Brivio: fare il sindaco, perchè? Entusiasmi, obiettivi e responsabilità per guidare un paese
Il 2025 sarà l’anno del Giubileo e anche in vista di questa importante ricorrenza la Parrocchia di Brivio ha organizzato un ciclo di incontri dal titolo “Nell’attesa dell’anno che verrà”. Il primo evento si è tenuto venerdì 22 novembre. Al cineteatro “Flavio Mauri” sono stati accolti il presidente della Conferenza dei Sindaci del Meratese, Fabio Vergani (sindaco di Imbersago), e della Conferenza dei Sindaci del Casatese, Paolo Redaelli (sindaco di Missaglia).
I due primi cittadini hanno dialogato con l’ex borgomastro di Brivio, Ugo Panzeri, riguardo alla loro carriera amministrativa, cosa significhi davvero “fare il sindaco” e quali siano le sfide che un’amministrazione si trova ad affrontare al giorno d’oggi. Entrambi gli ospiti sono entrati nel mondo della politica locale all'inizio del nuovo millennio. Redaelli, docente laureato in Ingegneria, è in amministrazione dal 2012 e dal 2022 è sindaco di Missaglia. Vergani, che da 28 anni lavora in un’azienda metalmeccanica, è in amministrazione a Imbersago dal 2003. Nel 2019 è stato eletto sindaco e poi nuovamente lo scorso giugno.
Ma perché fare il sindaco? “È una vocazione – ha riposto Vergani – È qualcosa che ti nasce dentro, dal legame profondo con il paese. Se ho un talento da mettere a disposizione per la comunità lo faccio”. Il concetto è stato ribadito da Paolo Redaelli, che ha ricordato quante responsabilità abbia un primo cittadino, indipendentemente dal comune che amministra.
Ugo Panzeri ha domandato agli ospiti quali punti avessero inserito nei propri programmi. Vergani ha parlato di “obiettivi molteplici”. Il primo: avere un orizzonte temporale ampio. “Il futuro sono i giovani. Pensare a loro è indispensabile. Il fatto è che non mancano strutture per loro, mancano le idee” ha spiegato, parlando di proposte in ambito sportivo e musicale. Altrettanto impegno è rivolto alle persone meno fortunate. “L’esperienza della Conferenza dei Sindaci deve insegnarci che oggi da soli si fa fatica. È indispensabile la collaborazione per temi come il ponte di Paderno, Retesalute e Italcementi. È indispensabile fare rete”.
Su questo ha convenuto anche il sindaco di Missaglia, spiegando che, data la sua passata delega all’Urbanistica e Lavori Pubblici, quando ha dovuto pensare al suo programma era partito da quello. “Facendo il sindaco sono diventato amministratore di sostegno di sei anziani, di cinque ragazzi con problemi in famiglia. Mi sono trovato di fronte a situazioni che non avrei immaginato. Ho firmato allontanamenti da casa e Tso (trattamenti sanitari obbligatori). Insomma, mi sono ritrovato a decidere del futuro di persone” ha detto, spiegando di aver capito solo allora quanto sia importante unire sempre le forze.
“Fare rete è importante. Un esempio è Retesalute. Forse potremmo fare anche senza, ma il fatto di stare insieme ci permette di aiutare anche comuni piccoli a poter offrire servizi”.
Un esempio di rete territoriale è proprio la Conferenza dei Sindaci, uno strumento non obbligatorio ma molto potente, così come spiegato dal sindaco di Imbersago. “Se una richiesta è avanzata da un comune ha un peso, se invece è avanzata dal presidente di una Conferenza di Sindaci ha un altro peso, perché rappresenta la richiesta di 10/15 realtà”.
