Sabbioncello: le vetrate del prof. Alberto Ceppi al convento
Riproponiamo la presentazione delle cinque vetrate presenti nella chiesa di S. Maria Nascente di Sabbioncello, realizzate dal Prof. Alberto Ceppi e analizzate ed illustrate dalla critica d'arte Liliana Casiraghi nel corso di una presentazione ufficiale tenutasi domenica 6 ottobre.
Nel primo articolo, pubblicato due giorni più tardi erano presenti alcune inesattezze che non hanno reso giustizia al lavoro del maestro Ceppi e per questo ci scusiamo con la famiglia, la critica d'arte Casiraghi ed i frati del convento di Sabbioncello. Riproponiamo quindi l'illustrazione nella forma corretta, grazie all'analisi critica di Liliana Casiraghi.
"Le vetrate di Alberto Ceppi esprimo un'arte di delicatezza rarissima, nella quale la storia si fonde mirabilmente con la natura e diventa un messaggio sussurrato eppure ben percepibile dall'anima che guarda e ammira: qui lo sguardo diventa facilmente preghiera" (S.E. Card. Angelo Comastri già Vescovo di Massa Marittima (GR) – 1993).
Nei primi anni 2000 sulla facciata e nelle quattro cappelle laterali della chiesa di S. Maria Nascente di Sabbioncello vennero poste cinque vetrate, intitolate "L'Arcobaleno di Maria", del Prof. Alberto Ceppi, le cui magnifiche e lodate opere d'arte, tra sculture, mosaici e appunto vetrate, hanno arricchito negli anni innumerevoli chiese, musei, collezioni civiche, enti pubblici e privati sia italiani che stranieri. Poter ospitare delle opere dell'illustre professore ha e rappresenta tuttora un immenso privilegio per gli occhi dei numerosi fedeli che vivono la preghiera nella chiesa di Sabbioncello, sia per la delicata e precisa tecnica artistica utilizzata che per la profondità spirituale che Ceppi è riuscito a far emergere, grazie alle rappresentazioni scelte ed i colori vibranti. "La sensazione 'ineffabile' che si prova davanti ad una vera opera d'arte: un bagliore che illumina la mente, una scintilla che attraversa l'occhio e corre diritta al cervello per esplodere nello spirito. (...) davanti alle opere di Alberto Ceppi abbiamo sperimentato la sorpresa di quel bagliore, di quella misteriosa scintilla e vorremmo che altri vivessero la stessa esperienza" (S.E. Card. Gianfranco Ravasi. Dalla presentazione in catalogo della Mostra 'Maranathà', Santuario Madonna di Loreto – Osnago 1989).
Posta sul rosone, la vetrata "Madonna del Tessitori" (inaugurata l'8 settembre e benedetta il 7 dicembre 2000) è stata realizzata su iniziativa di un mecenate di Merate, che ha proposto ai frati di Sabbioncello di adornare il rosone della chiesa cinquecentesca. L'opera è dedicata a Maria, protettrice dei tessitori, e rende omaggio agli imprenditori branzoli dell'Ottocento, pionieri nella coltura del gelso e nella bachicoltura, che hanno dato vita a numerose filande e opifici in Brianza. Alberto Ceppi si ispira alla tradizione michelangiolesca, in particolare al "Tondo Doni", per l'andamento circolare delle figure, ma attinge anche dalla grazia botticelliana della "Madonna del Magnificat". Maria è rappresentata sulla destra, intenta a filare la seta, con gli occhi bassi sui Sacri Testi. La sua figura, avvolta in panneggi dai colori tradizionali dell'iconografia mariana, è arricchita da nastri rosa in stile Liberty, che richiamano i tessuti ottocenteschi e sottolineano il lavoro del mecenate. Per evidenziare la figura di Maria, Ceppi posiziona sul lato opposto lo strumento di lavoro, mentre in primo piano si trova un libro sacro, le cui pagine giallognole vengono richiamate con il colore dei bozzoli. Le linee perpendicolari scelte dall'artista accentuano la profondità prospettica, con il braccio di Maria proteso verso il fuso. La figura di Gesù Bambino, seduto su una balaustra gotica, è delineata con cura: Ceppi lo mostra mentre tiene un fuso in una mano e due farfalle nell'altra, simbolo di trasformazione. Maria, custode del Figlio, è sfiorata da lui attraverso il contatto del piedino poggiato sul suo braccio destro. Ceppi colloca anche una matassa bianca dietro Gesù, rendendo la sua figura facilmente leggibile. La luna, incorniciata da una finestra ad arco, completa l'ambientazione e aggiunge un tocco di luminosità all'opera. L'armonia cromatica e la delicatezza dei gesti di Maria sono esaltate dalla linea, che guida la composizione. Ceppi, con la sua formazione da scultore, ritma anche i contrasti chiaroscurali, utilizzando la tecnica grisaille per le ombreggiature dei volti e delle mani. Questa scelta mimetizza le legature in piombo, seguendo le forme dei personaggi e dell'ambientazione, conferendo all'opera una forte unità visiva.
