Treni cancellati, ma ormai non fa notizia. I politici litigano e la gente appare rassegnata

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Gentile Direttore,
scrivo in preda all'indignazione, sentimento che nella sua accezione positiva di spinta per un miglioramento delle condizioni di vita delle persone ultimamente latita. Quanto avvenuto ieri pomeriggio - cancellazione di tutti i treni sulla linea ferroviaria Milano-Lecco - è ormai diventata una consuetudine, motivo per cui non fa più nemmeno notizia. Non ne ha infatti parlato il tg3 regionale e non mi pare (salvo smentite) neppure l'organo di stampa da lei diretto. Da un po' di tempo spostarsi in Lombardia (ma da quanto mi riferiscono persone a me vicine e che viaggiano spesso anche in molte altre parti d'Italia) è diventata un'impresa titanica. con qualsiasi mezzo si viaggi. Se si si usa l'auto, oltre a peggiorare il già pessimo stato dell'aria che respiriamo, ci si sposta a passo d'uomo. Se si viaggia con i mezzi pubblici, cosa che sarebbe auspicabile per ridurre il suddetto inquinamento, addirittura non si ha nemmeno la certezza di poter arrivare a destinazione. Mi domando: può un Paese dirsi civile se non riesce a garantire ai suoi cittadini il diritto alla mobilità? Inutile ricordare che ci si sposta non solo per divertimento, cultura e mantenimento delle relazioni (tutte cose comunque importanti e apprezzabili) ma anche per esigenze più cogenti come il lavoro, lo studio e la cura della propria salute. Perché, mi scusi la brutalità, tutti se ne fregano? Sentiamo e leggiamo continuamente dispute su questioni ideologiche che lasciano il tempo che trovano, mentre la nostra vita quotidiana perde ogni giorno di più in qualità. Ma ciò sembra non importare a nessuno. Non alla gente comune che subisce questo stato di cose e che tuttavia appare sempre più rassegnata. Non ai mezzi di informazione (non parlo di Merateonline, che comunque solitamente dà conto dei disservizi, quanto piuttosto dei media cosiddetti mainstream), non ai politici che per l'appunto sono impegnati a insultarsi reciprocamente più che ad occuparsi dei problemi di noi comuni mortali. So già che mi attirerò la qualifica di "qualunquista", ma chi mi conosce sa che così non è. Sono però, questo sì, una cittadina esasperata dal vedere problemi irrisolti e anzi in via di peggioramento senza che nessuno faccia qualcosa (faccia, non semplicemente dica!). Auspico che qualcuno (un partito, un movimento, ...) inserisca tra i diritti da difendere quello alla mobilità e si dia da fare (e sottolineo di nuovo "fare") perché questo diritto venga rispettato. Per la cronaca: ieri sono riuscita a tornare a casa grazie alla disponibilità di un'amica che è venuta a prendermi a Monza dove fermava un treno diretto a Chiasso. Non tutti però possono contare su amici o familiari disponibili e soprattutto, con l'invecchiamento della popolazione, aumentano le persone non più in grado di guidare, altro problema questo di cui nessuno si interessa!
Cordiali saluti. 
Annarmaria Vicini
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