Cernusco: i racconti di Eugenia Di Guglielmo

Nel pomeriggio di sabato 19 ottobre è continuata la rassegna “Autunno con l'autore” presso la biblioteca Luigi Rusca. Ospite Eugenia Di Guglielmo, che ha presentato, insieme a Silvana Ferrario, quattro racconti pubblicati negli ultimi anni e uno inedito.
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L'autrice, di origine fiorentina, specializzata in studi classici, vive da tempo a Merate, dove ha insegnato per molti anni al Liceo Agnesi prima di spostarsi allo Zucchi di Monza. Già nota per aver scritto i romanzi “A tutto tondo”, “Sotto un cielo di bombe” e “Come un ramo secco”, in questo incontro ha sottolineato l'attaccamento alla sua terra d’origine e il legame tra il vissuto e le sue opere.
La prima storia “Un pallone vista mare” è stata ispirata da un aneddoto personale. L'autrice ha speso diversi periodi sul mare della Versilia facendo molte escursioni con il figlio. Una di queste li ha portati da Camaiore fino alle pozze del fiume Lombricese, passando in un paesino caratterizzato dal murales di una mongolfiera. Rimasta incuriosita da questo dipinto, la scrittrice ha fatto delle ricerche e ha scoperto che nel 1910 una famiglia aveva acquistato un rudere in alta montagna e lo aveva trasformato in un hotel raffinato chiamato Alto Matanna. Trovandosi in una posizione isolata e sopraelevata, i proprietari studiarono un mezzo ingegnoso per raggiungere l'albergo: un pallone aerostatico frenato che scorreva su cavi di acciaio. Questa mongolfiera attirò alla residenza numerosi reali e nobili tra cui una baronessa, scelta come protagonista del racconto. L'atmosfera del luogo da origine ad una narrazione che mette in contrasto una classe sociale che ama l'apparenza e la moda con la semplicità della montagna fatta di concretezze e profumi.
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Il secondo racconto, “Per la signora un dessert Versilia” parte proprio dal dessert semifreddo in coppetta “Versilia”, un cult della città di Viareggio ora un po' dimenticato. Il dolce veniva sempre gustato dalla madre dell'autrice quando si recava in visita ad un'amica all'Hotel Excelsior. Una donna che per la scrittrice, al tempo bambina, e per la sorella, appariva solamente come noiosa e antipatica, quando invece per il paese rappresentava un personaggio di spicco: era stata la prima donna ad essersi laureata in medicina. Questa figura è stata l'ispirazione per il personaggio della signora Vincenzini, che insieme alla sorella artista, uniscono il mondo della scienza e delle arti durante i loro incontri in Versilia.
Il terzo scritto, intitolato “47”, vira più sull'ironia, su smorfie, credenze popolari e superstizioni. Un uomo si sente come perseguitato dal numero 47, che gli appare in ogni momento, persino di notte. Decide così di uscire dalla monotonia della quotidianità, affidando il destino alla sorte, giocando il numero al lotto. Il punto di partenza è ancora un'esperienza personale della di Guglielmo, che non solo ambienta la storia a Capri, isola in cui ha passato diverse vacanze a causa delle origini napoletane del padre, ma che deriva direttamente dal ricorrere del numero 47 nella sua vita. 
“Se non ci fossero state le more” parla invece dei giorni di cammino sulla via Francigena compiuti da una madre e il figlio. L'insegnante, durante una calda estate, ha realmente percorso un tratto di strada con il figlio, che allora aveva otto anni. Il bambino inizialmente è stato spronato a continuare solamente dalla presenza di succose more lungo il percorso, per poi, pian piano, farsi catturare dai paesaggi, dai timbri collezionati alle diverse tappe e dai ricordi della scuola con Dante. Una narrazione costruita su i “se”, che se non ci fossero stati non avrebbero permesso di portare a termine l'avventura. 
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Infine, l'autrice ha presentato “Un bel morir tutta la vita onora”, che presto verrà pubblicato e reso disponibile ai lettori. Una storia che rivela le similitudini tra la realtà lombarda e toscana. L'insegnante ha deciso di partecipare al concorso del Fai “Luoghi abbandonati e dimenticati della Toscana”, ideato per sollecitare l'attenzione su località perse della regione. Dal corposo elenco di luoghi proposti, l'insegnante è rimasta colpita dallo stabilimento dell'acqua Roveta costruito negli anni trenta a Scandicci. Da qui la trasposizione del racconto a San Pellegrino Terme, dove il protagonista Ferruccio sente un forte legame con l'acqua e con il calcio, prima dell'arrivo della guerra e l'arruolamento. Una storia che si ispira a Bruno Neri, antifascista morto da partigiano in guerra.
Le storie illustrate, di cui sono stati letti alcuni spezzoni, sono vincitrici di premi letterari e sono state pubblicate in diverse antologie disponibili in biblioteca. Sono cinque racconti diversi tra di loro, ma mai banali, frutto di ricordi sostenuti da ricerche intorno ai luoghi e ai personaggi, spesso femminili, ispirati da persone conosciute dall'autrice o che hanno avuto un ruolo importante nel passato. 
Il prossimo appuntamento di “Autunno con l'autore” sarà sabato 26 ottobre alle ore 17 con Lorenzo Zumbo.
I.Bi.
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