Presente nella cappella di San Francesco, la vetrata "Maria, Sposa dello Spirito Santo" (installata il 9 maggio e benedetta il 10 maggio 2003) celebra il legame tra la figura di Maria e quella del santo d'Assisi, figura a cui è legato il convento di Sabbioncello. Alberto Ceppi interpreta il tema mariano in una chiave trinitaria, cercando di rappresentare il mistero della sacra Trinità attraverso vari simbolismi. A questo proposito, è utile richiamare una citazione di Sant'Agostino che illustra l'impossibilità umana di comprendere appieno il mistero divino. Nell'opera, Ceppi utilizza cerchi rossi per raffigurare la Trinità, inserendo tre mani: quella di Dio Padre nel cerchio superiore, la mano dello Spirito Santo nel cerchio centrale e la mano di Maria che sostiene Gesù Bambino nel cerchio inferiore. Le figure centrali sono circondate da un giallo dorato che si fonde con toni arancioni, creando un forte impatto visivo. Maria, evocativa della Madonna di Guadalupe, ha un'aureola solare da cui si irradiano dodici stelle. Il suo abito verde azzurro richiama la figura della Madre di Speranza. Ceppi introduce San Francesco, assente nella prima vetrata, ritraendolo con il saio e in atto di preghiera. La sua figura è collegata agli altri elementi della composizione attraverso il saio, che si riflette nei profili degli angeli e ai piedi di Maria. Gli angeli, con le loro vesti ispirate al Liberty, scandiscono e suddividono la scena. Ceppi esalta San Francesco come "Alter Christus", posizionando il suo volto alla stessa altezza di Gesù Bambino, un chiaro richiamo all'affetto che il Santo nutriva per il Presepe di Greccio. Non mancano, infine, il sole e la luna, simboli importanti del Cantico delle Creature. I chiaroscuri nei volti sono ottenuti con toni rosacei e ossidi ridotti, creando una grisaille colorata. I contrasti intensi e le ombre rafforzano la composizione, mentre le legature in piombo sono mascherate dalla tensione del Liberty. La gamma cromatica è vivace, con gialli che si elevano a un inno di lode, dove la luce diventa rivelazione della Luce di Dio.
