Mandic: l'assistente robotico che pochi hanno è 'in servizio'. Prime due protesi di ginocchio con Rosa. Evidenti i benefici
ROSA® è entrato in funzione. Giovedì mattina, al San Leopoldo Mandic sono state impiantate le prime due protesi di ginocchio utilizzando il sistema robotico per la chirurgia ortopedica concesso in comodato d'uso gratuito all'ASST di Lecco dalla Fondazione Mariarosa e Giuseppe Crippa.
Un "gioiellino" da 800.000 euro oltre iva, di cui giusto un paio di nosocomi pubblici del territorio dispongono, destinato al presidio meratese per esplicita volontà della realtà che si è fatta carico dell'importante spesa, già intervenuta in altre occasioni a sostegno del nosocomio di via Cerri ed, in generale, delle necessità del territorio.
Un uomo il primo paziente operato dal dottor Pierluigi Colombo, direttore facente funzioni della Struttura Complessa di Ortopedia del Mandic, potendo godere "dell'assistenza" di ROSA®; sinistro il ginocchio "attenzionato". Donna la seconda, uscita dal blocco del sesto piano con una protesi totale destra, in uno strano gioco delle liste d'attesa che ha così portato l'equipe' chirurgica - coinvolti anche il dottor Marco Camagni e la dottoressa Francesca Dell'Oro - ad affrontare, uno dopo l'altro, due casi "speculari" con il nuovo ausilio.
ROSA®, tecnicamente (ma senza entrare troppo nello specifico), è composto da due unità: quella robotica (il "cervello" vero e proprio) e quella ottica. "Funzionano insieme", spiega Carlo Raffaldi, l'ingegnere biomedico di Zimmer Biomet, la società sviluppatrice, che supervisionerà, almeno per qualche mese, l'attività in sala.
Preparato il paziente, concretamente, vengono poi posizionate sul femore e sulla tibia delle "antenne" che permettono agli operatori di avere sempre contezza della posizione di entrambe le ossa, senza doversi servire, come si fa invece in assenza di tale apparecchiatura di appositi strumenti "meccanici", con evidenti benefici anche ed in primis per il soggetto preso in carico.
Nel corso l'intervento poi, "marcando" dei punti specifici, è possibile ricostruire a video l'anatomia del ginocchio patologico da operare, "per permetterci una valutazione oggettiva delle lassità legamentose e di ottimizzare quindi i tagli", aggiunge il tecnico, introducendo il “plus” dello strumento, evidenziato anche dalla dottoressa Dell'Oro, ovvero questa capacità di restituire valori da confrontare con ciò che l'ortopedico stima a occhio o per esperienza. “Se dicono quello che tu vedi clinicamente, ti supportano poi nel proseguire nell'azione”.
“Grazie alla Fondazione Mariarosa e Giuseppe Crippa, abbiamo ora a disposizione un ausilio importante” riconosce il dottor Colombo, primo ad aver fortemente voluto dotare il Mandic di tale novità, con il pieno supporto del Direttore del Dipartimento di Area Chirurgica Piero Poli, anche per incrementare le potenzialità della Struttura in termini di attrattività per giovani ortopedici. “E' paragonabile al navigatore quando sei in macchina: hai una destinazione da raggiungere e ti dà diverse indicazioni. Tu puoi sceglierle se seguirle o meno. Come guidando, anche lavorando con questo robot, hai la possibilità di decidere di cambiare strada. In base all'anatomia che hai memorizzato e all'esperienza che hai acquisito facendo interventi, segui una via piuttosto che quella suggerita da ROSA®”.
Nessuna automazione dunque, con la figura del medico ancora cardine. Potendo però contare su un prezioso “assistente”, nel suo essere “artigiano” della sanità, tra sega, scalpello, trapano e il cemento finale, con la consapevolezza che un ginocchio più o meno funzionale fa effettivamente la differenza per la qualità della vita della persona si ha tra le mani.
“Nel corso del primo intervento – ha aggiunto ancora sorridendo il primario f.f, a riprova dell'importanza del sistema – io avevo una mia memoria anatomica del ginocchio, l'apparecchio mi diceva un'altra cosa: alla fine mi sono fidato, l'ho seguito e... effettivamente aveva ragione”.
