Grandi parole e pochi fatti
Buongiorno, leggo gli interventi di alcuni lettori di MOL in merito alla sicurezza nelle nostre città ed alla composizione della popolazione carceraria in Italia con conteggi spannometrici, elucubrazioni e conclusioni basate più sul sentito dire che sulla situazione reale. Sono certamente argomenti complessi che hanno bisogno di riflessioni accurate, non semplificate e valutati con attenzione a meno che non si voglia utilizzarli solo come strumenti di pura propaganda politica (ho letto persino "Ma è la percentuale che conta se c'è un italiano deficiente e delinquente ci sono 1000 stranieri deficienti e delinquenti!!!". Beata ignoranza. Mah?). Esistono infatti a riguardo, da molti anni e sempre aggiornati, documenti e report istituzionali e non, da tutti consultabili, che rappresentano la situazione effettiva in tutte le sfaccettature e sui quali chi lo desidera può sviluppare le proprie considerazioni, che qui brevemente riassumo. Secondo i dati del Ministero della Giustizia la popolazione carceraria è di circa 62.000 detenuti (la capienza nei nostri 189 istituti carcerari è di circa 51.000 posti con evidenti problematiche gestionali di sovraffollamento e più di 70 suicidi dall’inizio dell’anno); di questi circa 19.500 sono stranieri pari al 31%. Questo dato è in calo rispetto agli anni precedenti ed in diminuzione rispetto a quindici anni fa, quando questo dato superava il 37%. Analizzando la natura dei reati commessi dai detenuti stranieri i dati mostrano come questi abbiano commesso delitti meno gravi e siano destinatari di pene meno lunghe rispetto ai detenuti italiani in quanto generalmente si tratta di reati legati alla microcriminalità. Sono infatti il 7,12% del totale dei detenuti ergastolani ed il 44,26% sono condannati a meno di un anno di carcere, segno peraltro del loro minore accesso alle misure alternative alla detenzione rispetto ai detenuti italiani. In questo ambito di microcriminalità, presente sui nostri territori da molti anni, i cittadini stranieri delinquono di più rispetto a quelli italiani. Il tasso di detenzione dei detenuti stranieri, vale a dire la percentuale degli stranieri detenuti rispetto al totale degli stranieri presenti in Italia, è circa dello 0,35 mentre il corrispettivo italiano è dello 0,07 con un rapporto quindi di 1 a 5. Bisogna però considerare che dei 19.500 detenuti stranieri circa 5.800 sono in custodia cautelare in quanto la carcerazione preventiva viene loro applicata con facilità poiché risulta estremamente complicato trovare soluzioni cautelari diverse dalla carcerazione rispetto ai detenuti italiani che generalmente hanno un domicilio stabile. Se fossimo garantisti come il nostro Governo, in alcuni casi, ci insegna, il tasso di detenzione dei detenuti stranieri scenderebbe allo 0,28 con un rapporto di 1 a 4. In entrambi i casi un rapporto un pochino diverso da 1 a 1000. Trascurando quindi chi semina eccessiva irrazionalità può essere interessante fare qualche considerazione sull'uso della propaganda in questo periodo. Malgrado i reati siano in diminuzione le trasmissioni politicamente schierate in favore di questo Governo continuano con forza, attraverso programmi teatrali e urlati selezionando spesso trasmettitori di un Paese incattivito, a comunicare paura ed allarmismi giocando sulla componente ansiosa delle persone. Pertanto, per quanto mi riguarda, concordo con la Sig.ra Ilaria e preferisco evitare di assistere a trasmissioni di propaganda che fanno ragionare con la pancia e non con la testa. La propaganda e il presidio delle televisioni e dei media permettono di indirizzare pensieri con narrazioni precostituite danneggiando la libera e naturale formazione dell’opinione personale. A riguardo, ma con impatto sociale minore, mi torna in mente il lontano ricordo delle trasmissioni Mediaset che nel 1994 durante la campagna elettorale per le elezioni politiche trasmettevano sulle proprie reti le interviste effettuate nei mercati italiani chiedendo alle persone per chi avessero intenzione di votare. A causa dei vuoti normativi sulla regolamentazione radiotelevisiva dell'epoca, prima del voto, venivano ogni giorno trasmesse interviste nelle quali circa 7/8 persone su 10 intervistate avrebbero votato Berlusconi che vinse quelle elezioni ma con il 46%. Esiste però un problema di microcriminalità ed ordine pubblico nel nostro Paese? Certo che si, da molti anni, e non è mai all'ordine del giorno dei vari governi. La coalizione di destra ha effettuato una campagna elettorale, con mirabolanti promesse sulla sicurezza nelle città e con questo impegno ha vinto le elezioni. Questo Governo ha una fortissima maggioranza e dispone di tutti i mezzi, politici ed operativi, per realizzare il suo decantato programma rafforzando l'apparato di sicurezza deficitario nelle nostre città per renderle più sicure. Sono passati ormai due anni ma siamo ancora in attesa di interventi strutturali e non mi sembra che il contrasto alla microcriminalità e l'ordine pubblico nelle nostre città sia migliorato. Anzi, secondo queste trasmissioni la situazione sembrerebbe peggiorata. Pertanto, grandi parole e pochi fatti. Grazie per l'attenzione.
Francesco