Situata nella cappella di Sant'Antonio, la vetrata "Maria Signora Gloriosa" (benedetta il 13 giugno 2004) del maestro Ceppi celebra la figura di Maria in relazione al santo per eccellenza, a cui è stata apunto dedicata la cappella. Maria e Sant'Antonio sono collocati contrapposti ai lati della composizione, mentre al centro emerge il roveto ardente, simbolo della fede, contornato da due angeli. Questo roveto, che non brucia né si consuma, richiama l'episodio biblico di Mosè e simboleggia la presenza divina. Maria, raffigurata in trono, è inserita in una mandorla medievale rossa e gialla, incastonata di dodici stelle, simbolo della sua natura divina e umana e della rinascita dell'umanità. Il suo volto, parzialmente ombreggiato, emana una luce che sottolinea la sua gloria, mentre il taglio degli occhi rivela influenze leonardesche. Il manto azzurro, realizzato con netti contrasti chiaroscurali, si avvolge in pieghe ritmate dallo stile Liberty. La Vergine tiene in braccio Gesù Bambino, la cui figura si staglia tra i blu oltremare del mantello di Maria. Gli angeli, con aureole che riflettono le fiamme del roveto, vegliano oranti sul centro della composizione. Ceppi utilizza colori primari, come gialli e rossi, per il roveto, generando sfumature arancioni grazie all'accostamento di queste tonalità. Il roveto ardente, tradizionalmente legato a Mosè, è qui reinterpretato per sottolineare la figura di Sant'Antonio e il suo legame con Maria. Antonio è descritto come una fiaccola che diffonde il Vangelo grazie alla sua parola. La sua vita, caratterizzata da miracoli e predicazioni, è testimoniata da episodi come quello della mula inginocchiata davanti all'Eucaristia e della predica ai pesci. Il motto di Sant'Antonio, "Questa è la vittoria che vince il mondo: la nostra fede," riassume la sua missione. Ceppi rappresenta Antonio con l'abito francescano, irradiato di luce che esalta il suo legame con il divino. Un noce, simbolo del luogo di meditazione di Antonio a Camposampiero, appare nella vetrata, insieme a un cipresso che simboleggia l'aspirazione umana verso l'immortalità. Tra le fronde del noce, il sole e la luna, inscritti nello stesso cerchio, enfatizzano la dualità di queste figure. Una stella dorata accanto a Maria simboleggia la sua identità di "Stella del Mattino." Le linee azzurre laterali delineano un baldacchino, sottolineando la grandezza di Maria Signora Gloriosa, celebrando così la connessione tra il divino e l'umano attraverso il simbolismo di santità e luce.
Nella cappella di Maria Incoronata è stata invece collocata la vetrata "Maria Regina dei Santi" (installata l'1 e benedetta il 13 ottobre 2005), la quale si sviluppa in tre sezioni e offre una sequenza di Santi, con la figura centrale di Maria circondata da santi francescani, un omaggio alla tradizione della chiesa di Sabbioncello. Alberto Ceppi crea un panegirico artistico della santità attraverso le epoche, collocando San Benedetto e i santi Cirillo e Metodio nell'angolo sinistro, mentre Santa Caterina da Siena, Santa Brigida, Santa Teresa Benedetta della Croce e Santa Chiara d’Assisi si trovano a destra. Maria, rappresentata in trono, è il fulcro della composizione, con San Francesco e Sant'Antonio come schienale. Ceppi esalta i dettagli attraverso un sapiente uso di ombre e colori, come il blu sulle maniche dei santi francescani, simbolo del legame con Maria. Accanto a Maria, San Bernardino e San Ludovico sono ritratti con abiti distintivi, sottolineando l’importanza della regalità nel messaggio cristiano. In primo piano, Santa Elisabetta d’Ungheria e San Luigi IX esprimono l’accoglienza del messaggio cristiano da parte di nobili, evidenziando i loro legami con la regalità attraverso l’uso di colori simili ai vestiti di Maria. San Benedetto, inginocchiato, e i santi Cirillo e Metodio, raffigurati con tonalità pastello su un fondo blu, rappresentano la cultura cristiana in Europa. La vetrata include anche Santa Caterina da Siena, simbolo del legame con Cristo, e Santa Brigida, descritta con grande dignità. Infine, Santa Teresa Benedetta della Croce, in rosso scarlatto, si distingue per il suo martirio. La composizione è arricchita da simbolismi e dettagli, come le dodici stelle dorate che sigillano l’opera, rappresentando l’unità e l’armonia tra i popoli europei. L’uso magistrale dei colori di Ceppi trasmette un messaggio di gioia e bellezza spirituale, evidenziando il valore dinamico della linea e il potere della luce.
