Commento all'editoriale su Caravggio e dintorni

Come al solito l'editoriale del direttore suona come una sentenza di verità. Non si dica che il quadro del Caravaggio (o piu probabilmente dello Spadarino) è arrivato a nostra insaputa: si sapeva e da tempo. Questo evento è il primo vero banco di prova della nuova amministrazione e credo che come al solito siano emerse le lacune organizzative del nostro comune. Non esiste che la città sia tappezzata di fogli A4 stampati come si faceva negli anni '90. Esistono strumenti di grafica avanzata di nuova generazione che permettono di creare messaggi informativi chiari da stampare in maniera professionale su tabelloni e bacheche come accade in tutte le città dove si organizzano eventi o mostre. Si devono dare una mossa perchè ogni volta, A4 attaccati con lo scotch non si possono più vedere. Anche i volontari, vanno coordinati: sabato pomeriggio mi sono recato a vedere il quadro e ancora c'era chi metteva e toglieva transenne : sembrava stessero giocando a tetris. Possibile che non avessero provato prima? Poi alla fine basta fare un ingresso per i prenotati e una fila per i non prenotati. Non è difficile. Con questo non voglio fare il solito criticone, ma il nuovo Sindaco si è presentato come un manager capace, in grado di saper gestire il comune, a dispetto dell'età. Se alzi l'asticella delle aspettative, poi però non può biasimare se ricevi delle critiche. Stai più umile e cerca di crescere giorno dopo giorno. Nota finale per i commercianti: ora però la smettessero di lamentarsi: con un evento del genere DEVI stare aperto, senza se e senza ma, perchè hai una opportunità di business (sei stupido se non lo capisci) e poi perchè fai parte di un tessuto sociale e civico e ne sei responsabile anche tu, caro commerciante dell'immagine della tua città. Magari chi non era mai venuto in città ci potrebbe tornare ma se trova tutto chiuso, che motivo ha di tornare? Poi la Pro Loco, che ruolo si è ricavata? Diciamo non pervenuta. Ecco caro direttore, la sintesi è che cambiano i Sindaci ma la città è sempre la stessa, chiusa e provinciale, come quella che descrivevano mirabilmente gli 883: "ne parlavamo tanto tanti anni fa, di quanto è paranoica questa città, della sua gente delle sue manie, due discoteche centosei farmacie".
Luca
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