Meglio le divise delle telecamere
Complici i fondi del Piano di ripresa europeo e gli stanziamenti regionali è in atto la corsa a tappezzare paesi e città di telecamere. La videosorveglianza è diventata la prova della dinamicità dell’Amministrazione comunale e dell’attenzione al tema della sicurezza. Cernusco ne è una prova, tra breve piazzeranno telecamere anche sui tigli; Merate non è da meno e al centinaio di telecamere se ne aggiungeranno altre forse venti, forse trenta.
Saremo controllati passo dopo passo. Ma saremo anche più sicuri?
L’esempio di Terno d’Isola pare rispondere negativamente al quesito. Senza i due testimoni marocchini forse l’assassino non sarebbe stato trovato.
Senza andare lontano noi stessi, vittime del terzo attentato incendiario pur disponendo di telecamere non abbiamo né potuto evitare l’aggressione né individuare i colpevoli.
Perché basta una felpa con cappuccio calato sul viso per rendere l’immagine inutilizzabile. Ne sappiamo qualcosa!
Le segnalazioni di disturbo alla quiete pubblica, danneggiamenti, atti di vandalismo, crescono giorno dopo giorno. I Comuni pensano di rispondere con la videosorveglianza.
Così l’azione preventiva delle forze dell’ordine sembra perdere sempre più importanza. E anche quella repressiva (ma qui ci si scontra con normative che più lassiste non si può) non pare dare risultati apprezzabili.
E non lo diciamo per quello che ci riguarda direttamente. Amen. Ma per tutti coloro che, esempio, a Merate, da via Matteotti, via Trieste, via Sant’Ambrogio, viale Lombardia, piazza Libertà si lamentano senza ottenere alcun ristoro.
La realtà è evidente a chiunque non abbia gli occhiali dell’ideologia a schermarla: dalle 22 in avanti la città è senza alcun presidio di sicurezza. La polizia locale è a riposo, la pattuglia di carabinieri fa qualche passaggio. Basta aspettare qualche minuto, due, tre al massimo, poi le corse possono riprendere e pure le partite di calcio in piazza.
A Mattia Salvioni consigliamo di risparmiare i soldi delle telecamere per investirli nelle divise.
Diciamolo, a parte qualche sciagurato in motorino cui sono state tirate le orecchie, risultati apprezzabili con la videosorveglianza non ce ne sono stati. E semmai sono a valle del reato, non a monte.
Ma serve prevenire e nel caso reprimere, non osservare e, forse, tra qualche settimana, chiamare a rapporto qualche coppia di genitori, ignari delle prodezze del figlio.
Legga bene il Sindaco le tante lettere. E tragga la conclusione. Meglio agenti sulle strade – magari dotati dei taser di nuova generazione come a Cantù - che telecamere appese ai pali della luce.
Saremo controllati passo dopo passo. Ma saremo anche più sicuri?
L’esempio di Terno d’Isola pare rispondere negativamente al quesito. Senza i due testimoni marocchini forse l’assassino non sarebbe stato trovato.
Senza andare lontano noi stessi, vittime del terzo attentato incendiario pur disponendo di telecamere non abbiamo né potuto evitare l’aggressione né individuare i colpevoli.
Perché basta una felpa con cappuccio calato sul viso per rendere l’immagine inutilizzabile. Ne sappiamo qualcosa!
Le segnalazioni di disturbo alla quiete pubblica, danneggiamenti, atti di vandalismo, crescono giorno dopo giorno. I Comuni pensano di rispondere con la videosorveglianza.
Così l’azione preventiva delle forze dell’ordine sembra perdere sempre più importanza. E anche quella repressiva (ma qui ci si scontra con normative che più lassiste non si può) non pare dare risultati apprezzabili.
E non lo diciamo per quello che ci riguarda direttamente. Amen. Ma per tutti coloro che, esempio, a Merate, da via Matteotti, via Trieste, via Sant’Ambrogio, viale Lombardia, piazza Libertà si lamentano senza ottenere alcun ristoro.
La realtà è evidente a chiunque non abbia gli occhiali dell’ideologia a schermarla: dalle 22 in avanti la città è senza alcun presidio di sicurezza. La polizia locale è a riposo, la pattuglia di carabinieri fa qualche passaggio. Basta aspettare qualche minuto, due, tre al massimo, poi le corse possono riprendere e pure le partite di calcio in piazza.
A Mattia Salvioni consigliamo di risparmiare i soldi delle telecamere per investirli nelle divise.
Diciamolo, a parte qualche sciagurato in motorino cui sono state tirate le orecchie, risultati apprezzabili con la videosorveglianza non ce ne sono stati. E semmai sono a valle del reato, non a monte.
Ma serve prevenire e nel caso reprimere, non osservare e, forse, tra qualche settimana, chiamare a rapporto qualche coppia di genitori, ignari delle prodezze del figlio.
Legga bene il Sindaco le tante lettere. E tragga la conclusione. Meglio agenti sulle strade – magari dotati dei taser di nuova generazione come a Cantù - che telecamere appese ai pali della luce.
Claudio Brambilla