L’ultima vetrata della serie, intitolata "Maria accoglie il Figlio deposto dalla Croce" (installata il 25 novembre e benedetta l'8 dicembre 2006) e collocata giust'appunto nella cappella del Crocifisso, affronta il tema della Deposizione, un soggetto profondamente amato da artisti di ogni epoca, da Giotto a Caravaggio. Alberto Ceppi, richiamando il suo capolavoro scultoreo giovanile nella basilica di Seregno, si concentra sulla dolcezza del momento tra Maria e il corpo senza vita di Gesù. L'artista riesce a trasmettere la potenza emotiva attraverso il mantello di Maria, che esprime il tumulto del suo cuore con un gioco di bianchi e tonalità rosa violacee. Maria, nel suo abbraccio e bacio al Figlio, simboleggia l'adorazione e il dolore, come riflesso dalla titolazione della tredicesima Stazione della Via Crucis: "Jésus mort est rendu à sa Mére". Attorno a loro, il gruppo dei personaggi, ciascuno con il proprio linguaggio di gesti, condivide il lutto. Ceppi, seguendo le descrizioni evangeliche, inserisce quasi tutte le figure femminili, come Maria di Cleofa e Maria Maddalena, quest’ultima ritratta in un vivace mantello rosso, simbolo di una missione speciale: annunciare la Risurrezione. Nella sezione destra, Ceppi evidenzia la presenza di San Giovanni e Nicodemo, creando una composizione densa di significato e riferimenti alle Scritture. Giovanni, con il suo mantello verde tenue, è rappresentato in modo da richiamare la tradizione iconografica, mentre Nicodemo, in simile abbigliamento a Giuseppe d'Arimatea, emerge come figura chiave nell'aiutare a seppellire Gesù. Infine, San Longino, il centurione che ha trafiggo il costato di Cristo, è rappresentato in un angolo, sottolineando la sua conversione e il legame tra la sofferenza e la fede. La vetrata si chiude con un messaggio profondo, invitando a riflettere sul sacrificio e sull'amore che risorge attraverso il dolore.
Nel primo articolo, pubblicato due giorni più tardi erano presenti alcune inesattezze che non hanno reso giustizia al lavoro del maestro Ceppi e per questo ci scusiamo con la famiglia, la critica d'arte Casiraghi ed i frati del convento di Sabbioncello. Riproponiamo quindi l'illustrazione nella forma corretta, grazie all'analisi critica di Liliana Casiraghi.
"Le vetrate di Alberto Ceppi esprimo un'arte di delicatezza rarissima, nella quale la storia si fonde mirabilmente con la natura e diventa un messaggio sussurrato eppure ben percepibile dall'anima che guarda e ammira: qui lo sguardo diventa facilmente preghiera" (S.E. Card. Angelo Comastri già Vescovo di Massa Marittima (GR) – 1993).
Nei primi anni 2000 sulla facciata e nelle quattro cappelle laterali della chiesa di S. Maria Nascente di Sabbioncello vennero poste cinque vetrate, intitolate "L'Arcobaleno di Maria", del Prof. Alberto Ceppi, le cui magnifiche e lodate opere d'arte, tra sculture, mosaici e appunto vetrate, hanno arricchito negli anni innumerevoli chiese, musei, collezioni civiche, enti pubblici e privati sia italiani che stranieri. Poter ospitare delle opere dell'illustre professore ha e rappresenta tuttora un immenso privilegio per gli occhi dei numerosi fedeli che vivono la preghiera nella chiesa di Sabbioncello, sia per la delicata e precisa tecnica artistica utilizzata che per la profondità spirituale che Ceppi è riuscito a far emergere, grazie alle rappresentazioni scelte ed i colori vibranti. "La sensazione 'ineffabile' che si prova davanti ad una vera opera d'arte: un bagliore che illumina la mente, una scintilla che attraversa l'occhio e corre diritta al cervello per esplodere nello spirito. (...) davanti alle opere di Alberto Ceppi abbiamo sperimentato la sorpresa di quel bagliore, di quella misteriosa scintilla e vorremmo che altri vivessero la stessa esperienza" (S.E. Card. Gianfranco Ravasi. Dalla presentazione in catalogo della Mostra 'Maranathà', Santuario Madonna di Loreto – Osnago 1989).
