Mandic: cessa il servizio specialistico “Stroke Unit”. I colpiti da Ictus ischemico o emorragico saranno trasferiti a Lecco
E’ il prossimo colpo, che può rivelarsi mortale anche per l’Unità Operativa Complessa di Neurologia: la chiusura della Stroke Unit. Già oggi il funzionamento è ridotto a causa della mancanza di personale. Ma sembra da indiscrezioni che il nuovo direttore generale Marco Trivelli abbia già manifestato l’intenzione di sopprimere questo servizio specializzato entro poche settimane. La “Stroke Unit” per dirla grossolanamente è per Neurologia quello che l’Unità di Cura Coronarica (UCC) è per Cardiologia.Aperta trent’anni fa dall’allora primario di Neurologia, Ferdinando Schieroni, tra le prime a entrare in funzione in questa parte di Lombardia, quando il Mandic era ancora un faro per l’intera provincia, ha salvato un numero altissimo di persone colpite da Ictus ischemico o emorragico in fase acuta. Purtroppo già oggi l'attività è ridotta per mancanza della guardia attiva. Quindi il servizio funziona più o meno dalle 8 alle 20.
Tuttavia la sua utilità è indiscussa. Il tempo, come nel caso dell’infarto, marca la differenza. Il modello austriaco, ad esempio, ha puntato a avere sparse sul territorio le Stroke per accogliere e curare il paziente entro 45 minuti.
La terapia applicata nella struttura Stroke è la trombolisi che può riaprire l’arteria chiusa e salvare una parte del tessuto cerebrale colpito. In fase acuta la trombolisi scioglie i coaguli, ripristinando la normale circolazione sanguigna. Con risultati più apprezzabili se si interviene entro i primi 90 minuti.
La Stroke Unit rappresenta il modello più avanzato ed efficace di trattamento dei disturbi cerebrovascolari acuti e l’unico in grado di ridurre significativamente mortalità e disabilità legati alla malattia.
Merate ne ha beneficiato per trent’anni. Ma oggi è quasi certo perderà anche questa specialità. Col rischio di assistere a nuove defezioni di medici se viene soppressa una delle componenti più qualificate del lavoro.
Insomma la politica del pezzo dopo pezzo continua inesorabile al di là del cambio del direttore generale e delle periodiche visite dell’assessore Bertolaso, visto da tanti sindaci come una madonna in pellegrinaggio che gratifica Merate con la sua presenza.
Peccato che nonostante un paio di visite e una terza già fissata per novembre la Psichiatria resti chiusa (definitivamente), l’Ostetricia-Ginecologia resti chiusa (definitivamente), l’Oculistica resti chiusa (definitivamente) e ora perdiamo anche la Stroke Unit.
In cambio, dicono, di un ambulatorio per la terapia del sonno.
Tuttavia la sua utilità è indiscussa. Il tempo, come nel caso dell’infarto, marca la differenza. Il modello austriaco, ad esempio, ha puntato a avere sparse sul territorio le Stroke per accogliere e curare il paziente entro 45 minuti.
La terapia applicata nella struttura Stroke è la trombolisi che può riaprire l’arteria chiusa e salvare una parte del tessuto cerebrale colpito. In fase acuta la trombolisi scioglie i coaguli, ripristinando la normale circolazione sanguigna. Con risultati più apprezzabili se si interviene entro i primi 90 minuti.
Nel nostro caso ponendo di chiamare il 112 e quindi di affidarci all’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza è molto probabile che l’ambulanza anziché a Merate o a Vimercate, punti verso Lecco. Questo per il perimetro stabilito per le aziende ospedaliere. Il problema è che tra l’avvertire i sintomi, avere la consapevolezza della gravità della situazione, allertare il 112, attendere l’arrivo dell’ambulanza e poi arrivare al Manzoni di Germanedo i 90 minuti rischiano di essere insufficienti. Con tutte le conseguenze del caso.
La Stroke Unit rappresenta il modello più avanzato ed efficace di trattamento dei disturbi cerebrovascolari acuti e l’unico in grado di ridurre significativamente mortalità e disabilità legati alla malattia.
Merate ne ha beneficiato per trent’anni. Ma oggi è quasi certo perderà anche questa specialità. Col rischio di assistere a nuove defezioni di medici se viene soppressa una delle componenti più qualificate del lavoro.
Insomma la politica del pezzo dopo pezzo continua inesorabile al di là del cambio del direttore generale e delle periodiche visite dell’assessore Bertolaso, visto da tanti sindaci come una madonna in pellegrinaggio che gratifica Merate con la sua presenza.
Peccato che nonostante un paio di visite e una terza già fissata per novembre la Psichiatria resti chiusa (definitivamente), l’Ostetricia-Ginecologia resti chiusa (definitivamente), l’Oculistica resti chiusa (definitivamente) e ora perdiamo anche la Stroke Unit.
In cambio, dicono, di un ambulatorio per la terapia del sonno.
Claudio Brambilla