Il calvario di una madre per ottenere al figlio con difficoltà l'inserimento nelle categorie protette. Ora chi lo risarcisce?

Riceviamo e pubblichiamo
Lo spazio resta naturalmente a disposizione per eventuali repliche o precisazioni

Buongiorno,
vorrei raccontare la nostra "disavventura", e dire ai genitori di ragazzi con difficoltà che non si devono arrendere. Che se non aiutiamo noi genitori i nostri figli non li aiuta nessuno. Che, anche se con fatica, alla fine, si ottiene quello di cui si ha diritto.
Mio figlio, nell'anno 2022/2023 ha frequentato la quinta superiore, ha sempre avuto l'insegnante di sostegno e l'educatore,  ha seguito il programma differenziato, nel triennio ha usufruito del PCTO tutelato, in contesti che ospitano ragazzi con difficoltà. A marzo 2023 ho iniziato a capire come muovermi una volta finita la scuola, per richiedere la categoria protetta. 
A maggio/giugno 2023 l'ho portato ad una visita dalla neuropsichiatra, ho dato tutta la documentazione, relazioni di anni, abbiamo parlato 10 minuti, ha somministrato a mio figlio un test e ha detto che ci avrebbe mandato la relazione. Metà giugno ho la relazione, presento domanda a luglio 2023, ad agosto 2023 ha la visita in commissione, sempre ad agosto arriva il verbale, domanda non accolta. Sono andata in panico, come potevo mandare mio figlio con le difficoltà nel mondo del lavoro? Più volte ho chiesto all' assistente sociale come procedere, l'ho chiamata per mesi, le ho scritto per mesi.... Le ho chiesto se potevo sentire io la neuropsichiatra mi ha detto di no. L'avrebbe chiamata lei. Bene a novembre, dopo 4 mesi, la neuropsichiatra si è accorta di aver sbagliato il conteggio del test fatto al ragazzo! Dopo 4 mesi!!  Per fortuna continuavo a rompere! Ha scritto una nuova relazione, intanto abbiamo presentato una nuova domanda a dicembre 2023, viene chiamato alla visita in commissione a febbraio, dopo una settimana mi chiamano dalla segreteria medica, le due relazioni sono incongruenti, ho spiegato l'errore e mi hanno detto che sulla relazione non era specificato. Ho chiesto alla neuropsichiatra, e mi è stata data la relazione con la frase dove specificava l'errore dopo una settimana, sinceramente pensavo avrebbe chiamato per spiegare. A marzo arriva la risposta. Domanda bocciata nuovamente. Mi è preso il panico, ora cosa facciamo? Ho chiesto all' assistente sociale, nulla non si può fare niente. Parlando con la professoressa responsabile del sostegno di mio figlio, mi ha detto provi a cercare un altro neuropsichiatra, magari sull'autismo. Ho cercato e ho scritto ad un medico della Asl del nostro territorio, che mi ha dato alcuni contatti. Ho scritto ad un medico, abbiamo fatto diversi colloqui telefonicamente, ha visto il ragazzo, facendogli saltare la lista d'attesa, ha preso a cuore la situazione e gli sarò sempre grata. Ha visto tutte le relazioni precedenti, le ha tenute un paio di settimane, gli ha fatto un test sull'autismo, che è stato confermato, anche se lievemente. Mi ha detto che in tutte le relazioni di mio figlio, c'era scritto dei problemi relazionali, che invece non sono stati scritti sulle tre relazioni appena fatte. Incredulo mi ha chiesto come mai. Gli ho risposto, a me lo chiede? se non lo sa lei che è un collega. 
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Nel frattempo, ho contattato la ministra Locatelli, che si è attivata tramite le sue segreterie, chiamando ATS di zona, che ha chiamato l'assistente sociale, per chiedere di seguirci. 
Abbiamo la nuova relazione, a maggio presentiamo nuovamente domanda, a giugno va in commissione, a luglio viene accettata la disabilità e invalidità ma non la categoria protetta, un medico ha dato parere contrario. Intanto il ragazzo era a casa a fare niente, non poteva partecipare a progetti perché non aveva la certificazione, non poteva fare il servizio civile perché ha delle difficoltà.  Ha rischiato la depressione, scritto anche sulla relazione, dal medico. È stato un anno buttato, perché è regredito e si è chiuso ancora di più in sé stesso, vederlo così ha fatto male perché ero impotente e non potevo aiutarlo. 
Ad agosto è stato convocato in commissione Inps, dove hanno voluto conoscerlo e capire la situazione.  Sono entrata con lui, sono stati tutti molto gentili, e si sono scusati per questo pasticcio. Mi hanno detto che purtroppo non si sarebbe potuto concludere, ma avrei dovuto ripresentare domanda per la categoria protetta. Sarei andata il giorno dopo, ma la segretaria dell' Inps, mi ha detto che avrebbe fatto lei domanda per noi, l'ho ringraziata di cuore. A settembre mio figlio è andato nuovamente in commissione, non c'era il medico dell' altra volta, l'altro giorno finalmente dopo un anno e passa, ha ricevuto il verbale della categoria protetta!  
Mi e vi pongo queste domande.
È giusto che il ragazzo sia dovuto, e sottolineo dovuto stare a casa un anno a fare nulla? 
È giusto che sono stata lasciata da sola? 
Se non insistevo io, ad oggi non si sarebbe saputo del test sbagliato. Ho avuto un colloquio con l'assistente sociale e ho parlato anche con la neuropsichiatra che mi ha detto mi dispiace.... Le ho detto che con un mi dispiace non ci facciamo niente. 
Mio figlio ha perso un anno, dove avrebbe potuto fare alcuni stage, prendere un piccolo compenso, che avremmo messo via per il suo futuro.  Chi gli ridà questo anno? Avrebbe potuto fare esperienze che lo avrebbero sicuramente aiutato. Ma soprattutto è giusto essere lasciati soli? A fine agosto inizio settembre, mi ha chiamato la segretaria della ministra Locatelli, che mi ha detto che porteranno il mio esempio, perché io ce l'ho fatta da sola, per aiutare gli altri. Certo a me non ha aiutato nessuno, le notti insonni, i pensieri ogni giorno... Intanto il tempo passava.... È stato un anno pesante, un anno pieno di preoccupazioni, vedere tuo figlio che si chiude sempre in se stesso fa male. A chi è interessato tutto questo? A nessuno. Siamo un puntino in un mare di ingiustizie. Ho parlato con tante persone di quanto successo, tutti mi dicevano è assurdo. Queste cose non devono succedere!! Le persone devono essere tutelate ed aiutate non essere lasciate da sole! Chi ci aiuta noi mamme? Dobbiamo sempre arrangiarci da sole!!  In tanti mi hanno detto di fare causa, ma non ho le risorse economiche. Certo che se dovessero dargli un risarcimento sarebbe ben accetto, soprattutto per lui.  Ringrazio e sarò sempre grata al medico che ci ha aiutato, un medico meraviglioso.
Ora chi lo risarcisce del tempo perso, non per colpa sua?

Cordialmente
Una mamma
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