Posta sul rosone, la vetrata "Madonna del Tessitori" (inaugurata l'8 settembre e benedetta il 7 dicembre 2000) è stata realizzata su iniziativa di un mecenate di Merate, che ha proposto ai frati di Sabbioncello di adornare il rosone della chiesa cinquecentesca. L'opera è dedicata a Maria, protettrice dei tessitori, e rende omaggio agli imprenditori branzoli dell'Ottocento, pionieri nella coltura del gelso e nella bachicoltura, che hanno dato vita a numerose filande e opifici in Brianza. Alberto Ceppi si ispira alla tradizione michelangiolesca, in particolare al "Tondo Doni", per l'andamento circolare delle figure, ma attinge anche dalla grazia botticelliana della "Madonna del Magnificat". Maria è rappresentata sulla destra, intenta a filare la seta, con gli occhi bassi sui Sacri Testi. La sua figura, avvolta in panneggi dai colori tradizionali dell'iconografia mariana, è arricchita da nastri rosa in stile Liberty, che richiamano i tessuti ottocenteschi e sottolineano il lavoro del mecenate. Per evidenziare la figura di Maria, Ceppi posiziona sul lato opposto lo strumento di lavoro, mentre in primo piano si trova un libro sacro, le cui pagine giallognole vengono richiamate con il colore dei bozzoli. Le linee perpendicolari scelte dall'artista accentuano la profondità prospettica, con il braccio di Maria proteso verso il fuso. La figura di Gesù Bambino, seduto su una balaustra gotica, è delineata con cura: Ceppi lo mostra mentre tiene un fuso in una mano e due farfalle nell'altra, simbolo di trasformazione. Maria, custode del Figlio, è sfiorata da lui attraverso il contatto del piedino poggiato sul suo braccio destro. Ceppi colloca anche una matassa bianca dietro Gesù, rendendo la sua figura facilmente leggibile. La luna, incorniciata da una finestra ad arco, completa l'ambientazione e aggiunge un tocco di luminosità all'opera. L'armonia cromatica e la delicatezza dei gesti di Maria sono esaltate dalla linea, che guida la composizione. Ceppi, con la sua formazione da scultore, ritma anche i contrasti chiaroscurali, utilizzando la tecnica grisaille per le ombreggiature dei volti e delle mani. Questa scelta mimetizza le legature in piombo, seguendo le forme dei personaggi e dell'ambientazione, conferendo all'opera una forte unità visiva.
