Brivio: il punto sul restauro della chiesa parrocchiale
I lavori di restauro alla chiesa prepositurale di Brivio sono in corso dalla scorsa estate e non si sa ancora con certezza quando termineranno, anche se la previsione è quella di ultimare il primo lotto entro la primavera prossima. Nel frattempo nella serata di venerdì 15 novembre la parrocchia ha voluto fare il punto sulle opere con i fedeli e spiegare loro nel dettaglio che cosa si sta “combinando” in cima ai ponteggi che sovrastano il presbiterio.
Per l’occasione presso il cineteatro “Flavio Mauri” sono stati invitati l’architetto Marco Offredi, che sta curando personalmente l’intervento, e i restauratori Fabrizio Losa e Olivero Fumagalli, che invece lo stanno eseguendo.
Lo studio preliminare all’intervento è stato avviato già nel 2018, il Covid e i vari adempimenti burocratici hanno allungato i tempi e finalmente nel 2024 il primo dei tre lotti di lavori – quello che interessa appunto la parte finale della chiesa – è iniziato.
Ricordando la decisione della Curia di non procedere ai lavori di adeguamento sismico alla chiesa di Beverate, don Emilio Colombo ha inizio serata ha spiegato l’importanza di intervenire sull'edificio di Brivio, che sarà il luogo di culto di riferimento per tutta la comunità pastorale. La parola è quindi passata all’architetto Offredi che, proiettando fotografie precedenti e antecedenti a quanto eseguito sin ora, ha spiegato l’andamento dei lavori.
Prima di partire con l’opera sono stati eseguiti rilievi con tecnologia scanner all’avanguardia e indagini cromatiche stratigrafiche chimico-fisiche per capire come fosse fatto l’edificio e cogliere eventuali criticità, come per esempio l’umidità che è presente tuttora. Da questa “scannerizzazione” della chiesa è stato poi possibile procedere allo studio della cromia dei materiali sovrapposti nel tempo. Questo è stato fondamentale per i professionisti per selezionare la tinta più idonea da applicare adesso, previa approvazione della Soprintendenza, che proprio a questo riguardo non si è ancora espressa.
La scannerizzazione ha portato all’evidenza dei tecnici anche tutte le fessure, vere e proprie crepe, che di districano in diverse aree del soffitto. Anche su quelle i restauratori stanno operando per risanarle prima di provvedere alla nuova tinteggiatura.
L’architetto Offredi ha spiegato che lo studio preliminare è stato piuttosto lungo, ma indispensabile e necessario per avere le prime autorizzazioni da parte della Soprintendenza ad avviare i lavori, non prima però di diversi sopralluoghi. Dopodiché i restauratori hanno potuto procedere ai lavaggi delle pareti per togliere le tempere e sistemare appunto le fessurazioni. Come spiegato dal restauratore Fabrizio Losa, si è dovuto procedere anche a fissare con specifico collante chimico le pareti laddove la pittura ancora teneva. Come raccontato però, è stato un intervento delicato, poiché la pittura “sfarinava” a tal punto che era possibile toglierla solo con una passata di mano. “Sembrava un lavoro modesto – ha spiegato Losa – in realtà dal vivo è risultato molto impegnativo”. Le colorazioni infatti una volta venivano fatte con tempere e coloranti in polvere, spesso mischiati con colle vegetali o animali che a lungo andare si decompongono e producono muffe. “Abbiamo fatto il massimo che si poteva fare e abbiamo ottenuto un buon risultato” ha spiegato il restauratore.
Ora si tratta di attendere che la Soprintendenza approvi le tinte proposte dal progettista dei lavori, così che si possa terminare il primo lotto di lavori. È importante che ciò avvenga in tempi rapidi anche perché il noleggio dell’impalcatura è piuttosto costoso. Proprio per ottimizzare la spesa si sta pensando di realizzare un nuovo impianto di illuminazione per ammortizzare il costo del ponteggio e fare in modo che il lavoro di restauro delle pareti e del soffitto venga poi valorizzato da adeguata illuminazione. Anche per il progetto di illuminazione però si è al momento in attesa dell’approvazione. Il costo di questo impianto, si aggirerebbe sui 50/60 mila euro, tenendo anche presente il fatto che è stato messo a norma l’impianto elettrico.
In generale invece tutto l’intervento costerà circa 773.400 euro. Al momento i lavori in corso riguardano il primo lotto, il cui costo si aggira attorno ai 204.700 euro, a cui vanno però aggiunte tutte le spese tecniche, la progettazione, le indagini chimico-fisiche e l’Iva, e arrivando così attorno ai 350.000 euro. Il secondo lotto, che riguarderà la parte centrale della chiesa, ha un costo previsto di 240.000 euro. Il terzo lotto invece, che riguarderà la parte iniziale della chiesa, dunque l’ingresso, ha un costo previsto di 177.000 euro.
A farsi carico di queste spese è la parrocchia, ma i fedeli potranno contribuire, se vorranno, con donazioni. A tal proposito sono stati spiegati i benefici fiscali di cui possono usufruire sia le persone fisiche che le aziende. L’architetto Offredi ha spiegato che per le imprese sarò possibile dedurre dal reddito le donazioni in denaro per un importo non superiore a 30.000 euro o al 2% del reddito d'impresa dichiarato, oppure dedurre dal reddito complessivo netto le donazioni in denaro per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato. Per quanto riguarda le persone fisica, invece, sarà possibile detrarre dall'imposta lorda il 30% dell'importo donato, fino a un massimo di 30.000 euro, oppure dedurre dal reddito complessivo netto le donazioni in denaro per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato. In alternativa, in base al regime fiscale applicato alle erogazioni liberali verso le ONG. L’ultima possibile è quella di dedurre dal reddito le donazioni in denaro per un importo non superiore al 2% del reddito complessivo dichiarato.
