Merate nel futuro, lettera aperta alla municipalità
Alla luce della oramai insostenibile situazione abitativa degli studenti universitari milanesi (leggi qui)
tempo fa ebbi a scrivere queste righe.
Oggi le ripropongo sperando di trovare, questa volta, maggiore sensibiltà nella nuova municipalità.
"Un'amministrazione illuminata, del territorio e dei suoi cittadini, è una forma di governo che sa stare al passo dei tempi. Ma senza lasciarsi travolgere. È una amministrazione migliore dei tempi che gli tocca attraversare, e lo fa smettendo di guardarsi le punte dei piedi, ma alzando lo sguardo e vedendo nuovi orizzonti dove oggi molti alzano muri e confini.
Lo fa sfruttando al meglio le risorse umane e culturali presenti sul territorio; incoraggiando le innovazioni e le potenzialità commerciali che la città sa esprimere.
Tutto questo fu il Rinascimento italiano.
Merate, seconda città della provincia, con il tempo e grazie all'intraprendenza suoi cittadini è diventata la città simbolo dell'"altro lecchese" dando il nome a tutto il comprensorio: il meratese.
Oggi però questo territorio, come gran parte del Paese, è in grosso affanno sotto i colpi di una trasformazione economica, sociale, culturale e tecnologica senza precedenti. E chiudersi a riccio, o peggio, invocare barriere e muri non servirà a nulla.
La città non si espande, il commercio "domestico" - quello cittadino per intenderci, sta collassando sotto i colpi di sempre maggiori e asettici "Centri commerciali".
L'età media continua a salire, termometro inequivocabile della fuga delle risorse migliori: i giovani. La "nostra mela" sembra volgere verso un declino inarrestabile, lungo la china del tramonto.
È questa la vera sfida che l'Amministrazione appena insediata deve avere il coraggio di affrontare. E vincere. Comprendendo anche le difficoltà dei tempi. Ovverosia trovare alla città la giusta collocazione, in un mondo dove le economie, le reti tecnologiche ed i flussi umani sono sempre più interdipendenti e globali.
Per fare questo Merate, quindi, deve alzare il proprio sguardo oltre l'angusto limite provinciale; e guardare lontano, fino a MONZA con il suo collegamento metropolitano immaginando e incoraggiando il suo prolungamento fino a Vimercate.
Ed ancora oltre, verso Milano, attingendo da quel serbatoio di innovazione, sviluppo e coraggio imprenditoriale "municipale" che non ha avuto paura di aprirsi al nuovo e quindi di attrarre risorse e capitali stranieri che hanno fatto di Milano la città italiana più "globale".
Questa la strada da seguire. Ad esempio popolando Merate di giovani universitari. Magari stipulando accordi e convenzioni con la facoltà milanesi. Offrendo affitti calmierati per appartamento e non posti letto, offrendo al contempo esenzioni e vantaggi fiscali ai proprietari che mettano a disposizione i propri immobili. Incoraggiando ragazzi e famiglie a spostarsi in questo angolo di Brianza con servizi e collegamenti gratuiti "da e per" la stazione ferroviaria.
Insomma aprire la città ai nuovi giovani cervelli che altro non sono che il futuro di questo Paese. Avere il coraggio di osservare il mondo da un diverso punto di osservazione. Un "reverse corner" capace di cambiare il paradigma cittadino facendo diventare MERATE un polo di attrazione per " studenti e docenti"'. Menti e idee da innestare nel tessuto cittadino. Linfa nuova, idee nuove, risorse "altre". Per una nuova rinascita.
Faro e simbolo di questo cambiamento potrebbe essere una nuova Biblioteca. Pensata e progettata come il nuovo "Polo culturale meratese". Un centro di aggregazione da impiantare in un Palazzo oppure in una Cittadella. Poco cambia. Ma sarà questo il simbolo della Merate che verrà. Il risveglio di una città e di un territorio che passa prima dal coraggio della sua "classe dirigente" e dalla sua municipalità. Poi dalla fiducia dei suoi cittadini.
Rimodulare orari e tempi della città e delle aperture commerciali, popolando il centro anche nelle ore serali, concorrendo se necessario agli orari della G.d.o. Avere il coraggio, insomma, di riconoscersi moltitudine di riscoprirsi comunità.
Potrebbero essere parole urlate controvento, queste. Ridotte a misero "flatus voci". Oppure semi da far germogliare, per una rinascita civica che sappia trasformare MERATE ed il "meratese" in qualcosa di più di un semplice concetto localistico.
In qualcosa di vero e di vivo, che faccia soffiare impetuoso sulla nostra città quel vento nuovo, la "Rinascita lombarda" avviata da Milano oramai quasi un decennio fa. Capace di quel coraggio di trasformare le sfide in opportunità di crescita. Milano lo ha fatto ed ha vinto (con Expo ieri, con le Olimpiadi oggi). Merate ora e adesso, quantomeno, ha il dovere di provarci".
tempo fa ebbi a scrivere queste righe.