Presente nella cappella di San Francesco, la vetrata "Maria, Sposa dello Spirito Santo" (installata il 9 maggio e benedetta il 10 maggio 2003) celebra il legame tra la figura di Maria e quella del santo d'Assisi, figura a cui è legato il convento di Sabbioncello. Alberto Ceppi interpreta il tema mariano in una chiave trinitaria, cercando di rappresentare il mistero della sacra Trinità attraverso vari simbolismi. A questo proposito, è utile richiamare una citazione di Sant'Agostino che illustra l'impossibilità umana di comprendere appieno il mistero divino. Nell'opera, Ceppi utilizza cerchi rossi per raffigurare la Trinità, inserendo tre mani: quella di Dio Padre nel cerchio superiore, la mano dello Spirito Santo nel cerchio centrale e la mano di Maria che sostiene Gesù Bambino nel cerchio inferiore. Le figure centrali sono circondate da un giallo dorato che si fonde con toni arancioni, creando un forte impatto visivo. Maria, evocativa della Madonna di Guadalupe, ha un'aureola solare da cui si irradiano dodici stelle. Il suo abito verde azzurro richiama la figura della Madre di Speranza. Ceppi introduce San Francesco, assente nella prima vetrata, ritraendolo con il saio e in atto di preghiera. La sua figura è collegata agli altri elementi della composizione attraverso il saio, che si riflette nei profili degli angeli e ai piedi di Maria. Gli angeli, con le loro vesti ispirate al Liberty, scandiscono e suddividono la scena. Ceppi esalta San Francesco come "Alter Christus", posizionando il suo volto alla stessa altezza di Gesù Bambino, un chiaro richiamo all'affetto che il Santo nutriva per il Presepe di Greccio. Non mancano, infine, il sole e la luna, simboli importanti del Cantico delle Creature. I chiaroscuri nei volti sono ottenuti con toni rosacei e ossidi ridotti, creando una grisaille colorata. I contrasti intensi e le ombre rafforzano la composizione, mentre le legature in piombo sono mascherate dalla tensione del Liberty. La gamma cromatica è vivace, con gialli che si elevano a un inno di lode, dove la luce diventa rivelazione della Luce di Dio.
Situata nella cappella di Sant'Antonio, la vetrata "Maria Signora Gloriosa" (benedetta il 13 giugno 2004) del maestro Ceppi celebra la figura di Maria in relazione al santo per eccellenza, a cui è stata apunto dedicata la cappella. Maria e Sant'Antonio sono collocati contrapposti ai lati della composizione, mentre al centro emerge il roveto ardente, simbolo della fede, contornato da due angeli. Questo roveto, che non brucia né si consuma, richiama l'episodio biblico di Mosè e simboleggia la presenza divina. Maria, raffigurata in trono, è inserita in una mandorla medievale rossa e gialla, incastonata di dodici stelle, simbolo della sua natura divina e umana e della rinascita dell'umanità. Il suo volto, parzialmente ombreggiato, emana una luce che sottolinea la sua gloria, mentre il taglio degli occhi rivela influenze leonardesche. Il manto azzurro, realizzato con netti contrasti chiaroscurali, si avvolge in pieghe ritmate dallo stile Liberty. La Vergine tiene in braccio Gesù Bambino, la cui figura si staglia tra i blu oltremare del mantello di Maria. Gli angeli, con aureole che riflettono le fiamme del roveto, vegliano oranti sul centro della composizione. Ceppi utilizza colori primari, come gialli e rossi, per il roveto, generando sfumature arancioni grazie all'accostamento di queste tonalità. Il roveto ardente, tradizionalmente legato a Mosè, è qui reinterpretato per sottolineare la figura di Sant'Antonio e il suo legame con Maria. Antonio è descritto come una fiaccola che diffonde il Vangelo grazie alla sua parola. La sua vita, caratterizzata da miracoli e predicazioni, è testimoniata da episodi come quello della mula inginocchiata davanti all'Eucaristia e della predica ai pesci. Il motto di Sant'Antonio, "Questa è la vittoria che vince il mondo: la nostra fede," riassume la sua missione. Ceppi rappresenta Antonio con l'abito francescano, irradiato di luce che esalta il suo legame con il divino. Un noce, simbolo del luogo di meditazione di Antonio a Camposampiero, appare nella vetrata, insieme a un cipresso che simboleggia l'aspirazione umana verso l'immortalità. Tra le fronde del noce, il sole e la luna, inscritti nello stesso cerchio, enfatizzano la dualità di queste figure. Una stella dorata accanto a Maria simboleggia la sua identità di "Stella del Mattino." Le linee azzurre laterali delineano un baldacchino, sottolineando la grandezza di Maria Signora Gloriosa, celebrando così la connessione tra il divino e l'umano attraverso il simbolismo di santità e luce.
