Parco Curone: Molgora o Zardoni per la presidenza
Nel sottobosco del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone si stanno muovendo i sindaci del territorio per il rinnovo della carica del presidente. Il mandato in teoria sarebbe già scaduto lo scorso 4 novembre, ma si attende che venga pubblicata la delibera della Giunta regionale che ha approvato il nuovo Statuto dell’Ente Parco. In questo modo potrebbero esprimersi sulla presidenza anche i due nuovi soci ex PLIS: Airuno e Valgreghentino (Olgiate Molgora fa già parte del Parco), che formalmente ancora non rientrano nella Comunità.
Fino ad ora il percorso non pare sia stato incentrato verso una strada unitaria. Due sono i nomi papabili e che hanno offerto la disponibilità. L’attuale presidente Marco Molgora sarebbe pronto a un bis. A contendergli la candidatura c’è Giovanni Zardoni, che è coordinatore delle Guardie Ecologiche Volontarie. Si tratta degli stessi nomi di cinque anni fa, ma questa volta l’esito potrebbe essere opposto. Stasera, lunedì 11 novembre, i due candidati si presenteranno ai soci. Sponsor formale di Molgora è Missaglia che si tira dietro i Comuni di centro-sinistra, mentre Cernusco Lombardone spinge per Zardoni, con l’appoggio del centro-destra.
Un mesetto fa era stato fatto circolare anche il nominativo del meratese Fabio Tamandi, che non è più in Consiglio comunale ma fa ancora parte del Consiglio di Gestione del Parco. Voci, quelle sulla supposta ambizione di Tamandi di concorrere al ruolo di presidente, che non hanno trovato però fondamento. Pare invece molto più credibile la possibilità che l’ex assessore all’Ecologia di Merate venga inserito nella rosa dei componenti del Consiglio di gestione del Parco, in continuità con l’attuale formazione. Un’ipotesi che però non piacerebbe all’area a sinistra della contesa, che avrebbe mostrato una certa insofferenza. In alternativa il sindaco di Merate Mattia Salvioni avrebbe voluto una donna.
Con il riassetto delle quote di partecipazione dei soci del Parco, Molgora si fermerebbe al 47%, si mormora, e non raggiungerebbe lo spartiacque necessario della metà più uno. Il principale attore è la Provincia di Lecco che detiene la quota più alta in proporzione, cioè il 15%. Nel 2019 l’allora presidente Claudio Usuelli aveva adottato la buona prassi di astenersi laddove fosse stato determinante e dunque divisivo. Ma, a differenza di allora, in Provincia non c’è più un governo di unità. La presidente Alessandra Hofmann (espressione della Lega) sarebbe pronta a spendere fino in fondo il proprio voto e risultare decisiva. Ago della bilancia però potrebbe essere anche La Valletta Brianza (che pesa circa il 10%), con il sindaco ex PD Marco Panzeri che potrebbe voltare le spalle al centro-sinistra preferendo la presidenza Zardoni. Dopo le carte bollate con Santa Maria Hoè sull’Unione della Valletta, i cambi in seno alla propria Giunta e l’uscita da Retesalute, Marco Panzeri potrebbe sparigliare ancora una volta le carte.
Nel 2019 alla fine c’era stata una convergenza di tutti su Molgora, sebbene qualche sindaco – Massimo Panzeri di Merate in primis – avesse turato il naso. Ci sono ancora delle settimane di attesa per capire come si concluderà la vicenda della nomina, se confluiranno tutti su uno dei due candidati o se ci sarà un terzo nome sbucato dal nulla.
Fino ad ora il percorso non pare sia stato incentrato verso una strada unitaria. Due sono i nomi papabili e che hanno offerto la disponibilità. L’attuale presidente Marco Molgora sarebbe pronto a un bis. A contendergli la candidatura c’è Giovanni Zardoni, che è coordinatore delle Guardie Ecologiche Volontarie. Si tratta degli stessi nomi di cinque anni fa, ma questa volta l’esito potrebbe essere opposto. Stasera, lunedì 11 novembre, i due candidati si presenteranno ai soci. Sponsor formale di Molgora è Missaglia che si tira dietro i Comuni di centro-sinistra, mentre Cernusco Lombardone spinge per Zardoni, con l’appoggio del centro-destra.
Un mesetto fa era stato fatto circolare anche il nominativo del meratese Fabio Tamandi, che non è più in Consiglio comunale ma fa ancora parte del Consiglio di Gestione del Parco. Voci, quelle sulla supposta ambizione di Tamandi di concorrere al ruolo di presidente, che non hanno trovato però fondamento. Pare invece molto più credibile la possibilità che l’ex assessore all’Ecologia di Merate venga inserito nella rosa dei componenti del Consiglio di gestione del Parco, in continuità con l’attuale formazione. Un’ipotesi che però non piacerebbe all’area a sinistra della contesa, che avrebbe mostrato una certa insofferenza. In alternativa il sindaco di Merate Mattia Salvioni avrebbe voluto una donna.
Con il riassetto delle quote di partecipazione dei soci del Parco, Molgora si fermerebbe al 47%, si mormora, e non raggiungerebbe lo spartiacque necessario della metà più uno. Il principale attore è la Provincia di Lecco che detiene la quota più alta in proporzione, cioè il 15%. Nel 2019 l’allora presidente Claudio Usuelli aveva adottato la buona prassi di astenersi laddove fosse stato determinante e dunque divisivo. Ma, a differenza di allora, in Provincia non c’è più un governo di unità. La presidente Alessandra Hofmann (espressione della Lega) sarebbe pronta a spendere fino in fondo il proprio voto e risultare decisiva. Ago della bilancia però potrebbe essere anche La Valletta Brianza (che pesa circa il 10%), con il sindaco ex PD Marco Panzeri che potrebbe voltare le spalle al centro-sinistra preferendo la presidenza Zardoni. Dopo le carte bollate con Santa Maria Hoè sull’Unione della Valletta, i cambi in seno alla propria Giunta e l’uscita da Retesalute, Marco Panzeri potrebbe sparigliare ancora una volta le carte.
Nel 2019 alla fine c’era stata una convergenza di tutti su Molgora, sebbene qualche sindaco – Massimo Panzeri di Merate in primis – avesse turato il naso. Ci sono ancora delle settimane di attesa per capire come si concluderà la vicenda della nomina, se confluiranno tutti su uno dei due candidati o se ci sarà un terzo nome sbucato dal nulla.
M.P.