Femminicidi: l'80% è opera di cittadini italiani
Un altro anno è passato, ma la violenza contro le donne rimane la stessa.
In questo 25 novembre piangiamo altre 96 donne uccise da uomini, la maggior parte erano loro familiari o persone con cui avevano o avevano chiuso una relazione affettiva. Sono vittime della cultura del possesso che nega alle donne l’autonomia e la libertà di vivere la vita che desiderano, vittime della cultura dello stupro che legittima l’utilizzo della violenza e della prevaricazione, vittime della cultura patriarcale in cui il potere è sempre prevalentemente nelle mani degli uomini.
Ecco perché queste sorelle, figlie, madri, donne con dei sogni e delle ambizioni ancora tutte da scrivere, non sono più con noi.
Oggi, nel ricordarle e nel rinnovare il nostro impegno per contrastare la violenza contro le donne, sentiamo il dovere di difenderle dalle strumentalizzazioni di chi vuole fare propaganda elettorale a costo di offenderne la memoria, negando addirittura le cause che hanno condotto a questi crimini efferati.
Sono vergognose e fuori dalla realtà le affermazioni del Ministro Valditara, avallate dalla premier Giorgia Meloni, che veicolano messaggi falsi e pericolosi secondo cui i femminicidi sarebbero legati ai flussi migratori.
I dati dicono altro e lo dicono inequivocabilmente da anni: l’80% dei femminicidi è commesso da cittadini italiani, indipendentemente da quanti migranti arrivano in Italia.
Quello che dobbiamo fare è un grande lavoro culturale. Tutte e tutti siamo coinvolti, tutte e tutti abbiamo davanti ancora tanta strada da fare, perché queste donne non siano morte invano.
In questo 25 novembre piangiamo altre 96 donne uccise da uomini, la maggior parte erano loro familiari o persone con cui avevano o avevano chiuso una relazione affettiva. Sono vittime della cultura del possesso che nega alle donne l’autonomia e la libertà di vivere la vita che desiderano, vittime della cultura dello stupro che legittima l’utilizzo della violenza e della prevaricazione, vittime della cultura patriarcale in cui il potere è sempre prevalentemente nelle mani degli uomini.
Ecco perché queste sorelle, figlie, madri, donne con dei sogni e delle ambizioni ancora tutte da scrivere, non sono più con noi.
Oggi, nel ricordarle e nel rinnovare il nostro impegno per contrastare la violenza contro le donne, sentiamo il dovere di difenderle dalle strumentalizzazioni di chi vuole fare propaganda elettorale a costo di offenderne la memoria, negando addirittura le cause che hanno condotto a questi crimini efferati.
Sono vergognose e fuori dalla realtà le affermazioni del Ministro Valditara, avallate dalla premier Giorgia Meloni, che veicolano messaggi falsi e pericolosi secondo cui i femminicidi sarebbero legati ai flussi migratori.
I dati dicono altro e lo dicono inequivocabilmente da anni: l’80% dei femminicidi è commesso da cittadini italiani, indipendentemente da quanti migranti arrivano in Italia.
Quello che dobbiamo fare è un grande lavoro culturale. Tutte e tutti siamo coinvolti, tutte e tutti abbiamo davanti ancora tanta strada da fare, perché queste donne non siano morte invano.
Conferenza delle Donne Democratiche della provincia di Lecco