La paura corre per la strada
Sei furti in 48 ore – e sono solo quelli noti – una rapina in piena via Manzoni a mano armata, anzi a due mani armate di altrettanti machete con lame di mezzo metro. Ma che cosa diavolo sta succedendo in città? Le notizie volano di bocca in bocca, così come la paura al primo calare delle ombre. Perché i furti ormai avvengono tra le 18 e le 22, quasi fosse un secondo turno lavorativo. E perché da certe strade che dovrebbero essere note a Autorità civili e militari nessuno più passa a piedi.
L’impunità ormai è una costante. La memoria ci porta alla metà degli anni novanta quando la sicurezza era affidata a un manipolo di carabinieri acquartierati in poche stanze in via Verdi, agli ordini prima del maresciallo Guido Scarpa poi del maresciallo Luigi Notaro. Otto, nove uomini, un furgone 850 e un’alfetta.
Con tenacia Mario Gallina sindaco dell’epoca riuscì a ottenere la cosiddetta “tenenza” su terreno messo a disposizione del comune di Merate costato 300 milioni di lire.
Doveva essere l’avamposto in Brianza con una stazione e il comando di Compagnia, dotato di Nucleo Operativo per le investigazioni e la Radiomobile.
Intorno altre stazioni a difesa del ricco territorio: Brivio, Casatenovo, Cremella, Olginate.
Una presenza notevole, tanto da escludere l’ipotesi di un Commissariato della Polizia di Stato, chiesta da alcuni sindaci e sostenuta da qualche questore.
Purtroppo, però, la cronaca dice tutt’altro. Dice che nel sottobosco si aggirano soggetti dediti alle più svariate attività illecite di cui il furto è solo la punta dell’iceberg.
Per questo non riusciamo a comprendere l’organizzazione della Polizia locale – ad esempio – che alle 19 salvo rari casi smonta, mentre presidia il territorio in giornata con una spiccata attenzione per i divieti di sosta. Pare necessario che l’auto ferma quasi quotidianamente dalle 18 alle 19 in piazza Prinetti con agenti a bordo giri da via Verdi alla Cassina in costante perlustrazione con i dispositivi luminosi in funzione.
E pare indispensabile che i comandanti di carabinieri e agenti della locale operino in maniera sinergica per assicurare, gli uni o gli altri, l’intervento in pochi minuti. Diversamente se dalla chiamata all’arrivo passano anche 50 minuti il lavoro da fare è puramente burocratico, potrebbe farlo un civile.
Ci fermiamo qui. Per ora. La gravità della situazione è evidente e basta scendere in strada per cogliere il senso profondo di insicurezza che serpeggia tra la popolazione.
Un folle che percorre via Manzoni con due machete in mano genera terrore. Soprattutto se sono le 19.15 con negozi aperti e famiglie per strada.
L’impunità ormai è una costante. La memoria ci porta alla metà degli anni novanta quando la sicurezza era affidata a un manipolo di carabinieri acquartierati in poche stanze in via Verdi, agli ordini prima del maresciallo Guido Scarpa poi del maresciallo Luigi Notaro. Otto, nove uomini, un furgone 850 e un’alfetta.
Con tenacia Mario Gallina sindaco dell’epoca riuscì a ottenere la cosiddetta “tenenza” su terreno messo a disposizione del comune di Merate costato 300 milioni di lire.
Doveva essere l’avamposto in Brianza con una stazione e il comando di Compagnia, dotato di Nucleo Operativo per le investigazioni e la Radiomobile.
Intorno altre stazioni a difesa del ricco territorio: Brivio, Casatenovo, Cremella, Olginate.
Una presenza notevole, tanto da escludere l’ipotesi di un Commissariato della Polizia di Stato, chiesta da alcuni sindaci e sostenuta da qualche questore.
Purtroppo, però, la cronaca dice tutt’altro. Dice che nel sottobosco si aggirano soggetti dediti alle più svariate attività illecite di cui il furto è solo la punta dell’iceberg.
Per questo non riusciamo a comprendere l’organizzazione della Polizia locale – ad esempio – che alle 19 salvo rari casi smonta, mentre presidia il territorio in giornata con una spiccata attenzione per i divieti di sosta. Pare necessario che l’auto ferma quasi quotidianamente dalle 18 alle 19 in piazza Prinetti con agenti a bordo giri da via Verdi alla Cassina in costante perlustrazione con i dispositivi luminosi in funzione.
E pare indispensabile che i comandanti di carabinieri e agenti della locale operino in maniera sinergica per assicurare, gli uni o gli altri, l’intervento in pochi minuti. Diversamente se dalla chiamata all’arrivo passano anche 50 minuti il lavoro da fare è puramente burocratico, potrebbe farlo un civile.
Ci fermiamo qui. Per ora. La gravità della situazione è evidente e basta scendere in strada per cogliere il senso profondo di insicurezza che serpeggia tra la popolazione.
Un folle che percorre via Manzoni con due machete in mano genera terrore. Soprattutto se sono le 19.15 con negozi aperti e famiglie per strada.
Claudio Brambilla