Brivio: inaugurata la nuova casa dell’Alveare con una grande festa della comunità
Un’enorme festa che ha visto partecipare gran parte della comunità briviese di è tenuta nel soleggiato pomeriggio di sabato 28 settembre in occasione dell’inaugurazione della nuova casa della cooperativa sociale L’Alveare in via Como.
L’evento è stato un'occasione per mostrare alla cittadinanza il grandioso risultato che i membri della cooperativa sono riusciti a compiere dopo quasi 40 anni di sacrifici, ma anche per ringraziare tutte, proprio una a una, le persone che hanno sostenuto in un modo o nell’altro il sogno de L’Alveare e soprattutto dei ragazzi e le ragazze con disabilità che frequentano la cooperativa.
“Questa è la casa dell’autonomia” ha dichiarato l’ex sindaco Ugo Panzeri “Una cosa che noi tutti desideriamo e che qui si sta realizzando per i nostri protagonisti”.
A ricordare le tappe fondamentali della cooperativa che nel 2026 festeggerà 40 anni di attività è stato l’ex assessore Felice Baio, che ha ripercorso la costituzione partendo dagli anni ’70-’80, quando a Brivio c’era una realtà di diverse persone disabili e un gruppo lavorò per aiutare a inserirle in aziende, salvo poi veder nascere l’idea di dar vita a una cooperativa. “All’epoca eravamo io e Franco Riva, io assessore e lui nella Commissione Handicap. Abbiamo cercato persone da coinvolgere nel progetto, spronati da due papà di ragazzi con disabilità che desideravano che dessimo vita alla cooperativa”.
La svolta però è avvenuta solo nel 1986, grazie alla “spinta” di don Gino Mariani, all’epoca coadiutore della parrocchia di Brivio, e presente alla festa di inaugurazione.
Anno dopo anno la realtà è cresciuta sempre più, allargandosi dalla prima sede in piazza Sant’Antonio al laboratorio sul lungofiume, nel 1993. “Agli inizi del 2000 è passata da cooperativa di lavoro a cooperativa socio-educativa. Questo ha permesso di aumentare gli inserimenti. Poi dal 2003, al fine di dare sollievo alle famiglie, è stata attivata ‘la domenica insieme’”. E quel progetto, che prevede che i ragazzi passino uno o due giorni in cooperativa in modo da poter sviluppare una propria autonomia e allo stesso tempo lasciare più liberi i loro genitori, viene portato avanti tutt’oggi, ed è stato il principale motivo che ha spinto a cercare una casa più grande.
“L’obiettivo è che i ragazzi riescano a essere protagonisti all’interno della casa” è stato spiegato, ringraziando tutte le numerosissime iniziative messe in campo da diversi soggetti al fine di sostenere questo importante progetto. A dire di più è stato il “padre” di questa idea, Franco Riva, presidente dell’associazione Amici dell’Alveare: “Per anni abbiamo portato i ragazzi in vacanza e fatto tante cose divertenti. Oggi preferiamo finanziare l’accompagnamento all’autonomia. Un progetto che inizia a ottobre e termina a maggio. I ragazzi frequenteranno la nuova casa per due giorni a settimana, andranno a fare la spesa con gli operatori, torneranno e si prepareranno la cena da soli. Ci saranno serate di divertimento e anche noi volontari passeremo del tempo con loro. Una casa così bella va vissuta e noi cercheremo di farlo”.
Franco Riva, il presidente della cooperativa Flavio Perego, Ugo Panzeri e tutti i membri de L’Alveare hanno rivolto un ringraziamento di cuore per il supporto al progetto il Gruppo Escursionisti Briviesi, la Pro Loco, le sorelle Carla e Milena Villa, Technoprobe Spa, l’associazione Nostra Signora della Neve e la Fondazione Comunitaria Lecchese.
Un ulteriore ringraziamento però è andato a tutte le persone che hanno contribuito in un modo o nell’altro all’acquisto e alla ristrutturazione della nuova casa, a partire dall’ex proprietario Eugenio Anghilieri, che è andato incontro alla cooperativa, e a Cristiano Crippa di Technoprobe Spa, che in qualità di privato cittadino ha voluto sostenere L’Alveare nell’acquisto. Un grazie è andato anche a Bruno Conti dell’associazione Nostra Signora della Neve che ha donato l’ascensore, a Banca Intesa che ha donato gli arredi, all’ex presidente della cooperativa Francesco Ripamonti e a ogni singolo volontario che ha aiutato a sistemare la casa, tutte le imprese che vi hanno lavorato, notai e geometri, membri di diverse associazioni che a vario titolo hanno dato il proprio supporto. Ciascuno di loro è stato nominato e invitato a ritirare un omaggio realizzato dai ragazzi de L’Alveare: una piccola casetta in legno colorata.
