(H) Open Week: cardiopatia nella donna. Al Mandic ne parla la dott.ssa Gorgoglione
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte al mondo. L’ha ricordato la dottoressa Maria Grazia Gorgoglione, cardiologa dell’Ospedale San Leopoldo Mandic di Merate, durante l’incontro tenutosi venerdì 27 settembre in occasione della Giornata mondiale del Cuore. Anche quest’anno, dopo il successo delle tre precedenti edizioni, infatti, Fondazione Onda ETS ha organizzato l’(H) Open Week dedicato alle malattie cardiovascolari con l’obiettivo di promuovere l’informazione, la prevenzione e la diagnosi precoce di queste malattie, con un particolare focus su aneurisma aortico addominale, infarto cardiaco, patologie valvolari, carotidee e venose. L’Asst di Lecco, come negli anni scorsi, ha aderito promuovendo l’iniziativa, ospitando un incontro a Merate e effettuando elettrocardiogrammi e monitoraggi della pressione arteriosa gratuiti presso l’Ospedale di Lecco.
Nella sala conferenze del Mandic la dottoressa Gorgoglione ha parlato in particolare della cardiopatia ischemica nella donna e in generale delle malattie cardiovascolari, che nelle donne rimangono spesso poco riconosciute e in molti casi poco comprese non avendo ancora ottenuto la stessa consapevolezza pubblica della malattia cardiovascolare maschile. Proprio per questo la dottoressa ha ricordato l’importanza dei fattori psicosociali, come depressione, minore disponibilità economica e stress in generale. “I fattori psicosociali possono essere determinanti nel mantenere abitudini di vita poco salutari, come il fumo di sigaretta e la sedentarietà, nella mancata aderenza alle raccomandazioni terapeutiche e nel ritardo nella richiesta di aiuto sanitario, che si traduce in trattamenti più tardivi”.
La mancanza di attenzione e di prevenzione può portare a una serie di problematiche al cuore, l’organo principale del sistema cardiovascolare, il muscolo che pompa continuamente il sangue nel corpo e viene rifornito di ossigeno dalle arterie coronarie. “In un soggetto sano, le pareti delle arterie sono lisce e hanno uno spessore uniforme. Con il tempo, tuttavia, un elevato livello di colesterolo circolante può causare l’accumulo di depositi lipidici” ha detto la dottoressa Gorgoglione, spiegando che la placca che può formarsi può indurirsi nel tempo e causare un restringimento nell’arteria. “Questa condizione prende il nome di aterosclerosi. Se si sviluppa nelle arterie coronarie prende il nome di coronatopatia. Se l’ostruzione di un’arteria coronaria è superiore al 70% si possono aver sintomi di cardiopatia ischemica”. Il rischio che ciò comporta è l’infarto, che di solito si verifica in seguito alla rottura della placca arterosclerotica, in un’arteria coronarica. Questo evento infatti mette in moto dei meccanismi che portano alla formazione di un coagulo che va a bloccare il flusso sanguigno nel vaso interessato.
Ma quali sono questi sintomi? Senso di oppressione e di dolore al centro del petto (che perdura nel tempo), irradiazione del dolore o fastidio ad un braccio o a entrambi o alla nuca, schiena o stomaco, fiato corto con o senza senso di fastidio toracico, dolore alla mascella, sudore freddo, nausea e mal di stomaco, senso di stordimento. Tuttavia la dottoressa ha ricordato che nella donna i sintomi sono diversi. Il dolore toracico infatti è meno frequente o comunque meno intenso rispetto a quanto accade agli uomini. È molto comune però la difficoltà a respirare. Anche i sintomi più insoliti come sudore freddo e vertigini tendono a essere più comuni. Lo stesso vale per nausea, vomito e stanchezza estrema. “Le donne però sono poco consapevoli del loro rischio cardiovascolare. Soprattutto dopo la menopausa il rischio cardiovascolare femminile cresce ed è essenziale saper capire i segnali di un infarto”.
Un’altra rischio a cui sono principalmente esposte le donne in post-menopausa è la sindrome di “takotzubo” o “del cuore spezzato”, che spesso di sviluppa a seguito di stress emotivo o fisico molto intenso e prevede anomalie nella contrattilità della parte medio apicale del cuore, che appare quasi arrotondata. “Si presenta in maniera molto simile all’infarto miocardico con dolore e difficoltà a respirare”.
Ma come si agisce qualora si arrivi a un episodio simile? Se il dolore al torace dura da più di 10 minuti è fondamentale chiamare il 112. In ospedale, per stabilire se si tratta davvero di un infarto, verranno eseguiti alcuni esami come elettrocardiogramma e misurazione degli enzimi cardiaci.
Per evitare di arrivare a tanto, bisogna prestare attenzione ai fattori di rischio, ed evitare gli evitabili, come il fumo. Gli altri fattori sono la familiarità per malattie cardiovascolari, il diabete e l’ipertensione. Nelle donne lo sono anche il parto pretermine, il diabete gestazione, l’ipertensione gravidica, l’ovaio policistico, la menopausa precoce, le malattie autoimmuni, l'rx terapia torace e la depressione.
