Lomagna: il premio "Kenbe fèm" al centro beato Pino Puglisi
Nell'ultimo giorno della primissima edizione del “Festival della fede Kenbe fèm”, al termine della santa Messa presieduta da monsignor Flavio Pace, la parrocchia di Lomagna ha consegnato il premio Kenbe fèm al Presidente del Centro Padre Nostro del Beato Pino Puglisi, per la realizzazione dell'asilo nel quartiere Brancaccio di Palermo.
“Kenbe fèm” è “il più bell’augurio che si fa e si riceve nel paese, è la virtù della forza interiore, un intero cammino di vita” scriveva la piccola sorella del Vangelo Luisa dell'Orto. La suora, originaria di Lomagna, è stata uccisa barbaramente nel 2022 ad Haiti, dove era missionaria presso il centro Kay Chal per l’accoglienza e l’educazione dei bambini delle periferie di Port-au-Prince.
A due anni di distanza, la sua parrocchia ha deciso di istituire in suo ricordo una tre giorni di festa, iniziative e testimonianze, per promuovere il suo messaggio di fede e altruismo.
All'inizio della celebrazione di domenica mattina don Andrea Restelli ha ringraziato i presenti, tra cui anche il sindaco di Lomagna Cristina Maria Citterio: “Saluto anche Sua Eccellenza monsignor Flavio Pace, che è qui oggi in qualità di segretario del Dicastero per l’unità dei Cristiani, compito a cui l'ha chiamato Papa Francesco qualche mese fa”.
Il legame con il segretario, ha confessato don Andrea, risale al periodo in cui frequentava il seminario: “in realtà il motivo per cui abbiamo iniziato a conoscerci e siamo entrati in amicizia è il ricordo di una persona a noi molto cara, che era il mio compagno di banco Alessandro Galimberti, che è morto dopo una lunga malattia contro cui ha combattuto durante tutto il seminario. Per questo ho voluto Flavio in questa Santa Messa, che così diventa occasione di gratitudine per Luisa, per Beato don Pino e per tanti fratelli e sorelle che anche dal cielo continuano ad accompagnare il nostro cammino”.
Al termine dell'Eucarestia la consegna del premio al presidente del Centro Padre Nostro Maurizio Artale. Don Andrea ha così spiegato la scelta di affidare il primo di questi riconoscimenti alla realtà palermitana: “il nostro Festival nasce dal desiderio di sentire che la presenza di Luisa è viva, e la vogliamo continuare a sentire viva e presente sempre in mezzo a noi: accanto a lei, che aveva fatto conoscere l'espressione “Kenbe fèm” anche qui in parrocchia, ci sono tanti uomini e tante donne che non si arrendono al male”.
Il parroco, una volta venuto a sapere attraverso un articolo di giornale come nel quartiere Brancaccio mancasse ancora un asilo, ha pensato non vi fosse modo migliore per onorare la memoria della piccola sorella, che tanto si è dedicata ad i più piccoli, mettendo anima e corpo in un centro di aggregazione per i ragazzi.
Il presidente Artale è così stato chiamato sull'altare per ricevere il premio dalle mani del vescovo, condividendo con i presenti il racconto dell'assassinio nel 1993 di Padre Puglisi: “davanti al giudice i due carnefici diranno: “io ho ammazzato quaranta o cinquanta persone, non ricordo. Ma di uno mi ricordo: di Padre Puglisi, perchè il suo sorriso mi torna in mente tutte le notti. Ecco perchè ho deciso di collaborare con la giustizia”. Puglisi convertì anche i due assassini che lo stavano ammazzando: secondo me questo è il buon Dio che grazie a Puglisi si rivolge anche agli ultimi. Questa è la logica di un Dio che non segue la logica umana”.
Infine nonsignor Pace ha impartito la benedizione sui fedeli: “Chiedo a ciascuno di voi di sentire che questa benedizione è già in ciascuno di voi. Come papà e come mamme benedite i vostri figli: non c'è bisogno di un pastorale e di una mitra per dare una benedizione. Dite bene anche di chi vi fa del male, non perchè continui a farlo, ma perchè il suo cuore ne sia toccato”.