Un grazie è andato anche all’amministrazione comunale. Assente all’inaugurazione il sindaco Federico Airoldi, ha parlato al suo posto la vice Roberta Agostoni, che ha portato i suoi saluti e letto un messaggio: “Mi dispaccio moltissimo per non essere qui a festeggiare questo importantissimo traguardo raggiunto con i ragazzi e tutti coloro che hanno partecipato attivamente al progetto. Ci sono voluti quasi due anni di studi, progetti, opere di ristrutturazione che dovevano essere portate a termine ma finalmente la tanto attesa inaugurazione è arrivata e non potevo che gioirne con tutti voi. Questa casa rappresenta un fortissimo punto di aggregazione anche per le famiglie degli utenti, un luogo nel quale la condivisione, l'integrità, la crescita personale e l'inserimento nel futuro lavorativo sono le fondamenta per la vita futura dei ragazzi e dalle ragazze della cooperativa che la abiteranno. Come Amministrazione Comunale abbiamo sposato con entusiasmo il progetto perché capiamo la grande valenza che un luogo di convivialità e di accompagnamento all'autonomia possa assumere per le famiglie”.
La parola è passata anche a don Gino Mariani per un saluto. “Qualcuno ha detto: «Volete vedere quanto una società è progredita o no?Non andate a vedere quanta tecnologia ha, ma guardate come la società si pone davanti alle persone più fragili, a quelli che soffrono»” ha affermato, spiegando che la comunità aiuta i ragazzi, ma che anche loro fanno altrettanto. “Diciamo grazie a loro, perché ci portano all’essenzialità della vita”.
Presente all’inaugurazione anche Ruggero Plebani, Coordinatore dell'Ufficio di Piano, che si è detto molto contento del progetto. “Negli ultimi anni si è aperto il lavoro sul ‘Dopo di Noi’. L’uscita del proprio figlio dal nucleo familiare è sempre un successo della persona, ma anche della famiglia. Dobbiamo sentirci coraggiosamente disponibili a queste esperienze” ha detto. La nuova casa de L’Alveare infatti in futuro potrebbe essere anche una base per avviare il progetto del Dopo di Noi se si presentasse la necessità.
Al termine dei ringraziamenti ha brevemente preso parola anche don Emilio Colombo. Il sacerdote ha ricordato che questa abitazione sarà “la casa di tutti” è ha impartito la benedizione.
Quindi i ragazzi de L’Alveare si sono posizionati all’ingresso della casa con un paio di forbici e hanno tagliato il nastro. Il pomeriggio è proseguito con la visita dell'immobile e un rinfresco in compagnia in giardino offerto dalle associazioni. Indispensabile alla buona riuscita dell’evento è stato il contributo degli Alpini della sezione locale, che si sono disposti lungo via Como a dare indicazioni sui parcheggi.
L’evento è stato un'occasione per mostrare alla cittadinanza il grandioso risultato che i membri della cooperativa sono riusciti a compiere dopo quasi 40 anni di sacrifici, ma anche per ringraziare tutte, proprio una a una, le persone che hanno sostenuto in un modo o nell’altro il sogno de L’Alveare e soprattutto dei ragazzi e le ragazze con disabilità che frequentano la cooperativa.
“Questa è la casa dell’autonomia” ha dichiarato l’ex sindaco Ugo Panzeri “Una cosa che noi tutti desideriamo e che qui si sta realizzando per i nostri protagonisti”.
A ricordare le tappe fondamentali della cooperativa che nel 2026 festeggerà 40 anni di attività è stato l’ex assessore Felice Baio, che ha ripercorso la costituzione partendo dagli anni ’70-’80, quando a Brivio c’era una realtà di diverse persone disabili e un gruppo lavorò per aiutare a inserirle in aziende, salvo poi veder nascere l’idea di dar vita a una cooperativa. “All’epoca eravamo io e Franco Riva, io assessore e lui nella Commissione Handicap. Abbiamo cercato persone da coinvolgere nel progetto, spronati da due papà di ragazzi con disabilità che desideravano che dessimo vita alla cooperativa”.
La svolta però è avvenuta solo nel 1986, grazie alla “spinta” di don Gino Mariani, all’epoca coadiutore della parrocchia di Brivio, e presente alla festa di inaugurazione.
Anno dopo anno la realtà è cresciuta sempre più, allargandosi dalla prima sede in piazza Sant’Antonio al laboratorio sul lungofiume, nel 1993. “Agli inizi del 2000 è passata da cooperativa di lavoro a cooperativa socio-educativa. Questo ha permesso di aumentare gli inserimenti. Poi dal 2003, al fine di dare sollievo alle famiglie, è stata attivata ‘la domenica insieme’”. E quel progetto, che prevede che i ragazzi passino uno o due giorni in cooperativa in modo da poter sviluppare una propria autonomia e allo stesso tempo lasciare più liberi i loro genitori, viene portato avanti tutt’oggi, ed è stato il principale motivo che ha spinto a cercare una casa più grande.