La serata si è conclusa con una breve presentazione della storia della chiesa di Brivio, le cui origini risalirebbero addirittura al X secolo. A questa parte è stato dedicato un articolo a parte.
Per l’occasione presso il cineteatro “Flavio Mauri” sono stati invitati l’architetto Marco Offredi, che sta curando personalmente l’intervento, e i restauratori Fabrizio Losa e Olivero Fumagalli, che invece lo stanno eseguendo.
Lo studio preliminare all’intervento è stato avviato già nel 2018, il Covid e i vari adempimenti burocratici hanno allungato i tempi e finalmente nel 2024 il primo dei tre lotti di lavori – quello che interessa appunto la parte finale della chiesa – è iniziato.
Ricordando la decisione della Curia di non procedere ai lavori di adeguamento sismico alla chiesa di Beverate, don Emilio Colombo ha inizio serata ha spiegato l’importanza di intervenire sull'edificio di Brivio, che sarà il luogo di culto di riferimento per tutta la comunità pastorale. La parola è quindi passata all’architetto Offredi che, proiettando fotografie precedenti e antecedenti a quanto eseguito sin ora, ha spiegato l’andamento dei lavori.
Prima di partire con l’opera sono stati eseguiti rilievi con tecnologia scanner all’avanguardia e indagini cromatiche stratigrafiche chimico-fisiche per capire come fosse fatto l’edificio e cogliere eventuali criticità, come per esempio l’umidità che è presente tuttora. Da questa “scannerizzazione” della chiesa è stato poi possibile procedere allo studio della cromia dei materiali sovrapposti nel tempo. Questo è stato fondamentale per i professionisti per selezionare la tinta più idonea da applicare adesso, previa approvazione della Soprintendenza, che proprio a questo riguardo non si è ancora espressa.
La scannerizzazione ha portato all’evidenza dei tecnici anche tutte le fessure, vere e proprie crepe, che di districano in diverse aree del soffitto. Anche su quelle i restauratori stanno operando per risanarle prima di provvedere alla nuova tinteggiatura.
L’architetto Offredi ha spiegato che lo studio preliminare è stato piuttosto lungo, ma indispensabile e necessario per avere le prime autorizzazioni da parte della Soprintendenza ad avviare i lavori, non prima però di diversi sopralluoghi. Dopodiché i restauratori hanno potuto procedere ai lavaggi delle pareti per togliere le tempere e sistemare appunto le fessurazioni. Come spiegato dal restauratore Fabrizio Losa, si è dovuto procedere anche a fissare con specifico collante chimico le pareti laddove la pittura ancora teneva. Come raccontato però, è stato un intervento delicato, poiché la pittura “sfarinava” a tal punto che era possibile toglierla solo con una passata di mano. “Sembrava un lavoro modesto – ha spiegato Losa – in realtà dal vivo è risultato molto impegnativo”. Le colorazioni infatti una volta venivano fatte con tempere e coloranti in polvere, spesso mischiati con colle vegetali o animali che a lungo andare si decompongono e producono muffe. “Abbiamo fatto il massimo che si poteva fare e abbiamo ottenuto un buon risultato” ha spiegato il restauratore.
Ora si tratta di attendere che la Soprintendenza approvi le tinte proposte dal progettista dei lavori, così che si possa terminare il primo lotto di lavori. È importante che ciò avvenga in tempi rapidi anche perché il noleggio dell’impalcatura è piuttosto costoso. Proprio per ottimizzare la spesa si sta pensando di realizzare un nuovo impianto di illuminazione per ammortizzare il costo del ponteggio e fare in modo che il lavoro di restauro delle pareti e del soffitto venga poi valorizzato da adeguata illuminazione. Anche per il progetto di illuminazione però si è al momento in attesa dell’approvazione. Il costo di questo impianto, si aggirerebbe sui 50/60 mila euro, tenendo anche presente il fatto che è stato messo a norma l’impianto elettrico.
In generale invece tutto l’intervento costerà circa 773.400 euro. Al momento i lavori in corso riguardano il primo lotto, il cui costo si aggira attorno ai 204.700 euro, a cui vanno però aggiunte tutte le spese tecniche, la progettazione, le indagini chimico-fisiche e l’Iva, e arrivando così attorno ai 350.000 euro. Il secondo lotto, che riguarderà la parte centrale della chiesa, ha un costo previsto di 240.000 euro. Il terzo lotto invece, che riguarderà la parte iniziale della chiesa, dunque l’ingresso, ha un costo previsto di 177.000 euro.
A farsi carico di queste spese è la parrocchia, ma i fedeli potranno contribuire, se vorranno, con donazioni. A tal proposito sono stati spiegati i benefici fiscali di cui possono usufruire sia le persone fisiche che le aziende. L’architetto Offredi ha spiegato che per le imprese sarò possibile dedurre dal reddito le donazioni in denaro per un importo non superiore a 30.000 euro o al 2% del reddito d'impresa dichiarato, oppure dedurre dal reddito complessivo netto le donazioni in denaro per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato. Per quanto riguarda le persone fisica, invece, sarà possibile detrarre dall'imposta lorda il 30% dell'importo donato, fino a un massimo di 30.000 euro, oppure dedurre dal reddito complessivo netto le donazioni in denaro per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato. In alternativa, in base al regime fiscale applicato alle erogazioni liberali verso le ONG. L’ultima possibile è quella di dedurre dal reddito le donazioni in denaro per un importo non superiore al 2% del reddito complessivo dichiarato.
La serata si è conclusa con una breve presentazione della storia della chiesa di Brivio, le cui origini risalirebbero addirittura al X secolo. A questa parte è stato dedicato un articolo a parte.
E.Ma.