Come accennato, i benefici non sono solo lato operatore, aiutato ad essere più preciso. Il paziente, per prima cosa, subisce un minor sanguinamento, “sia durante l'intervento chirurgico che nel post operatorio” argomenta il dottor Colombo. “Questo consente di arrivare a fare meno trasfusioni nel post operatorio, se non a non farne proprio. Avvertirà poi meno dolore perché – come appunto già anticipato - con il robot si riesce a fare un'operazione dove l'invasività è minore. Ci sarà inoltre la possibilità di una ripresa più veloce perché sia il minor sanguinamento che la minore invasività consentono al paziente di riprendere più velocemente, di tornare dunque in piedi più rapidamente con un vantaggio anche, poi, a lungo termine”.
Ora dunque, non resta che prendere sempre più confidenza con – il non semplice – funzionamento del macchinario da parte di tutte le figure professionali che, nel corso di un intervento gravitano attorno al paziente, chiamate a rivedere, in parte, gli automatismi di una procedura chirurgica tutto sommato routinaria. Ogni anno, del resto, in media, a Lecco vengono effettuate 130 protesi di ginocchio e un'ottantina al Mandic. Alti dunque, una volta andato a regime il sistema, i volumi potenziali per "ROSA®", anche se, come ha già avuto modo di sottolineare il dottor Poli nel presentare la donazione (QUI l'articolo), “ogni caso è a sé e, come in generale le indicazioni all'intervento sono ponderate e non mosse certo dalla volontà di strafare, anche per l'utilizzo del robot si valuterà, di volta in volta l'appropriatezza”.
Il direttore generale Marco Trivelli è intervenuto ringraziando quanti hanno reso possibile la nuova metodologia di intervento a partire dai coniugi Mariarosa Lavelli e Giuseppe Crippa, cui è intitolata la Fondazione che ha donato lo strumento assicurando anche un fondo per la manutenzione.
“Ringraziamo la fondazione Mariarosa e Giuseppe Crippa per aver donato questa importante strumentazione al reparto di ortopedia del San Leopoldo Mandic di Merate, secondo in Regione Lombardia ad avere in dotazione il robot ROSA®. Ringrazio l’equipe della ortopedia di Merate, guidata dal dottor Pierluigi Colombo, perché ha la storia e la competenza professionale per “meritare” questa strumentazione. Ringrazio inoltre il dottor Poli, direttore del dipartimento chirurgico aziendale, nella sua veste di direttore della ortopedia del presidio Manzoni di Lecco, per aver garantito sempre una stretta cooperazione tra i due presidi”.
Un "gioiellino" da 800.000 euro oltre iva, di cui giusto un paio di nosocomi pubblici del territorio dispongono, destinato al presidio meratese per esplicita volontà della realtà che si è fatta carico dell'importante spesa, già intervenuta in altre occasioni a sostegno del nosocomio di via Cerri ed, in generale, delle necessità del territorio.
Un uomo il primo paziente operato dal dottor Pierluigi Colombo, direttore facente funzioni della Struttura Complessa di Ortopedia del Mandic, potendo godere "dell'assistenza" di ROSA®; sinistro il ginocchio "attenzionato". Donna la seconda, uscita dal blocco del sesto piano con una protesi totale destra, in uno strano gioco delle liste d'attesa che ha così portato l'equipe' chirurgica - coinvolti anche il dottor Marco Camagni e la dottoressa Francesca Dell'Oro - ad affrontare, uno dopo l'altro, due casi "speculari" con il nuovo ausilio.
ROSA®, tecnicamente (ma senza entrare troppo nello specifico), è composto da due unità: quella robotica (il "cervello" vero e proprio) e quella ottica. "Funzionano insieme", spiega Carlo Raffaldi, l'ingegnere biomedico di Zimmer Biomet, la società sviluppatrice, che supervisionerà, almeno per qualche mese, l'attività in sala.