“L’obiettivo è che i ragazzi riescano a essere protagonisti all’interno della casa” è stato spiegato, ringraziando tutte le numerosissime iniziative messe in campo da diversi soggetti al fine di sostenere questo importante progetto. A dire di più è stato il “padre” di questa idea, Franco Riva, presidente dell’associazione Amici dell’Alveare: “Per anni abbiamo portato i ragazzi in vacanza e fatto tante cose divertenti. Oggi preferiamo finanziare l’accompagnamento all’autonomia. Un progetto che inizia a ottobre e termina a maggio. I ragazzi frequenteranno la nuova casa per due giorni a settimana, andranno a fare la spesa con gli operatori, torneranno e si prepareranno la cena da soli. Ci saranno serate di divertimento e anche noi volontari passeremo del tempo con loro. Una casa così bella va vissuta e noi cercheremo di farlo”.
Franco Riva, il presidente della cooperativa Flavio Perego, Ugo Panzeri e tutti i membri de L’Alveare hanno rivolto un ringraziamento di cuore per il supporto al progetto il Gruppo Escursionisti Briviesi, la Pro Loco, le sorelle Carla e Milena Villa, Technoprobe Spa, l’associazione Nostra Signora della Neve e la Fondazione Comunitaria Lecchese.
Un ulteriore ringraziamento però è andato a tutte le persone che hanno contribuito in un modo o nell’altro all’acquisto e alla ristrutturazione della nuova casa, a partire dall’ex proprietario Eugenio Anghilieri, che è andato incontro alla cooperativa, e a Cristiano Crippa di Technoprobe Spa, che in qualità di privato cittadino ha voluto sostenere L’Alveare nell’acquisto. Un grazie è andato anche a Bruno Conti dell’associazione Nostra Signora della Neve che ha donato l’ascensore, a Banca Intesa che ha donato gli arredi, all’ex presidente della cooperativa Francesco Ripamonti e a ogni singolo volontario che ha aiutato a sistemare la casa, tutte le imprese che vi hanno lavorato, notai e geometri, membri di diverse associazioni che a vario titolo hanno dato il proprio supporto. Ciascuno di loro è stato nominato e invitato a ritirare un omaggio realizzato dai ragazzi de L’Alveare: una piccola casetta in legno colorata.
Un grazie è andato anche all’amministrazione comunale. Assente all’inaugurazione il sindaco Federico Airoldi, ha parlato al suo posto la vice Roberta Agostoni, che ha portato i suoi saluti e letto un messaggio: “Mi dispaccio moltissimo per non essere qui a festeggiare questo importantissimo traguardo raggiunto con i ragazzi e tutti coloro che hanno partecipato attivamente al progetto. Ci sono voluti quasi due anni di studi, progetti, opere di ristrutturazione che dovevano essere portate a termine ma finalmente la tanto attesa inaugurazione è arrivata e non potevo che gioirne con tutti voi. Questa casa rappresenta un fortissimo punto di aggregazione anche per le famiglie degli utenti, un luogo nel quale la condivisione, l'integrità, la crescita personale e l'inserimento nel futuro lavorativo sono le fondamenta per la vita futura dei ragazzi e dalle ragazze della cooperativa che la abiteranno. Come Amministrazione Comunale abbiamo sposato con entusiasmo il progetto perché capiamo la grande valenza che un luogo di convivialità e di accompagnamento all'autonomia possa assumere per le famiglie”.
La parola è passata anche a don Gino Mariani per un saluto. “Qualcuno ha detto: «Volete vedere quanto una società è progredita o no?Non andate a vedere quanta tecnologia ha, ma guardate come la società si pone davanti alle persone più fragili, a quelli che soffrono»” ha affermato, spiegando che la comunità aiuta i ragazzi, ma che anche loro fanno altrettanto. “Diciamo grazie a loro, perché ci portano all’essenzialità della vita”.
Presente all’inaugurazione anche Ruggero Plebani, Coordinatore dell'Ufficio di Piano, che si è detto molto contento del progetto. “Negli ultimi anni si è aperto il lavoro sul ‘Dopo di Noi’. L’uscita del proprio figlio dal nucleo familiare è sempre un successo della persona, ma anche della famiglia. Dobbiamo sentirci coraggiosamente disponibili a queste esperienze” ha detto. La nuova casa de L’Alveare infatti in futuro potrebbe essere anche una base per avviare il progetto del Dopo di Noi se si presentasse la necessità.
Al termine dei ringraziamenti ha brevemente preso parola anche don Emilio Colombo. Il sacerdote ha ricordato che questa abitazione sarà “la casa di tutti” è ha impartito la benedizione.
Quindi i ragazzi de L’Alveare si sono posizionati all’ingresso della casa con un paio di forbici e hanno tagliato il nastro. Il pomeriggio è proseguito con la visita dell'immobile e un rinfresco in compagnia in giardino offerto dalle associazioni. Indispensabile alla buona riuscita dell’evento è stato il contributo degli Alpini della sezione locale, che si sono disposti lungo via Como a dare indicazioni sui parcheggi.
E.Ma.