Merate: “Diamo Lavoro” alla ricerca di nuove imprese
Si tratta di un progetto non per dare assistenza quanto autonomia, per consentire alla persona in difficoltà di riscattarsi e intraprendere un percorso che, attraverso la sua professionalità e le sue competenze, possa rimetterla in gioco nel mondo del lavoro.
Da una parte c'è Caritas Ambrosiana che attraverso la “Fondazione san Carlo” copre interamente le spese per il tirocinio, da tre a sei mesi. Dall'altra ci sono le aziende che, pescando in questo bacino selezionato, incontrano l'offerta di cui hanno bisogno e, se soddisfatte, possono poi acquisire la risorsa all'interno del proprio organico in maniera stabile.
Partito sei anni fa, il fondo lavoro ha però bisogno di una boccata di ossigeno dal punto di vista delle imprese che aprano un canale e si dicano disponibili a ricevere eventuali candidature che corrispondano alla figura di cui sono alla ricerca.
L'obiettivo del progetto “Diamo lavoro” è, infatti, dare una opportunità che vada oltre il periodo di presa in carico e di prova, così da rimettere in gioco le potenzialità della persona e fare circolare nuovamente la sua professionalità nel settore in cui è specializzata.
Nei 6 anni di attivazione sono stati avviati 50 tirocini di cui 15 per persone italiane, con età compresa tra i 20 e i 55 anni, e la metà di costoro sono stati assunti.
A fare da “filtro” iniziale e poi da tutor ci sono i volontari del “Fondo lavoro” di Caritas che incontrano le persone, ne tracciano il profilo e poi lo incrociano con quello ricercato dalle aziende.
Una attività che viene svolta con particolare attenzione e scrupolo proprio perchè la soddisfazione di entrambi i soggetti in gioco rappresenta poi il successo del percorso e il suo sbocco verso una occupazione stabile e quindi un percorso di autonomia.
A chiedere di poter entrare in questo “circuito” possono essere non solo piccole, medie e grandi aziende ma anche negozi, studi professionali, piccole attività famigliari alla ricerca di nuove risorse. Sull'altro fronte chi si rivolge all'ente sono persone disoccupate da almeno quattro mesi, non necessariamente “disagiate” ma che per svariate ragioni, spesso anche sfortuna, non riescono a ricollocarsi nel mondo del lavoro.
L'interesse ora è quello di raggiungere con la comunicazione il maggior numero di attività, piccole e grandi, e rinnovare la platea a disposizione per dare una opportunità a chi è ancora in grado e ha voglia di spendersi per la propria autonomia.
CLICCA QUI per il progetto
CLICCA QUI per la lettera alle imprese
Da una parte c'è Caritas Ambrosiana che attraverso la “Fondazione san Carlo” copre interamente le spese per il tirocinio, da tre a sei mesi. Dall'altra ci sono le aziende che, pescando in questo bacino selezionato, incontrano l'offerta di cui hanno bisogno e, se soddisfatte, possono poi acquisire la risorsa all'interno del proprio organico in maniera stabile.
Partito sei anni fa, il fondo lavoro ha però bisogno di una boccata di ossigeno dal punto di vista delle imprese che aprano un canale e si dicano disponibili a ricevere eventuali candidature che corrispondano alla figura di cui sono alla ricerca.
L'obiettivo del progetto “Diamo lavoro” è, infatti, dare una opportunità che vada oltre il periodo di presa in carico e di prova, così da rimettere in gioco le potenzialità della persona e fare circolare nuovamente la sua professionalità nel settore in cui è specializzata.
Nei 6 anni di attivazione sono stati avviati 50 tirocini di cui 15 per persone italiane, con età compresa tra i 20 e i 55 anni, e la metà di costoro sono stati assunti.
A fare da “filtro” iniziale e poi da tutor ci sono i volontari del “Fondo lavoro” di Caritas che incontrano le persone, ne tracciano il profilo e poi lo incrociano con quello ricercato dalle aziende.
Una attività che viene svolta con particolare attenzione e scrupolo proprio perchè la soddisfazione di entrambi i soggetti in gioco rappresenta poi il successo del percorso e il suo sbocco verso una occupazione stabile e quindi un percorso di autonomia.
A chiedere di poter entrare in questo “circuito” possono essere non solo piccole, medie e grandi aziende ma anche negozi, studi professionali, piccole attività famigliari alla ricerca di nuove risorse. Sull'altro fronte chi si rivolge all'ente sono persone disoccupate da almeno quattro mesi, non necessariamente “disagiate” ma che per svariate ragioni, spesso anche sfortuna, non riescono a ricollocarsi nel mondo del lavoro.
L'interesse ora è quello di raggiungere con la comunicazione il maggior numero di attività, piccole e grandi, e rinnovare la platea a disposizione per dare una opportunità a chi è ancora in grado e ha voglia di spendersi per la propria autonomia.
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S.V.