Pagnano: la dottoressa Maria Chiara Gritti parla di emozioni e dipendenze affettive

Si è aperto nella serata di venerdì 8 novembre il ciclo di incontri organizzato dalla Biblioteca Alfonso Mandelli di Pagnano dal titolo “Tu chiamale se vuoi... Emozioni”. La rassegna prevede tre appuntamenti con psicologi e psicoterapeuti esperti che dialogano a proposito di temi centrali riguardanti le emozioni e dinamiche relazionali.
La prima ospite al teatro dell’oratorio è stata la dottoressa Maria Chiara Gritti, psicologa e psicoterapeuta con un dottorato in Scienze Umane, Fondatrice e Direttrice del Centro “Dipendiamo” a Bergamo, oltre che ideatrice di un innovativo percorso di guarigione sulla love addiction e sul narcisismo patologico. La professionista, che negli ultimi anni ha scritto tre volumi proprio sui temi che le stanno a cuore e che tratta attraverso con la sua professione – "La principessa che aveva fame d’amore" (Sperling & Kupfer, 2017),  "La principessa che voleva amare narciso” (Sonzogno, 2021) e “Leggenda del filo d’amore” (Sonzogno, 2024) – ha dialogato nel corso della serata con Laura Bonalume, anch’essa psicologa e psicoterapeuta. 
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Dopo aver introdotto il tema dal ciclo di incontri, quest'ultima ha avviato l’incontro chiedendo all'ospite quale fosse l’emozione a cui è più affezionata. “È un’emozione piccola e di cui si parla poco, la tenerezza, un’emozione che esce da cuore” ha risposto, citando la canzone di Simone Cristicchi che dice “Quando la barbarie diventa normalità, la tenerezza è l'unica insurrezione”. Quanto all’emozione più difficile da gestire, la dottoressa Gritti ha risposto che un tempo avrebbe detto “rabbia”. “In realtà ho capito che questa è importante e che molte malattie che vediamo in alcune persone derivano dal fatto che fin da piccole hanno dovuto reprimere la rabbia. È un’emozione delicata, può essere distruttiva, ma è importante e va legittimata a utilizzarsi. Tante donne che ho curato avevano dovuto reprimere la rabbia, e spesso il percorso di cura è stato proprio nel far tirar fuori loro la propria voce”. 
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La dottoressa Maria Chiara Gritti e la dottoressa Laura Bonalume

Parlando degli argomenti trattati nei suoi libri, la dottoressa Bonalume ha chiesto all'ospite di definire che cos’è per lei l’amore. “A me viene spontaneo dire che amare qualcuno vuol dire far crescere quella persona in qualsiasi ambito. Questo vale sia per i genitori che per i partner”. Al contrario di questo, la dottoressa Gritti ha detto di vedere spesso molte coppie che si limitano. 
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La conversazione si è quindi poi spostata sul lavoro della psicoterapeuta e il modo di operare nelle relazioni familiari quando non funzionano. “È importante capire cosa non sia andato bene. Solitamente noi non chiamiamo solo il ragazzo o la ragazza, ma anche la famiglia o i parenti che possono aver contributo a causare disagio” ha spiegato la professionista. “Ho passato giusta l'ultima settimana a convocare sorelle, fratelli e genitori per parlare e capire. Spesso capita che il loro amore ci sia, ma magari è sepolto in qualche angolo. A volte capitano adulti che si scusano perché non riusciti a dare affetto ai figli quando erano piccoli”. 
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L’affetto, secondo la dottoressa Gritti, è fondamentale, ma serve in giusta quantità. “Nei tuoi libri usi spesso metafore, soprattutto quella alimentare” ha fatto notare la dottoressa Bonalume, menzionando il libro “La principessa che aveva fame d’amore”. “Non abbiamo solo un corpo che ha fame – ha risposto la dottoressa Gritti – ma anche un cuore”. La dottoressa a questo proposito ha stilato una tabella dei “cibi affettivi” nel suo ultimo libro, dividendoli tra quelli sani, che fanno crescere il cuore e lo fanno maturare affettivamente, e altri nocivi che invece lo bloccano. Uno di questi è la trascuratezza, una vera e propria forma di maltrattamento, che può bloccare lo sviluppo di un bambino. “Tra i cibi da usare con cautela c’è la protezione, lo stesso vale per l’ammirazione”. 
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Parlando di quest'ultimo tema, le dottoresse sono giunte a trattare il “narcisismo”, parola molto ripetuta in questo periodo a Merate per via della presenza del “Narciso” di Caravaggio in Villa Confalonieri a Merate. Per Gritti si parla di un senso di superiorità a protezione di un grande buio o vuoto che sta sotto, proprio come Narciso che si cerca disperatamente allo specchio, ma alla fine non si conoscerà mai. 
“I bambini da piccoli non si vedono, usano gli occhi dei genitori. Solo che così non osservano se stessi, ma un'idea idealizzata,e quindi è come se non si potessero mai conoscere”. Il tema è affrontato nel libro “La principessa che voleva amare Narciso” della dottoressa Gritti, in cui si parla per altro anche di “dipendenza affettiva”. “La principessa rappresenta colei che vuole curare Narciso. Lei è dipendente e assume il malessere dell’altro su di sé” ha raccontato la dottoressa, specificando che si tratta di un “incastro” frequente tra le persone. Molti, infatti, dopo aver letto il libro ed essersi ritrovati in un personaggio, hanno scelto di intraprendere un percorso e farsi aiutare dalla dottoressa. 
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Chiudendo la serata, Bonalume ha chiesto all'ospite su cosa dovrebbero puntare i genitori al giorno d’oggi per quanto riguarda l’educazione dei più piccoli. “C'è un tema profondo e trasversale a tutte le età: accettare il proprio figlio per quello che è, a partire dall’aspetto fisico. È normale che si tenda ad idealizzarlo, ma è importante capire cosa il figlio ama, cosa guarda e che passione ha”. Infine, l’ultima domanda ha riguardato il cambiamento che la dottoressa vorrebbe vedere nelle scuole. “Ci dovrebbe essere un’ora di conoscenza di sé stessi. Molto di ciò che si apprende è anacronistico perché non è in linea con questa società" ha risposto, dicendo che aggiungerebbe anche “l’ora di cooperazione”, poiché si vive un’epoca in cui c’è competizione e si tende a trionfare sull’altro, e quella "della noia”, poiché oggi molte persone non sono più in grado di stare ferme e fare niente. 
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La serata è stato molto apprezzata dal pubblico, soprattutto genitori e insegnanti, che al termine dell’incontro hanno posto alcune domande alla dottoressa Gritti chiedendo consigli su come aiutare i propri figli o i propri alunni a ottenere maggior sicurezza in loro stessi. Il prossimo incontro si terrà il 29 gennaio, quando gli ospiti saranno Elisa Veronesi e Paolo Maria Manzalini, autori di “Vivere la paura. Un viaggio nell’emozione più antica e potente”.
E.Ma.
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