Oggi le ripropongo sperando di trovare, questa volta, maggiore sensibiltà nella nuova municipalità.
"Un'amministrazione illuminata, del territorio e dei suoi cittadini, è una forma di governo che sa stare al passo dei tempi. Ma senza lasciarsi travolgere. È una amministrazione migliore dei tempi che gli tocca attraversare, e lo fa smettendo di guardarsi le punte dei piedi, ma alzando lo sguardo e vedendo nuovi orizzonti dove oggi molti alzano muri e confini.
Lo fa sfruttando al meglio le risorse umane e culturali presenti sul territorio; incoraggiando le innovazioni e le potenzialità commerciali che la città sa esprimere.
Tutto questo fu il Rinascimento italiano.
Merate, seconda città della provincia, con il tempo e grazie all'intraprendenza suoi cittadini è diventata la città simbolo dell'"altro lecchese" dando il nome a tutto il comprensorio: il meratese.
Oggi però questo territorio, come gran parte del Paese, è in grosso affanno sotto i colpi di una trasformazione economica, sociale, culturale e tecnologica senza precedenti. E chiudersi a riccio, o peggio, invocare barriere e muri non servirà a nulla.
La città non si espande, il commercio "domestico" - quello cittadino per intenderci, sta collassando sotto i colpi di sempre maggiori e asettici "Centri commerciali".
L'età media continua a salire, termometro inequivocabile della fuga delle risorse migliori: i giovani. La "nostra mela" sembra volgere verso un declino inarrestabile, lungo la china del tramonto.
È questa la vera sfida che l'Amministrazione appena insediata deve avere il coraggio di affrontare. E vincere. Comprendendo anche le difficoltà dei tempi. Ovverosia trovare alla città la giusta collocazione, in un mondo dove le economie, le reti tecnologiche ed i flussi umani sono sempre più interdipendenti e globali.
Per fare questo Merate, quindi, deve alzare il proprio sguardo oltre l'angusto limite provinciale; e guardare lontano, fino a MONZA con il suo collegamento metropolitano immaginando e incoraggiando il suo prolungamento fino a Vimercate.
Ed ancora oltre, verso Milano, attingendo da quel serbatoio di innovazione, sviluppo e coraggio imprenditoriale "municipale" che non ha avuto paura di aprirsi al nuovo e quindi di attrarre risorse e capitali stranieri che hanno fatto di Milano la città italiana più "globale".
Questa la strada da seguire. Ad esempio popolando Merate di giovani universitari. Magari stipulando accordi e convenzioni con la facoltà milanesi. Offrendo affitti calmierati per appartamento e non posti letto, offrendo al contempo esenzioni e vantaggi fiscali ai proprietari che mettano a disposizione i propri immobili. Incoraggiando ragazzi e famiglie a spostarsi in questo angolo di Brianza con servizi e collegamenti gratuiti "da e per" la stazione ferroviaria.
Insomma aprire la città ai nuovi giovani cervelli che altro non sono che il futuro di questo Paese. Avere il coraggio di osservare il mondo da un diverso punto di osservazione. Un "reverse corner" capace di cambiare il paradigma cittadino facendo diventare MERATE un polo di attrazione per " studenti e docenti"'. Menti e idee da innestare nel tessuto cittadino. Linfa nuova, idee nuove, risorse "altre". Per una nuova rinascita.
Faro e simbolo di questo cambiamento potrebbe essere una nuova Biblioteca. Pensata e progettata come il nuovo "Polo culturale meratese". Un centro di aggregazione da impiantare in un Palazzo oppure in una Cittadella. Poco cambia. Ma sarà questo il simbolo della Merate che verrà. Il risveglio di una città e di un territorio che passa prima dal coraggio della sua "classe dirigente" e dalla sua municipalità. Poi dalla fiducia dei suoi cittadini.
Rimodulare orari e tempi della città e delle aperture commerciali, popolando il centro anche nelle ore serali, concorrendo se necessario agli orari della G.d.o. Avere il coraggio, insomma, di riconoscersi moltitudine di riscoprirsi comunità.
Potrebbero essere parole urlate controvento, queste. Ridotte a misero "flatus voci". Oppure semi da far germogliare, per una rinascita civica che sappia trasformare MERATE ed il "meratese" in qualcosa di più di un semplice concetto localistico.
In qualcosa di vero e di vivo, che faccia soffiare impetuoso sulla nostra città quel vento nuovo, la "Rinascita lombarda" avviata da Milano oramai quasi un decennio fa. Capace di quel coraggio di trasformare le sfide in opportunità di crescita. Milano lo ha fatto ed ha vinto (con Expo ieri, con le Olimpiadi oggi). Merate ora e adesso, quantomeno, ha il dovere di provarci".
Giuseppe Criaco