Airuno: grande festa in paese per i primi 40 anni dell'AIDO

Una domenica ad Airuno per festeggiare l’AIDO e il suo quarantennio dalla fondazione. Il ritrovo è stato fissato al Municipio, c’erano i rappresentanti delle associazioni e tanti gruppi AIDO della Provincia di Lecco con il proprio labaro distintivo. Il corteo, al quale ha partecipato anche l’amministrazione comunale rappresentata in primis dal sindaco Gianfranco Lavelli, è stato ritmato dal Corpo Musicale “G. Verdi” di Airuno e si è diretto verso la chiesa dove è stata celebrata la messa dal parroco don Ruggero Fabris.
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Il sindaco Gianfranco Lavelli e il presidente AIDO Giovanni Ravasi
Al termine della messa la banda musicale locale ha ospitato nella propria sede i soci dell’AIDO per un rinfresco conviviale. Il sindaco Lavelli si è congratulato con l’associazione del paese, che è ormai solita portare il messaggio sull’importanza del dono e della solidarietà nelle quinte elementari e nelle seconde medie. Il primo cittadino ha ricordato la storia del piccolo Nicholas Green, morto a sette anni nel 1994, mentre era in vacanza in Calabria. Il suo corpo si era trovato nella traiettoria di una raffica di spari per una vicenda che non aveva nulla a che fare con lui fino a quegli istanti. I genitori, pur provando un gran dolore per la prematura scomparsa del figlio, avevano avuto la coraggiosa freddezza di acconsentire all’espianto e alla donazione degli organi, poi trapiantati a sette persone in lista d’attesa. L’episodio aveva scosso l’Italia e si era verificata un’impennata nel numero di adesioni all’AIDO e al sì alla donazione post mortem di organi e tessuti.
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Il presidente Giovanni Ravasi e il sindaco Gianfranco Lavelli con il presidente provinciale Giacomo Colombo
È poi intervenuto il presidente del sodalizio di Airuno Giovanni Ravasi, una colonna dell’AIDO territoriale ben oltre i confini di Airuno. È stato infatti per due mandati vicepresidente regionale e per un mandato presidente. Dunque ha avuto modo di conoscere le realtà AIDO di tutta la Lombardia, ma alla fine il gruppo a cui resta più legato è sempre quello di Airuno, paese per cui è stato assessore al bilancio in passato. Ravasi ha ribadito l’importanza di esprimere l’assenso alla donazione degli organi dopo la morte perché rappresenta un gesto estremo di solidarietà e di amore per la Vita, per le vite di chi sarà poi salvato grazie alla donazione.
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Ravasi è soddisfatto perché Airuno è un paese solidale, gli iscritti all’AIDO si mantengono sui circa 400. I sì alla donazione salgono a 700 se si tiene conto anche dell’assenso fornito dagli airunesi al rinnovo della carta d’identità all’anagrafe comunale.
M.P.

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