Preparato il paziente, concretamente, vengono poi posizionate sul femore e sulla tibia delle "antenne" che permettono agli operatori di avere sempre contezza della posizione di entrambe le ossa, senza doversi servire, come si fa invece in assenza di tale apparecchiatura di appositi strumenti "meccanici", con evidenti benefici anche ed in primis per il soggetto preso in carico.
Nel corso l'intervento poi, "marcando" dei punti specifici, è possibile ricostruire a video l'anatomia del ginocchio patologico da operare, "per permetterci una valutazione oggettiva delle lassità legamentose e di ottimizzare quindi i tagli", aggiunge il tecnico, introducendo il “plus” dello strumento, evidenziato anche dalla dottoressa Dell'Oro, ovvero questa capacità di restituire valori da confrontare con ciò che l'ortopedico stima a occhio o per esperienza. “Se dicono quello che tu vedi clinicamente, ti supportano poi nel proseguire nell'azione”.
“Grazie alla Fondazione Mariarosa e Giuseppe Crippa, abbiamo ora a disposizione un ausilio importante” riconosce il dottor Colombo, primo ad aver fortemente voluto dotare il Mandic di tale novità, con il pieno supporto del Direttore del Dipartimento di Area Chirurgica Piero Poli, anche per incrementare le potenzialità della Struttura in termini di attrattività per giovani ortopedici. “E' paragonabile al navigatore quando sei in macchina: hai una destinazione da raggiungere e ti dà diverse indicazioni. Tu puoi sceglierle se seguirle o meno. Come guidando, anche lavorando con questo robot, hai la possibilità di decidere di cambiare strada. In base all'anatomia che hai memorizzato e all'esperienza che hai acquisito facendo interventi, segui una via piuttosto che quella suggerita da ROSA®”.
Nessuna automazione dunque, con la figura del medico ancora cardine. Potendo però contare su un prezioso “assistente”, nel suo essere “artigiano” della sanità, tra sega, scalpello, trapano e il cemento finale, con la consapevolezza che un ginocchio più o meno funzionale fa effettivamente la differenza per la qualità della vita della persona si ha tra le mani.
“Nel corso del primo intervento – ha aggiunto ancora sorridendo il primario f.f, a riprova dell'importanza del sistema – io avevo una mia memoria anatomica del ginocchio, l'apparecchio mi diceva un'altra cosa: alla fine mi sono fidato, l'ho seguito e... effettivamente aveva ragione”.
Ora dunque, non resta che prendere sempre più confidenza con – il non semplice – funzionamento del macchinario da parte di tutte le figure professionali che, nel corso di un intervento gravitano attorno al paziente, chiamate a rivedere, in parte, gli automatismi di una procedura chirurgica tutto sommato routinaria. Ogni anno, del resto, in media, a Lecco vengono effettuate 130 protesi di ginocchio e un'ottantina al Mandic. Alti dunque, una volta andato a regime il sistema, i volumi potenziali per "ROSA®", anche se, come ha già avuto modo di sottolineare il dottor Poli nel presentare la donazione (QUI l'articolo), “ogni caso è a sé e, come in generale le indicazioni all'intervento sono ponderate e non mosse certo dalla volontà di strafare, anche per l'utilizzo del robot si valuterà, di volta in volta l'appropriatezza”.
Il direttore generale Marco Trivelli è intervenuto ringraziando quanti hanno reso possibile la nuova metodologia di intervento a partire dai coniugi Mariarosa Lavelli e Giuseppe Crippa, cui è intitolata la Fondazione che ha donato lo strumento assicurando anche un fondo per la manutenzione.
“Ringraziamo la fondazione Mariarosa e Giuseppe Crippa per aver donato questa importante strumentazione al reparto di ortopedia del San Leopoldo Mandic di Merate, secondo in Regione Lombardia ad avere in dotazione il robot ROSA®. Ringrazio l’equipe della ortopedia di Merate, guidata dal dottor Pierluigi Colombo, perché ha la storia e la competenza professionale per “meritare” questa strumentazione. Ringrazio inoltre il dottor Poli, direttore del dipartimento chirurgico aziendale, nella sua veste di direttore della ortopedia del presidio Manzoni di Lecco, per aver garantito sempre una stretta cooperazione tra i due presidi”.
A.M.