Lomagna: censimento degli alberi chiede la minoranza
Un censimento del patrimonio arboreo che contempli anche l’individuazione di piante a rischio ed un “piano di intervento immediato per la messa in sicurezza o l’eventuale abbattimento degli esemplari pericolanti”. A chiederlo all’amministrazione comunale di Lomagna è il gruppo di minoranza. L’istanza sarà promossa venerdì 25 ottobre in Consiglio comunale da Uniti per Lomagna. Un censimento era già stato fatto in passato, ma potrebbe essere aggiornato.
Nel testo dell’interrogazione si fa esplicito riferimento al crollo del pino marittimo alto 14 metri nell’area pubblica a breve distanza dal Municipio [clicca QUI]. Il pericoloso episodio è avvenuto due settimane fa, nella mattinata del 9 ottobre, poco dopo l’ingresso a scuola dei bambini che passano proprio da quella zona per frequentare le lezioni. “Eventi simili, sebbene fortuitamente senza conseguenze, pongono interrogativi sulla sicurezza delle piante presenti nelle aree pubbliche e in particolare in prossimità di scuole e luoghi frequentati dai cittadini” è riportato nel documento dell’opposizione, che sollecita a prevenire altri episodi simili. Nella richiesta inviata al Protocollo del Comune lo scorso venerdì, UpL ha chiesto se siano già state prese delle contromisure.
Sempre venerdì 18 ottobre il Comune di Lomagna ha affidato un incarico formale in merito. L’obiettivo di questa decisione è di programmare delle verifiche su altre piante. Per “prudenza e sicurezza” – è scritto in un documento dell’Ufficio tecnico – sono stati richiesti degli approfondimenti su altre otto alberature. L’attenzione verrà posta su quattro Pinus Pinea che si trovano sempre nei pressi del municipio e del Monumento ai Caduti (all’angolo tra via 4 Novembre e via Milano). Per questi esemplari saranno effettuate delle prove di trazione controllata (pulling test). Per i quattro tigli nel cortile dell’edificio che ospita la biblioteca e l’auditorium in via Roma sono state ordinate delle analisi strumentali con penetrometro elettronico. L’incarico a favore del consorzio Stabile A.LP.I. scarl ha un valore complessivo di 4.587 euro.
In seguito al crollo del pino marittimo l’amministrazione comunale ha cercato di vederci chiaro sulle cause dell’instabilità dell’albero caduto e si è fatta produrre una relazione dalla stessa ditta che si occupa della manutenzione del verde in paese. Nel documento viene riconosciuto che la chioma era sviluppata prevalentemente su di un lato, verso le zone aperte e in risposta all’irradiazione luminosa. La ditta però si difende sostenendo che “lo schianto non era prevedibile con indagini visive” in quanto la pianta “non presentava difetti strutturali evidenti e/o sintomatologie specifiche alla chioma”.
Secondo l’autore della relazione la caduta dell’albero sarebbe invece da individuare nella realizzazione del vialetto durante la quale potrebbero essersi verificati dei danni alle radici del pino. Il sentierino però risale a decenni fa. “Nel caso specifico si rileva in maniera evidente che il cordone portante lato vialetto ha ceduto portando allo stroncamento a livello del colletto” è scritto nel documento. “Si suppone che a seguito di lavori stradali ci sia stato un taglio delle radici superficiali per poter posizionare gli autobloccanti. Questo nel corso degli anni può aver compromesso alcuni cordoni portanti dal punto di vista fitopatologico (carie legnose) e strutturale”. L’agronomo aggiunge che l’eccesiva pavimentazione può aver causato un ristagno di acqua piovana provocando il deterioramento del terreno. Il luogo viene considerato di “una classe di vulnerabilità estrema in quanto altamente frequentato da utenti delle scuole e del municipio”.
Nel testo dell’interrogazione si fa esplicito riferimento al crollo del pino marittimo alto 14 metri nell’area pubblica a breve distanza dal Municipio [clicca QUI]. Il pericoloso episodio è avvenuto due settimane fa, nella mattinata del 9 ottobre, poco dopo l’ingresso a scuola dei bambini che passano proprio da quella zona per frequentare le lezioni. “Eventi simili, sebbene fortuitamente senza conseguenze, pongono interrogativi sulla sicurezza delle piante presenti nelle aree pubbliche e in particolare in prossimità di scuole e luoghi frequentati dai cittadini” è riportato nel documento dell’opposizione, che sollecita a prevenire altri episodi simili. Nella richiesta inviata al Protocollo del Comune lo scorso venerdì, UpL ha chiesto se siano già state prese delle contromisure.
Sempre venerdì 18 ottobre il Comune di Lomagna ha affidato un incarico formale in merito. L’obiettivo di questa decisione è di programmare delle verifiche su altre piante. Per “prudenza e sicurezza” – è scritto in un documento dell’Ufficio tecnico – sono stati richiesti degli approfondimenti su altre otto alberature. L’attenzione verrà posta su quattro Pinus Pinea che si trovano sempre nei pressi del municipio e del Monumento ai Caduti (all’angolo tra via 4 Novembre e via Milano). Per questi esemplari saranno effettuate delle prove di trazione controllata (pulling test). Per i quattro tigli nel cortile dell’edificio che ospita la biblioteca e l’auditorium in via Roma sono state ordinate delle analisi strumentali con penetrometro elettronico. L’incarico a favore del consorzio Stabile A.LP.I. scarl ha un valore complessivo di 4.587 euro.
In seguito al crollo del pino marittimo l’amministrazione comunale ha cercato di vederci chiaro sulle cause dell’instabilità dell’albero caduto e si è fatta produrre una relazione dalla stessa ditta che si occupa della manutenzione del verde in paese. Nel documento viene riconosciuto che la chioma era sviluppata prevalentemente su di un lato, verso le zone aperte e in risposta all’irradiazione luminosa. La ditta però si difende sostenendo che “lo schianto non era prevedibile con indagini visive” in quanto la pianta “non presentava difetti strutturali evidenti e/o sintomatologie specifiche alla chioma”.
Secondo l’autore della relazione la caduta dell’albero sarebbe invece da individuare nella realizzazione del vialetto durante la quale potrebbero essersi verificati dei danni alle radici del pino. Il sentierino però risale a decenni fa. “Nel caso specifico si rileva in maniera evidente che il cordone portante lato vialetto ha ceduto portando allo stroncamento a livello del colletto” è scritto nel documento. “Si suppone che a seguito di lavori stradali ci sia stato un taglio delle radici superficiali per poter posizionare gli autobloccanti. Questo nel corso degli anni può aver compromesso alcuni cordoni portanti dal punto di vista fitopatologico (carie legnose) e strutturale”. L’agronomo aggiunge che l’eccesiva pavimentazione può aver causato un ristagno di acqua piovana provocando il deterioramento del terreno. Il luogo viene considerato di “una classe di vulnerabilità estrema in quanto altamente frequentato da utenti delle scuole e del municipio”.
M.P.