Il fine settimana di festeggiamenti si è concluso nel pomeriggio, con eventi e animazioni per grandi e piccini.
“Kenbe fèm” è “il più bell’augurio che si fa e si riceve nel paese, è la virtù della forza interiore, un intero cammino di vita” scriveva la piccola sorella del Vangelo Luisa dell'Orto. La suora, originaria di Lomagna, è stata uccisa barbaramente nel 2022 ad Haiti, dove era missionaria presso il centro Kay Chal per l’accoglienza e l’educazione dei bambini delle periferie di Port-au-Prince.
A due anni di distanza, la sua parrocchia ha deciso di istituire in suo ricordo una tre giorni di festa, iniziative e testimonianze, per promuovere il suo messaggio di fede e altruismo.
All'inizio della celebrazione di domenica mattina don Andrea Restelli ha ringraziato i presenti, tra cui anche il sindaco di Lomagna Cristina Maria Citterio: “Saluto anche Sua Eccellenza monsignor Flavio Pace, che è qui oggi in qualità di segretario del Dicastero per l’unità dei Cristiani, compito a cui l'ha chiamato Papa Francesco qualche mese fa”.
Il legame con il segretario, ha confessato don Andrea, risale al periodo in cui frequentava il seminario: “in realtà il motivo per cui abbiamo iniziato a conoscerci e siamo entrati in amicizia è il ricordo di una persona a noi molto cara, che era il mio compagno di banco Alessandro Galimberti, che è morto dopo una lunga malattia contro cui ha combattuto durante tutto il seminario. Per questo ho voluto Flavio in questa Santa Messa, che così diventa occasione di gratitudine per Luisa, per Beato don Pino e per tanti fratelli e sorelle che anche dal cielo continuano ad accompagnare il nostro cammino”.
Al termine dell'Eucarestia la consegna del premio al presidente del Centro Padre Nostro Maurizio Artale. Don Andrea ha così spiegato la scelta di affidare il primo di questi riconoscimenti alla realtà palermitana: “il nostro Festival nasce dal desiderio di sentire che la presenza di Luisa è viva, e la vogliamo continuare a sentire viva e presente sempre in mezzo a noi: accanto a lei, che aveva fatto conoscere l'espressione “Kenbe fèm” anche qui in parrocchia, ci sono tanti uomini e tante donne che non si arrendono al male”.
Il parroco, una volta venuto a sapere attraverso un articolo di giornale come nel quartiere Brancaccio mancasse ancora un asilo, ha pensato non vi fosse modo migliore per onorare la memoria della piccola sorella, che tanto si è dedicata ad i più piccoli, mettendo anima e corpo in un centro di aggregazione per i ragazzi.
Il presidente Artale è così stato chiamato sull'altare per ricevere il premio dalle mani del vescovo, condividendo con i presenti il racconto dell'assassinio nel 1993 di Padre Puglisi: “davanti al giudice i due carnefici diranno: “io ho ammazzato quaranta o cinquanta persone, non ricordo. Ma di uno mi ricordo: di Padre Puglisi, perchè il suo sorriso mi torna in mente tutte le notti. Ecco perchè ho deciso di collaborare con la giustizia”. Puglisi convertì anche i due assassini che lo stavano ammazzando: secondo me questo è il buon Dio che grazie a Puglisi si rivolge anche agli ultimi. Questa è la logica di un Dio che non segue la logica umana”.
Infine nonsignor Pace ha impartito la benedizione sui fedeli: “Chiedo a ciascuno di voi di sentire che questa benedizione è già in ciascuno di voi. Come papà e come mamme benedite i vostri figli: non c'è bisogno di un pastorale e di una mitra per dare una benedizione. Dite bene anche di chi vi fa del male, non perchè continui a farlo, ma perchè il suo cuore ne sia toccato”.
Il fine settimana di festeggiamenti si è concluso nel pomeriggio, con eventi e animazioni per grandi e piccini.
F.F.