Olgiate: la disparità di genere nel dialogo con il filosofo Gasparrini
Nella serata di venerdì 8 novembre ha avuto inizio la rassegna dal titolo “Lo scrigno di Pandora: donne e uomini in dialogo con la vita”, organizzata da “Officina Donna” e “L'Altra Metà del Cielo – telefono donna di Merate”.
Ospite il filosofo femminista Lorenzo Gasparrini, che insieme alla scrittrice Grazia Mauri, ha dialogato sulla disparità di genere. Gli scritti di Gasparrini, nascono da un percorso personale di comprensione su una maschilità che gli era stata trasmessa, ma che nella quale non si riconosceva. Iniziando a postare pensieri e considerazioni su blog e forum, il filosofo ha scoperto che molti uomini volevano parlare dei privilegi, della struttura gerarchica e delle caratteristiche dell'essere uomo, ma non avevano gli spazi adeguati per farlo.
Il filosofo di origine romana ha iniziato così ad interrogarsi sulla genesi della disparità di genere e della concezione di superiorità del maschile. “Sicuramente la discriminazione del femminile si è diffusa senza dare nell'occhio a causa degli insegnamenti trasmessi dalla Chiesa” ha esordito nel suo discorso. Già dalla Genesi, nel primo libro del Vangelo, viene indicato che l'uomo viene creato a immagine e somiglianza di Dio, mentre la donna dalla costola dell'uomo. In Gesù emerge però una figura che andava contro le leggi dell'epoca: parlava con le donne e andava nelle loro case senza che fossero presenti altri uomini.
Queste descrizioni hanno dato vita ad un condizionamento sulla società che ha portato in tutti gli ambiti ad una prevalenza maschile, dal settore politico e lavorativo a quello sportivo, una preponderanza evidente ancora oggi in tutta Italia. Si sono generate categorie, sottoclassi e pregiudizi, persino i proverbi e insulti si sono accaniti sulle donne e sono stati perpetrati dal patriarcato e capitalismo. Le donne sono sempre state raccomandate su come comportarsi, su come vestirsi, mentre la controparte maschile ha potuto agire di propria volontà.
Negli ultimi decenni le donne hanno lottato per ottenere i propri diritti a differenza degli uomini, che sempre rimasti su un piedistallo, non sono ancora in grado di identificarsi come genere o come un gruppo sociale con particolari caratteristiche per le quali “lottare” per essere riconosciuti. È ormai giunto il momento, secondo Gasparrini di posizionare una lente critica sull'idea di maschilità per ricostruirla su una nuova consapevolezza dell'uomo verso la propria natura e quella degli altri generi. L'uomo non deve più entrare in crisi ogni qual volta un'altra soggettività voglia rivendicare i propri diritti mettendo in pericolo il loro potere.
Fondamentale è intervenire tra i giovani, nelle scuole per rimuovere quei preconcetti che portano alla formazione di una società squilibrata e violenta. Ciò che manca è un educazione sul femminismo, che viene considerato da ragazzi e ragazze come un movimento di odio verso gli uomini, costituito da donne insoddisfatte e inappagate. È necessario ripensare la cultura e la parola per sradicare un sistema ingiusto e ormai datato, che viene portato avanti, spesso anche inconsciamente, da uomini e donne in ugual misura.
La serata si è conclusa con domande e riflessioni da parte del pubblico su un discorso che verrà ripreso con il prossimo appuntamento, venerdì 15 novembre con lo spettacolo teatrale “Notturno” di Albertina G. Alberti con la compagnia “La Sarabanda” presso il teatro parrocchiale di Olgiate.
Ospite il filosofo femminista Lorenzo Gasparrini, che insieme alla scrittrice Grazia Mauri, ha dialogato sulla disparità di genere. Gli scritti di Gasparrini, nascono da un percorso personale di comprensione su una maschilità che gli era stata trasmessa, ma che nella quale non si riconosceva. Iniziando a postare pensieri e considerazioni su blog e forum, il filosofo ha scoperto che molti uomini volevano parlare dei privilegi, della struttura gerarchica e delle caratteristiche dell'essere uomo, ma non avevano gli spazi adeguati per farlo.
Il filosofo di origine romana ha iniziato così ad interrogarsi sulla genesi della disparità di genere e della concezione di superiorità del maschile. “Sicuramente la discriminazione del femminile si è diffusa senza dare nell'occhio a causa degli insegnamenti trasmessi dalla Chiesa” ha esordito nel suo discorso. Già dalla Genesi, nel primo libro del Vangelo, viene indicato che l'uomo viene creato a immagine e somiglianza di Dio, mentre la donna dalla costola dell'uomo. In Gesù emerge però una figura che andava contro le leggi dell'epoca: parlava con le donne e andava nelle loro case senza che fossero presenti altri uomini.
Queste descrizioni hanno dato vita ad un condizionamento sulla società che ha portato in tutti gli ambiti ad una prevalenza maschile, dal settore politico e lavorativo a quello sportivo, una preponderanza evidente ancora oggi in tutta Italia. Si sono generate categorie, sottoclassi e pregiudizi, persino i proverbi e insulti si sono accaniti sulle donne e sono stati perpetrati dal patriarcato e capitalismo. Le donne sono sempre state raccomandate su come comportarsi, su come vestirsi, mentre la controparte maschile ha potuto agire di propria volontà.
Negli ultimi decenni le donne hanno lottato per ottenere i propri diritti a differenza degli uomini, che sempre rimasti su un piedistallo, non sono ancora in grado di identificarsi come genere o come un gruppo sociale con particolari caratteristiche per le quali “lottare” per essere riconosciuti. È ormai giunto il momento, secondo Gasparrini di posizionare una lente critica sull'idea di maschilità per ricostruirla su una nuova consapevolezza dell'uomo verso la propria natura e quella degli altri generi. L'uomo non deve più entrare in crisi ogni qual volta un'altra soggettività voglia rivendicare i propri diritti mettendo in pericolo il loro potere.
Fondamentale è intervenire tra i giovani, nelle scuole per rimuovere quei preconcetti che portano alla formazione di una società squilibrata e violenta. Ciò che manca è un educazione sul femminismo, che viene considerato da ragazzi e ragazze come un movimento di odio verso gli uomini, costituito da donne insoddisfatte e inappagate. È necessario ripensare la cultura e la parola per sradicare un sistema ingiusto e ormai datato, che viene portato avanti, spesso anche inconsciamente, da uomini e donne in ugual misura.
La serata si è conclusa con domande e riflessioni da parte del pubblico su un discorso che verrà ripreso con il prossimo appuntamento, venerdì 15 novembre con lo spettacolo teatrale “Notturno” di Albertina G. Alberti con la compagnia “La Sarabanda” presso il teatro parrocchiale di Olgiate.
I.Bi.