Sabbioncello: Messa nel transito di san Francesco con padre Francesco Metelli
In occasione della solennità di san Francesco d'Assisi, patrono d'Italia, e nell'ottavo centenario delle stimmate la comunità di Sabbioncello ha celebrato nel tardo pomeriggio di giovedì 3 ottobre
il transito del Santo al termine della Santa Messa presieduta da fra Francesco Metelli, nel 40° anniversario della sua Ordinazione sacerdotale.
“Oggi ricordiamo il transito di San Francesco, il suo incontro con sorella morte, che avverrà nel 1226” ha ricordato padre Massimo Tedoldi “Celebriamo inoltre 40 anni di ordinazione di padre Francesco. Sono sicuro che tanti di voi vogliano esprimere gli auguri più cari”. Padre Massimo ha pensato di ‘raccogliere’ gli auguri e dar loro voce attraverso le parole che San Francesco ha nella sua lettera a tutto l’Ordine, indirizzandole ai fratelli sacerdoti, e rivolgendo un particolare passaggio a padre Francesco.
“Bada alla tua dignità, fratello sacerdote, e sii santo perché egli è santo. E come il Signore Iddio ti ha onorato sopra tutti gli uomini, con l’affidati questo ministero, così tu amalo, riveriscilo e onoralo più di ogni altro uomo. Grande miseria sarebbe, e miseranda meschinità se, avendo lui cosi presente, ti curasti di qualunque altra cosa che esista in tutto il mondo. Tutta l’umanità trepidi, l’universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, si rende presente Cristo, il Figlio del Dio” ha letto, aggiungendo: “Ecco Padre Francesco, tu per 40 anni hai potuto udire questa umanità che trepida, questo universo intero che trema e il cielo che esulta quando nelle tue mani sull’altare hai reso presente il cristo”.
Nel corso della sua omelia, il celebrante ha ringraziato il Signore per aver donato Francesco d’Assisi. “Fratelli e sorelle, oggi è il giorno della conclusione del suo pellegrinaggio terreno. Il 3 ottobre 1226. Non siamo qui comunque per fare un funerale, per una festa, oserei dire, di nozze”. San Francesco infatti è morto cantando. “Si fa cantare dai frati le lodi a tutte le creature. Il Cantico di Frate Sole, e aggiunge proprio negli ultimi momenti di vita la strofa personale di morte”.
Francesco d’Assisi non muore solo cantando, ma anche gustando dei dolci. “Per ispirazione divina, Jacopa di Roma, donna che lo serviva, gli porta i dolcetti di cui era, osiamo dire, goloso: i mostaccioli.
Muore facendo festa, assaggiando questi dolci – ha proseguito padre Francesco Metelli – Il canto, il mangiare un dolce, sono i segni di una festa, che per Francesco diventa festa nuziale, incontro con il suo Signore maestro Gesù. Anticipa per così dire quel banchetto al quale parteciperà di lì a poco dopo aver esalato l’ultimo respiro. Anche noi facciamo festa con Francesco perché davvero siamo chiamati al banchetto della vita, dell’eternità, come è stato chiamato lui in questo giorno di quasi 800 anni fa”.
Dopo la comunione, la celebrazione è proseguita con il beato transito del Padre San Francesco, tra canti, letture e preghiera. Data lettura del Salmo, cantato a cori alterni, padre Francesco Metelli ha provveduto a incensare l’icona di San Francesco, situata accanto all’altare, e come da tradizione si sono spente le luci. Letto il passo del Vangelo di Giovanni, sono state riaccese. La cerimonia si è conclusa con la benedizione da padre del sacerdote per intercessione del serafico padre San Francesco d’Assisi.
il transito del Santo al termine della Santa Messa presieduta da fra Francesco Metelli, nel 40° anniversario della sua Ordinazione sacerdotale.
“Oggi ricordiamo il transito di San Francesco, il suo incontro con sorella morte, che avverrà nel 1226” ha ricordato padre Massimo Tedoldi “Celebriamo inoltre 40 anni di ordinazione di padre Francesco. Sono sicuro che tanti di voi vogliano esprimere gli auguri più cari”. Padre Massimo ha pensato di ‘raccogliere’ gli auguri e dar loro voce attraverso le parole che San Francesco ha nella sua lettera a tutto l’Ordine, indirizzandole ai fratelli sacerdoti, e rivolgendo un particolare passaggio a padre Francesco.
“Bada alla tua dignità, fratello sacerdote, e sii santo perché egli è santo. E come il Signore Iddio ti ha onorato sopra tutti gli uomini, con l’affidati questo ministero, così tu amalo, riveriscilo e onoralo più di ogni altro uomo. Grande miseria sarebbe, e miseranda meschinità se, avendo lui cosi presente, ti curasti di qualunque altra cosa che esista in tutto il mondo. Tutta l’umanità trepidi, l’universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, si rende presente Cristo, il Figlio del Dio” ha letto, aggiungendo: “Ecco Padre Francesco, tu per 40 anni hai potuto udire questa umanità che trepida, questo universo intero che trema e il cielo che esulta quando nelle tue mani sull’altare hai reso presente il cristo”.
Nel corso della sua omelia, il celebrante ha ringraziato il Signore per aver donato Francesco d’Assisi. “Fratelli e sorelle, oggi è il giorno della conclusione del suo pellegrinaggio terreno. Il 3 ottobre 1226. Non siamo qui comunque per fare un funerale, per una festa, oserei dire, di nozze”. San Francesco infatti è morto cantando. “Si fa cantare dai frati le lodi a tutte le creature. Il Cantico di Frate Sole, e aggiunge proprio negli ultimi momenti di vita la strofa personale di morte”.
Muore facendo festa, assaggiando questi dolci – ha proseguito padre Francesco Metelli – Il canto, il mangiare un dolce, sono i segni di una festa, che per Francesco diventa festa nuziale, incontro con il suo Signore maestro Gesù. Anticipa per così dire quel banchetto al quale parteciperà di lì a poco dopo aver esalato l’ultimo respiro. Anche noi facciamo festa con Francesco perché davvero siamo chiamati al banchetto della vita, dell’eternità, come è stato chiamato lui in questo giorno di quasi 800 anni fa”.
Dopo la comunione, la celebrazione è proseguita con il beato transito del Padre San Francesco, tra canti, letture e preghiera. Data lettura del Salmo, cantato a cori alterni, padre Francesco Metelli ha provveduto a incensare l’icona di San Francesco, situata accanto all’altare, e come da tradizione si sono spente le luci. Letto il passo del Vangelo di Giovanni, sono state riaccese. La cerimonia si è conclusa con la benedizione da padre del sacerdote per intercessione del serafico padre San Francesco d’Assisi.
E.Ma.