A Federico

Caro Federico, 
per almeno due decenni il Comune di Merate ha promosso una politica della casa per le fasce medio basse, così come Regione Lombardia fino alla gestione della Presidente Fiorella Ghilardotti. Dal 1975 alla fine degli anni 90 sono stati edificati alloggi in edilizia economica popolare su aree pubbliche, con convenzione 99nnale (ex lege 167/1962) e su aree private, con convenzione Comune/Operatore edilizio, che sono stati acquistati da centinaia di famiglie a prezzi veramente accessibili. Regione Lombardia ha varato due leggi, nel 1986 e nel 1990, recanti norme per l’attuazione dei Programmi di Recupero Edilizio e Urbanistico e in forza di quelle leggi, anche se la prima un po' controversa perché al limite del costituzionale, i centri storici sono stati recuperati e ristrutturati. Come vede, quindi, la pianificazione urbana poco o nulla c'entra. C'entra, invece, la politica, a livello locale e regionale, che ha compiuto scelte radicalmente diverse, mettendo il diritto alla casa fra i tanti che possono essere allegramente calpestati e ora i più giovani ne pagano le conseguenze. Esattamente come per la sanità, la casa sconta i limiti di una politica miope, che privilegia il privato al pubblico, difende i privilegi dei pochi con molti mezzi a spese di molti con molto meno, che coltiva l'interesse di famigli/partito/appartenenza invece dell'interesse comune. Per non parlare del fatto che l'Italia è l'unico paese UE dove gli stipendi non solo non sono aumentati, ma addirittura sono diminuiti rispetto a trent'anni fa e il potere di acquisto dell'euro, a causa della nuova inflazione, diminuisce a vista d'occhio.
Cordialità,
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