C’è qualcosa che però ogni donna può fare per tutelarsi e cercare di prevenire le malattie del cuore, ovvero avere un corretto stile di vita. Il che comprende smettere di fumare, praticare attività fisica regolare o camminate, adottare una dieta con elevato consumo di frutta, verdura e legumi, mantenere il peso ideale e misurare la pressione arteriosa periodicamente. A queste abitudini si aggiungono degli esami che è opportuno effettuare, come la visita dal ginecologo, la visita cardiologica con elettrocardiogramma ed esami del sangue “di routine”.
Nella sala conferenze del Mandic la dottoressa Gorgoglione ha parlato in particolare della cardiopatia ischemica nella donna e in generale delle malattie cardiovascolari, che nelle donne rimangono spesso poco riconosciute e in molti casi poco comprese non avendo ancora ottenuto la stessa consapevolezza pubblica della malattia cardiovascolare maschile. Proprio per questo la dottoressa ha ricordato l’importanza dei fattori psicosociali, come depressione, minore disponibilità economica e stress in generale. “I fattori psicosociali possono essere determinanti nel mantenere abitudini di vita poco salutari, come il fumo di sigaretta e la sedentarietà, nella mancata aderenza alle raccomandazioni terapeutiche e nel ritardo nella richiesta di aiuto sanitario, che si traduce in trattamenti più tardivi”.
La mancanza di attenzione e di prevenzione può portare a una serie di problematiche al cuore, l’organo principale del sistema cardiovascolare, il muscolo che pompa continuamente il sangue nel corpo e viene rifornito di ossigeno dalle arterie coronarie. “In un soggetto sano, le pareti delle arterie sono lisce e hanno uno spessore uniforme. Con il tempo, tuttavia, un elevato livello di colesterolo circolante può causare l’accumulo di depositi lipidici” ha detto la dottoressa Gorgoglione, spiegando che la placca che può formarsi può indurirsi nel tempo e causare un restringimento nell’arteria. “Questa condizione prende il nome di aterosclerosi. Se si sviluppa nelle arterie coronarie prende il nome di coronatopatia. Se l’ostruzione di un’arteria coronaria è superiore al 70% si possono aver sintomi di cardiopatia ischemica”. Il rischio che ciò comporta è l’infarto, che di solito si verifica in seguito alla rottura della placca arterosclerotica, in un’arteria coronarica. Questo evento infatti mette in moto dei meccanismi che portano alla formazione di un coagulo che va a bloccare il flusso sanguigno nel vaso interessato.
Ma quali sono questi sintomi? Senso di oppressione e di dolore al centro del petto (che perdura nel tempo), irradiazione del dolore o fastidio ad un braccio o a entrambi o alla nuca, schiena o stomaco, fiato corto con o senza senso di fastidio toracico, dolore alla mascella, sudore freddo, nausea e mal di stomaco, senso di stordimento. Tuttavia la dottoressa ha ricordato che nella donna i sintomi sono diversi. Il dolore toracico infatti è meno frequente o comunque meno intenso rispetto a quanto accade agli uomini. È molto comune però la difficoltà a respirare. Anche i sintomi più insoliti come sudore freddo e vertigini tendono a essere più comuni. Lo stesso vale per nausea, vomito e stanchezza estrema. “Le donne però sono poco consapevoli del loro rischio cardiovascolare. Soprattutto dopo la menopausa il rischio cardiovascolare femminile cresce ed è essenziale saper capire i segnali di un infarto”.
Un’altra rischio a cui sono principalmente esposte le donne in post-menopausa è la sindrome di “takotzubo” o “del cuore spezzato”, che spesso di sviluppa a seguito di stress emotivo o fisico molto intenso e prevede anomalie nella contrattilità della parte medio apicale del cuore, che appare quasi arrotondata. “Si presenta in maniera molto simile all’infarto miocardico con dolore e difficoltà a respirare”.
Ma come si agisce qualora si arrivi a un episodio simile? Se il dolore al torace dura da più di 10 minuti è fondamentale chiamare il 112. In ospedale, per stabilire se si tratta davvero di un infarto, verranno eseguiti alcuni esami come elettrocardiogramma e misurazione degli enzimi cardiaci.
Per evitare di arrivare a tanto, bisogna prestare attenzione ai fattori di rischio, ed evitare gli evitabili, come il fumo. Gli altri fattori sono la familiarità per malattie cardiovascolari, il diabete e l’ipertensione. Nelle donne lo sono anche il parto pretermine, il diabete gestazione, l’ipertensione gravidica, l’ovaio policistico, la menopausa precoce, le malattie autoimmuni, l'rx terapia torace e la depressione.
C’è qualcosa che però ogni donna può fare per tutelarsi e cercare di prevenire le malattie del cuore, ovvero avere un corretto stile di vita. Il che comprende smettere di fumare, praticare attività fisica regolare o camminate, adottare una dieta con elevato consumo di frutta, verdura e legumi, mantenere il peso ideale e misurare la pressione arteriosa periodicamente. A queste abitudini si aggiungono degli esami che è opportuno effettuare, come la visita dal ginecologo, la visita cardiologica con elettrocardiogramma ed esami del sangue “di routine”.
E.Ma.