Migranti e detenuti
Caro Francesco, ho letto con interesse tutta la tua analisi rispetto al rapporto tra criminalità e cittadinanza e le conclusioni a cui sei giunto nei confronti dei media (in realtà della sola televisione). Mi hai fatto incuriosire e allora ho fatto 2 ricerche (superficiali lo ammetto). Il numero dei detenuti "in attesa di giudizio" in carcere sorpassa il 50%, quindi non può essere applicata la riduzione del rapporto a 1:4 dei delinquenti con cittadinanza diversa da quella italiana, perché tra i detenuti in attesa di giudizio c'è un numero di italiani quasi pari a stranieri. Se a questo sommiamo il fatto che dall'ultimo censimento (2023) gli stranieri presenti in Italia sono circa 5 milioni il rapporto con la popolazione carceraria è pari allo 0,39% quindi il rapporto con i detenuti italiani (0,07% dato corretto), sale a 5,57 volte. Quindi per ogni italiano che delinque ci sono quasi 6 stranieri. Con questo non voglio farne un discorso razzista, concordo che un delinquente è un delinquente e come tale va assicurato alla giustizia, successivamente sarebbe auspicabile un aumento delle pene diverse dalla detenzione e atte al reintegro. Per quanto riguarda le televisioni, di ogni colore esse siano, presentano quello che i telespettatori vogliono vedere, perché altrimenti questi ultimi cambiano canale e la pubblicità non paga. Detto questo, da un lato hanno 6 probabilità su 7 di parlare di un detenuto straniero in rapporto alla popolazione residente, dall'altro dovremmo contare tutti i servizi trasmessi ogni giorno che parlano di criminalità organizzata per dire che non parlano di criminali italiani. Il lavoro da fare è tanto e la strada per una detenzione volta al reintegro lunghissima, ma le ideologie devono restare fuori dalle analisi matematiche, altrimenti si parte dalla tesi per poi scrivere la dimostrazione. Grazie comunque per avermi incuriosito.
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