Nella cappella di Maria Incoronata è stata invece collocata la vetrata "Maria Regina dei Santi" (installata l'1 e benedetta il 13 ottobre 2005), la quale si sviluppa in tre sezioni e offre una sequenza di Santi, con la figura centrale di Maria circondata da santi francescani, un omaggio alla tradizione della chiesa di Sabbioncello. Alberto Ceppi crea un panegirico artistico della santità attraverso le epoche, collocando San Benedetto e i santi Cirillo e Metodio nell'angolo sinistro, mentre Santa Caterina da Siena, Santa Brigida, Santa Teresa Benedetta della Croce e Santa Chiara d’Assisi si trovano a destra. Maria, rappresentata in trono, è il fulcro della composizione, con San Francesco e Sant'Antonio come schienale. Ceppi esalta i dettagli attraverso un sapiente uso di ombre e colori, come il blu sulle maniche dei santi francescani, simbolo del legame con Maria. Accanto a Maria, San Bernardino e San Ludovico sono ritratti con abiti distintivi, sottolineando l’importanza della regalità nel messaggio cristiano. In primo piano, Santa Elisabetta d’Ungheria e San Luigi IX esprimono l’accoglienza del messaggio cristiano da parte di nobili, evidenziando i loro legami con la regalità attraverso l’uso di colori simili ai vestiti di Maria. San Benedetto, inginocchiato, e i santi Cirillo e Metodio, raffigurati con tonalità pastello su un fondo blu, rappresentano la cultura cristiana in Europa. La vetrata include anche Santa Caterina da Siena, simbolo del legame con Cristo, e Santa Brigida, descritta con grande dignità. Infine, Santa Teresa Benedetta della Croce, in rosso scarlatto, si distingue per il suo martirio. La composizione è arricchita da simbolismi e dettagli, come le dodici stelle dorate che sigillano l’opera, rappresentando l’unità e l’armonia tra i popoli europei. L’uso magistrale dei colori di Ceppi trasmette un messaggio di gioia e bellezza spirituale, evidenziando il valore dinamico della linea e il potere della luce.
L’ultima vetrata della serie, intitolata "Maria accoglie il Figlio deposto dalla Croce" (installata il 25 novembre e benedetta l'8 dicembre 2006) e collocata giust'appunto nella cappella del Crocifisso, affronta il tema della Deposizione, un soggetto profondamente amato da artisti di ogni epoca, da Giotto a Caravaggio. Alberto Ceppi, richiamando il suo capolavoro scultoreo giovanile nella basilica di Seregno, si concentra sulla dolcezza del momento tra Maria e il corpo senza vita di Gesù. L'artista riesce a trasmettere la potenza emotiva attraverso il mantello di Maria, che esprime il tumulto del suo cuore con un gioco di bianchi e tonalità rosa violacee. Maria, nel suo abbraccio e bacio al Figlio, simboleggia l'adorazione e il dolore, come riflesso dalla titolazione della tredicesima Stazione della Via Crucis: "Jésus mort est rendu à sa Mére". Attorno a loro, il gruppo dei personaggi, ciascuno con il proprio linguaggio di gesti, condivide il lutto. Ceppi, seguendo le descrizioni evangeliche, inserisce quasi tutte le figure femminili, come Maria di Cleofa e Maria Maddalena, quest’ultima ritratta in un vivace mantello rosso, simbolo di una missione speciale: annunciare la Risurrezione. Nella sezione destra, Ceppi evidenzia la presenza di San Giovanni e Nicodemo, creando una composizione densa di significato e riferimenti alle Scritture. Giovanni, con il suo mantello verde tenue, è rappresentato in modo da richiamare la tradizione iconografica, mentre Nicodemo, in simile abbigliamento a Giuseppe d'Arimatea, emerge come figura chiave nell'aiutare a seppellire Gesù. Infine, San Longino, il centurione che ha trafiggo il costato di Cristo, è rappresentato in un angolo, sottolineando la sua conversione e il legame tra la sofferenza e la fede. La vetrata si chiude con un messaggio profondo, invitando a riflettere sul sacrificio e sull'amore che risorge attraverso il dolore.
M.Pen.