Confalonieri non ha una destinazione precisa, e nemmeno Cascina Galli mentre la biblioteca resta dov’è, con qualche intervento di manutenzione.
Dario Perego aveva una visione, condivisibile o meno, ma l’aveva col Polo della Cultura a Palazzo Tettamanti. Massimo Panzeri, meno visionario, si era concentrato su opere pubbliche, condivisibili o meno, come piazza degli Eroi e viale Verdi.
Andrea Massironi si era dedicato alla Riserva Lago di Sartirana, rendendola fruibile.
Andrea Robbiani aveva lavorato sulle strutture sportive a partire dal centro natatorio rimesso a nuovo e potenziato.
Ma che cosa abbia intenzione di realizzare Mattia Salvioni nessuno l’ha capito pur analizzando il documento unico di programmazione triennale.
Prendiamo tempo e aspettiamo. Ma il buongiorno si presenta ricco di coniugazioni future e scarso di progettualità concreta.
Ultima nota: per questione di etica e estetica la benemerenza a “Ora basta” l’avremmo assegnata nel 2025 considerando il ruolo che l'assessora Patrizia Riva riveste nell’associazione. Così come il premio generico al volontariato ha tutta l’aria della distribuzione di riconoscimenti post elettorali. Speravamo in una svolta anche nella cerimonia del 7 dicembre. Ma non c’è stata.
Claudio Brambilla