Legge di Bilancio. Metodo: il futuro non ci appartiene
E’ prematuro entrare nello specifico della legge di bilancio presentata dal Governo, il 20 ottobre dovranno inviare tutto a Bruxelles e poi ci sarà il “tira e molla” mediatico e di emendamenti che ci appassionerà fino a quando - ovviamente- la legge sarà approvata con voto di fiducia (mai rischiare che il potere legislativo possa essere, come dovrebbe, diverso da quello esecutivo…).
Per il metodo scelto ci sono due cose che colpiscono:
i tagli ai ministeri, in particolare quello della Giustizia… settore e potere separato dello Stato decisamente in coma, e che quando non funziona condiziona tutto, anche l’arrivo di capitali stranieri per investire sul nostro territorio;
il contributo di banche e assicurazioni, 3,5 miliardi su due annualità (2025 e 2026), fondi destinati a sanità e più fragili. Che non è una tassa o un regalo, ma un anticipo di cassa (il rinvio delle svalutazioni dei crediti), che dovrà essere recuperato.
Quindi: il futuro non ci appartiene. Tiriamo a campà sull’oggi, domani si vedrà… magari un domani in cui al governo non ci saranno più i partiti di oggi, che forse saranno all’opposizione e potranno lamentarsi contro i futuri governanti accusandoli che non sono capaci.
Per il metodo scelto ci sono due cose che colpiscono:
i tagli ai ministeri, in particolare quello della Giustizia… settore e potere separato dello Stato decisamente in coma, e che quando non funziona condiziona tutto, anche l’arrivo di capitali stranieri per investire sul nostro territorio;
il contributo di banche e assicurazioni, 3,5 miliardi su due annualità (2025 e 2026), fondi destinati a sanità e più fragili. Che non è una tassa o un regalo, ma un anticipo di cassa (il rinvio delle svalutazioni dei crediti), che dovrà essere recuperato.
Quindi: il futuro non ci appartiene. Tiriamo a campà sull’oggi, domani si vedrà… magari un domani in cui al governo non ci saranno più i partiti di oggi, che forse saranno all’opposizione e potranno lamentarsi contro i futuri governanti accusandoli che non sono capaci.
Vincenzo Donvito Maxia - presidente Aduc