Lomagna: i ragazzi come portatori dei valori dei caduti
Come ormai da tradizione, domenica 3 novembre, la celebrazione a Lomagna, in occasione della Giornata dell'Unità Nazionale e della festa delle Forze Armate, è stata molto partecipata e sentita anche dai più giovani.
Al termine della messa, un lungo corteo è sceso dalla piazza della Chiesa fino al Monumento dei Caduti, dove è stata deposta la corona d'alloro. Dopo la lettura della lettera del presidente nazionale degli Alpini Sebastiano Favero, il sindaco Cristina Citterio ha preso la parola, rivolgendo il suo discorso in particolare alle classi quinte della scuola primaria presenti. “Questi momenti e la preparazione al viverli, per voi sono un'occasione preziosa, concreta e importante di riscoprire e rimanere connessi concretamente con ciò che è stato, portarlo nel vostro oggi e nel nostro domani, comprendendo che la vostra cittadinanza attiva, la vostra partecipazione, l'assumere un impegno, l'interessarsi del bene della vostra famiglia, classe, scuola e paese, pone le basi del vostro presente e del nostro futuro”.
Il primo cittadino ha invitato a considerare i caduti e i soldati presenti e passati, seppur ignoti, come persone care e vicine, famigliari, come Giosuè, il primo lomagnese a cadere vittima al di là dell'Isonzo il 28 giugno 1915. “A noi il primo conflitto mondiale sembra lontano, così come le immagini e gli echi delle guerre che rimbombano nelle nostre case con le notizie dall'Ucraina, dal Medio Oriente e non solo. Il sentire una distanza di sicurezza temporale o fisica non ci deve impedire di muoverci ad un risveglio, ad un cambiamento e ad una riflessione per evitare una pericolosa abitudine alla pace e alla tranquillità”.
Il servizio alla giustizia, al bene comune, all'unità, alla generosità di mettere al rischio la propria vita per tutelare l'altro, operati ogni giorno dalle Forze Armate e dalle Penne Nere, possono essere onorati quotidianamente dai cittadini con un'esperienza di rispetto e fiducia, indispensabili e doverosi, da raccogliere dai ragazzi per essere traghettatori di un domani di pace duratura.
Anche il il sindaco dei ragazzi Filippo Tagliani ha voluto dedicare qualche parola di ringraziamento. “I nostri nonni e bisnonni hanno combattuto con coraggio per difendere il nostro paese e per garantire un futuro migliore a noi, alle nuove generazioni. Il 4 novembre onoriamo quindi il passato con l'obbiettivo di apprezzare il presente e di guardare al futuro con speranza e determinazione”.
A terminare la celebrazione un'esecuzione delle classi quinte della primaria e degli ospiti del CDI “Corte Busca” dei brani “Vecchio Scarpone” e “La leggenda del Piave”, e alcune riflessioni sul perché l'Italia ripudia la guerra.
Al termine della messa, un lungo corteo è sceso dalla piazza della Chiesa fino al Monumento dei Caduti, dove è stata deposta la corona d'alloro. Dopo la lettura della lettera del presidente nazionale degli Alpini Sebastiano Favero, il sindaco Cristina Citterio ha preso la parola, rivolgendo il suo discorso in particolare alle classi quinte della scuola primaria presenti. “Questi momenti e la preparazione al viverli, per voi sono un'occasione preziosa, concreta e importante di riscoprire e rimanere connessi concretamente con ciò che è stato, portarlo nel vostro oggi e nel nostro domani, comprendendo che la vostra cittadinanza attiva, la vostra partecipazione, l'assumere un impegno, l'interessarsi del bene della vostra famiglia, classe, scuola e paese, pone le basi del vostro presente e del nostro futuro”.
Il primo cittadino ha invitato a considerare i caduti e i soldati presenti e passati, seppur ignoti, come persone care e vicine, famigliari, come Giosuè, il primo lomagnese a cadere vittima al di là dell'Isonzo il 28 giugno 1915. “A noi il primo conflitto mondiale sembra lontano, così come le immagini e gli echi delle guerre che rimbombano nelle nostre case con le notizie dall'Ucraina, dal Medio Oriente e non solo. Il sentire una distanza di sicurezza temporale o fisica non ci deve impedire di muoverci ad un risveglio, ad un cambiamento e ad una riflessione per evitare una pericolosa abitudine alla pace e alla tranquillità”.
Il servizio alla giustizia, al bene comune, all'unità, alla generosità di mettere al rischio la propria vita per tutelare l'altro, operati ogni giorno dalle Forze Armate e dalle Penne Nere, possono essere onorati quotidianamente dai cittadini con un'esperienza di rispetto e fiducia, indispensabili e doverosi, da raccogliere dai ragazzi per essere traghettatori di un domani di pace duratura.
Anche il il sindaco dei ragazzi Filippo Tagliani ha voluto dedicare qualche parola di ringraziamento. “I nostri nonni e bisnonni hanno combattuto con coraggio per difendere il nostro paese e per garantire un futuro migliore a noi, alle nuove generazioni. Il 4 novembre onoriamo quindi il passato con l'obbiettivo di apprezzare il presente e di guardare al futuro con speranza e determinazione”.
A terminare la celebrazione un'esecuzione delle classi quinte della primaria e degli ospiti del CDI “Corte Busca” dei brani “Vecchio Scarpone” e “La leggenda del Piave”, e alcune riflessioni sul perché l'Italia ripudia la guerra.
I.Bi.