Merate: la comunità in festa per don Amilkar Ramirez
Nella mattinata di domenica 6 ottobre, la comunità parrocchiale di Merate ha celebrato, insieme al nuovo prevosto don Mauro Malighetti, l'ordinazione a diacono di don Amilkar Ramirez, ricevuta il giorno precedente presso il Duomo di Milano.
Don Amilkar ha costruito la sua omelia intrecciando la sua esperienza spirituale intorno a tre verbi chiave: uscire, chiamare, e amare, collegandoli al significato del padrone nella parabola degli operai mandati nella vigna.
Nel Vangelo il padrone è il primo a scomodarsi, a uscire di casa per radunare i lavoratori, così come il Signore si mette in viaggio per raccogliere intorno a sé i suoi discepoli, come ha fatto per don Amilkar nella sua prima fase di seminario, un ritiro intrapreso grazie agli incoraggiamenti della madre.
Davanti a Dio ognuno è unico e viene chiamato personalmente per rivelare un cammino non dettato dalla casualità, bensì della grazia che sprona ad essere figli di Dio, a lasciarsi amare ed affidarsi a lui per iniziare diffondere la salvezza, un percorso che il don ha intrapreso inseguendo la sua vocazione. “Dio vi chiama non a fare tanto, ma a lasciarvi amare, non a diventare potenti ma figli. Dio non chiama in una logica di padrone e schiavo ma nella gratuità, lui chiama, ma tocca a noi a rispondere con la vita e il cuore”. Un appello è stato dunque rivolto a tutti i presenti, soprattutto ai più giovani, ad accogliere a braccia aperte l'amore di Dio, invece che resistere al suo richiamo facendosi tentare dalle distrazioni.
La festa si è conclusa con un piccolo aperitivo comunitario e la processione con la statua della Madonna del Rosario per le vie del centro.
Don Amilkar ha costruito la sua omelia intrecciando la sua esperienza spirituale intorno a tre verbi chiave: uscire, chiamare, e amare, collegandoli al significato del padrone nella parabola degli operai mandati nella vigna.
Nel Vangelo il padrone è il primo a scomodarsi, a uscire di casa per radunare i lavoratori, così come il Signore si mette in viaggio per raccogliere intorno a sé i suoi discepoli, come ha fatto per don Amilkar nella sua prima fase di seminario, un ritiro intrapreso grazie agli incoraggiamenti della madre.
Davanti a Dio ognuno è unico e viene chiamato personalmente per rivelare un cammino non dettato dalla casualità, bensì della grazia che sprona ad essere figli di Dio, a lasciarsi amare ed affidarsi a lui per iniziare diffondere la salvezza, un percorso che il don ha intrapreso inseguendo la sua vocazione. “Dio vi chiama non a fare tanto, ma a lasciarvi amare, non a diventare potenti ma figli. Dio non chiama in una logica di padrone e schiavo ma nella gratuità, lui chiama, ma tocca a noi a rispondere con la vita e il cuore”. Un appello è stato dunque rivolto a tutti i presenti, soprattutto ai più giovani, ad accogliere a braccia aperte l'amore di Dio, invece che resistere al suo richiamo facendosi tentare dalle distrazioni.
La festa si è conclusa con un piccolo aperitivo comunitario e la processione con la statua della Madonna del Rosario per le vie del centro.
I.Bi.