Ma venendo al tema della serata, Ugo Panzeri ha chiesto che futuro si attendono per i comuni. I sindaci hanno ammesso di non avere una visione rosea per gli anni a venire. Vergani ha dichiarato: “Ci aspettano elmetto e trincea. A livello di bilancio i piccoli comuni sono spesso in difficoltà. Imbersago in questo è invece virtuosissimo, anche se la spesa corrente è sempre in sofferenza”. Per questa ragione l’addizionale Irpef risulta sempre indispensabile per il sostentamento dei comuni. Ma alcuni scelte, secondo Vergani, potrebbero aiutare a ridurre le spese. “Fondersi è una scelta. Due comuni che si fondono hanno importanti finanziamenti da parte dello Stato” ha spiegato, aggiungendo però che a Imbersago, finché si riuscirà a gestire il bilancio, non c’è intenzione di percorrere questa strada.
Anche Paolo Redaelli ha parlato di difficoltà nel bilancio e delle conseguenze, ma guardando al futuro c’è anche un altro fattore che spaventa: la disaffezione all’amministrazione, dimostrata dai sempre meno votanti alle urne. “Manca mordente in tante cose. Lo si nota anche all’oratorio, dove si vedono sempre meno ragazzi e si fatica a vedere entusiasmo. I ragazzi ora si trovano dove capita e non hanno leader da seguire, o se c’è, è uno del gruppo”. A fronte di questa situazione il primo cittadino ha detto di non avere soluzioni se non quelle di impegnarsi in primis per dare il buon esempio.
Meno d’accordo sul fatto che siano solo i giovani a non andare a votare, Vergani ha spiegato che servirebbe uno “scrollo delle coscienze”. “Forse dovremmo toccare il fondo per risalire” ha detto, parlando anche dei comuni recentemente andati al voto con una sola lista candidata. “La soluzione non ce l’ho, credo che ognuno debba fare la propria parte. Forse servirebbe più ricchezza di spirito e più povertà economica”.
Non sono mancate domande dal pubblico, che ha chiesto ai sindaci parole di speranza per il periodo a venire, quanto sia importante investire nell’educazione e se in un futuro in municipio non serviranno più assistenti sociali che personale all’ufficio tecnico. Proprio a quest’ultima osservazione ha risposto Vergani, condividendo il pensiero. “La gente dovrà essere messa al centro, soprattutto ora che la popolazione sta invecchiando”.
La serata si è conclusa con una lettura proposta da don Emilio Colombo dal Levitico, in cui si ricorda che le terre non si potranno vendere per sempre e che al Mondo siamo “forestieri e ospiti”, un concetto che verrà ricordato anche durante il Giubileo.
I due primi cittadini hanno dialogato con l’ex borgomastro di Brivio, Ugo Panzeri, riguardo alla loro carriera amministrativa, cosa significhi davvero “fare il sindaco” e quali siano le sfide che un’amministrazione si trova ad affrontare al giorno d’oggi. Entrambi gli ospiti sono entrati nel mondo della politica locale all'inizio del nuovo millennio. Redaelli, docente laureato in Ingegneria, è in amministrazione dal 2012 e dal 2022 è sindaco di Missaglia. Vergani, che da 28 anni lavora in un’azienda metalmeccanica, è in amministrazione a Imbersago dal 2003. Nel 2019 è stato eletto sindaco e poi nuovamente lo scorso giugno.
Ma perché fare il sindaco? “È una vocazione – ha riposto Vergani – È qualcosa che ti nasce dentro, dal legame profondo con il paese. Se ho un talento da mettere a disposizione per la comunità lo faccio”. Il concetto è stato ribadito da Paolo Redaelli, che ha ricordato quante responsabilità abbia un primo cittadino, indipendentemente dal comune che amministra.
Ugo Panzeri ha domandato agli ospiti quali punti avessero inserito nei propri programmi. Vergani ha parlato di “obiettivi molteplici”. Il primo: avere un orizzonte temporale ampio. “Il futuro sono i giovani. Pensare a loro è indispensabile. Il fatto è che non mancano strutture per loro, mancano le idee” ha spiegato, parlando di proposte in ambito sportivo e musicale. Altrettanto impegno è rivolto alle persone meno fortunate. “L’esperienza della Conferenza dei Sindaci deve insegnarci che oggi da soli si fa fatica. È indispensabile la collaborazione per temi come il ponte di Paderno, Retesalute e Italcementi. È indispensabile fare rete”.
