Beverate: a porte chiuse le testimonianze di 3 coinvolti nel caso del "Bar dello zoo"

É stata sentita questa mattina per più di un'ora – a porte chiuse - la giovane vittima della presunta violenza sessuale di gruppo avvenuta a Beverate all'interno del “Bar dello zoo”.

La 16enne è stata la sola a costituirsi parte civile (tramite i genitori, assistiti dall'avvocato Mara Ratti) nel procedimento penale avviatosi davanti al Tribunale di Lecco in composizione collegiale.

La vicenda giudiziaria vede come imputato Graziano Rigamonti (besanese classe 1990), titolare del locale dove sarebbero avvenuti i fatti: a lui si contestano diversi capi di imputazione come cessione di stupefacenti, prostituzione minorile (consumata e tentata), pornografia minorile, favoreggiamento della prostituzione, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi e sostituzione di persona. Attualmente agli arresti domiciliari per questo procedimento, non presente quest'oggi in aula, è difeso dall'avvocato Roberta Cardinetti del foro di Milano.

Vista la delicatezza dei fatti e la giovane età della presunta persona offesa, la ricostruzione di quanto sarebbe accaduto il 21 agosto del 2023 è avvenuta nella modalità dell'audizione protetta, per consentirle la serenità necessaria (per quanto possibile) a ripercorrere e raccontare ai giudici quanto vissuto in quelle drammatiche ore.

Stando al quadro accusatorio proposto dalla Procura della Repubblica di Lecco, oggi rappresentata dal sostituto procuratore Chiara Stoppioni, la 16enne, una volta resa inerme per l'effetto di alcol e farmaci, sarebbe stata spogliata ed adagiata sul bancone del bar gestito dal 33enne, riempita di sputi e sberle, per poi essere toccata e costretta ad un rapporto orale. Insieme all'esercente avrebbe preso parte alla violenza un altro giovanissimo, la cui posizione ora è al vaglio del Tribunale dei minori.

Dopo l'esame della giovane vittima, il collegio giudicante composto dal presidente Bianca Maria Bianchi e a latere i giudici Gianluca Piantadosi e Paolo Salvatore ha avuto modo di ascoltare (sempre a porte chiuse) le testimonianze di altri due ragazzi coinvolti.

Il “Greg”, divenuto in poco tempo amico di tanti giovani dopo l'apertura del bar nel centro della frazione di Brivio, pare si vantasse di avere conoscenze ne mondo dello spettacolo e di poter in quale che modo avvicinare gli stessi ragazzi a questi ambienti.

Alcune delle testimonianze già rese nella scorsa udienza hanno rivelato lo “schema” che si sarebbe utilizzato in quel frangente: i “clienti” sarebbero stati reclutati principalmente attraverso app e siti di incontri. A loro “Greg” girava il contatto Telegram del ragazzino preposto a soddisfare le richieste. I due si sarebbero accordati direttamente su luogo di incontro, prezzo e “prestazione”. Poi il 33enne, che si sarebbe premurato di accompagnare e attendere i giovani agli appuntamenti, avrebbe tenuto per sé il 30% del guadagno.

Altri, invece, sarebbero stati invitati a partecipare a filmati hard, spesso dopo l'assunzione di alcol e stupefacenti, come ripreso da 23 video e 124 immagini rinvenuti in possesso dell'odierno imputato .

L'istruttoria proseguirà, come già calendarizzato, il prossimo mese di ottobre.
F.F.
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