Su questo ha convenuto anche il sindaco di Missaglia, spiegando che, data la sua passata delega all’Urbanistica e Lavori Pubblici, quando ha dovuto pensare al suo programma era partito da quello. “Facendo il sindaco sono diventato amministratore di sostegno di sei anziani, di cinque ragazzi con problemi in famiglia. Mi sono trovato di fronte a situazioni che non avrei immaginato. Ho firmato allontanamenti da casa e Tso (trattamenti sanitari obbligatori). Insomma, mi sono ritrovato a decidere del futuro di persone” ha detto, spiegando di aver capito solo allora quanto sia importante unire sempre le forze.
“Fare rete è importante. Un esempio è Retesalute. Forse potremmo fare anche senza, ma il fatto di stare insieme ci permette di aiutare anche comuni piccoli a poter offrire servizi”.
Un esempio di rete territoriale è proprio la Conferenza dei Sindaci, uno strumento non obbligatorio ma molto potente, così come spiegato dal sindaco di Imbersago. “Se una richiesta è avanzata da un comune ha un peso, se invece è avanzata dal presidente di una Conferenza di Sindaci ha un altro peso, perché rappresenta la richiesta di 10/15 realtà”.
Ma venendo al tema della serata, Ugo Panzeri ha chiesto che futuro si attendono per i comuni. I sindaci hanno ammesso di non avere una visione rosea per gli anni a venire. Vergani ha dichiarato: “Ci aspettano elmetto e trincea. A livello di bilancio i piccoli comuni sono spesso in difficoltà. Imbersago in questo è invece virtuosissimo, anche se la spesa corrente è sempre in sofferenza”. Per questa ragione l’addizionale Irpef risulta sempre indispensabile per il sostentamento dei comuni. Ma alcuni scelte, secondo Vergani, potrebbero aiutare a ridurre le spese. “Fondersi è una scelta. Due comuni che si fondono hanno importanti finanziamenti da parte dello Stato” ha spiegato, aggiungendo però che a Imbersago, finché si riuscirà a gestire il bilancio, non c’è intenzione di percorrere questa strada.
Anche Paolo Redaelli ha parlato di difficoltà nel bilancio e delle conseguenze, ma guardando al futuro c’è anche un altro fattore che spaventa: la disaffezione all’amministrazione, dimostrata dai sempre meno votanti alle urne. “Manca mordente in tante cose. Lo si nota anche all’oratorio, dove si vedono sempre meno ragazzi e si fatica a vedere entusiasmo. I ragazzi ora si trovano dove capita e non hanno leader da seguire, o se c’è, è uno del gruppo”. A fronte di questa situazione il primo cittadino ha detto di non avere soluzioni se non quelle di impegnarsi in primis per dare il buon esempio.
Meno d’accordo sul fatto che siano solo i giovani a non andare a votare, Vergani ha spiegato che servirebbe uno “scrollo delle coscienze”. “Forse dovremmo toccare il fondo per risalire” ha detto, parlando anche dei comuni recentemente andati al voto con una sola lista candidata. “La soluzione non ce l’ho, credo che ognuno debba fare la propria parte. Forse servirebbe più ricchezza di spirito e più povertà economica”.
Non sono mancate domande dal pubblico, che ha chiesto ai sindaci parole di speranza per il periodo a venire, quanto sia importante investire nell’educazione e se in un futuro in municipio non serviranno più assistenti sociali che personale all’ufficio tecnico. Proprio a quest’ultima osservazione ha risposto Vergani, condividendo il pensiero. “La gente dovrà essere messa al centro, soprattutto ora che la popolazione sta invecchiando”.
La serata si è conclusa con una lettura proposta da don Emilio Colombo dal Levitico, in cui si ricorda che le terre non si potranno vendere per sempre e che al Mondo siamo “forestieri e ospiti”, un concetto che verrà ricordato anche durante il Giubileo.
E.Ma.