Cernusco: cena solidale per l'Hospice tra parco e swing
Una domenica solidale a favore dell’hospice Il Nespolo di Airuno è andata in scena al Castello di Cernusco Lombardone. Il momento centrale dell’iniziativa è stata la cena elegante sotto allo spazioso tendone illuminato da tante lucine decorative, che ha ospitato un centinaio di commensali. Già nella seconda metà del pomeriggio si sono svolte però delle attività complementari per intrattenere i partecipanti e l’ingresso delle auto è stato monitorato dal gruppo alpini di Cernusco. C’è stato uno show cooking per scoprire i segreti di una cucina ricercata. Si è tenuto inoltre un laboratorio floreale per imparare ad assembleare delle composizioni di fiori di stagione. E poi c’è stato l’intervento del coordinatore delle Guardie Ecologiche Volontarie del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone, Giovanni Zardoni.
Piantina alla mano, Zardoni ha mostrato i confini del Parco, facendo distinzione tra le aree classificate come Parco Naturale o Regionale e spiegandone le differenti restrizioni volte alla tutela degli ecosistemi e del paesaggio. Ha poi raccontato i vari processi di ampliamento dei territori locali tutelati, fino al più recente accorpamento della Riserva del Lago di Sartirana e buona parte dell’ex PLIS Monte di Brianza sui Comuni di Olgiate Molgora, Airuno e Valgreghentino.
La GEV ha poi incuriosito la cerchia di partecipanti presenti con qualche aneddoto sui siti di interesse comunitario. Il Parco è impegnato a preservare e valorizzare i prati magri, così chiamati perché il terreno è presto a contatto con la roccia. Nei prati magri, complici le condizioni climatiche, crescono delle spettacolari orchidee. È inoltre un habitat ideale per diversi tipi di insetti. L’Ente Parco si fa promotore di azioni volte al mantenimento di questi siti per evitare che a prendere il sopravvento sia una boscaglia dallo scarso valore naturalistico.
Un ambiente che si può trovare nella valle del Curone è quello dei boschi umidi. Sul terreno argilloso la flora si sviluppa e conserva autonomamente. L’ontano è tra le tipologie di alberi più gradite. Spesso però si moltiplicano in maniera invasiva la robinia e l’ailanto. Vengono allora programmati degli interventi di riconversione della composizione arborea.
Un ultimo sito di cui ha parlato Zardoni è quello delle sorgenti pietrificanti: cascatelle nei ruscelli e torrenti grazie ai gradini di travertino depositato naturalmente in seguito alla reazione chimica tra il muschio e il carbonato di calcio. Diventa l’ambiente naturale per il gambero da fiume. La chiacchierata si è conclusa sulle specie reintrodotte nel Parco dello scoiattolo rosso e del tasso e su quelle alloctone che sono da monitorate (nutrie, gambero della Lousiana, scoiattolo grigio). Il Parco di Montevecchia e della Valle del Curone può contare su una quarantina di GEV, che devono svolgere almeno 168 ore all’anno di servizio (pattugliamenti e accertamenti, manutenzione degli spazi, apertura del centro visite, salvataggio degli anfibi). C’è poi una trentina di volontari di supporto che non hanno un monte orario minimo da garantire e non possono elevare sanzioni.
La serata al Castello è proseguita con un aperitivo accompagnato dalla musica del quartetto Swing Faces. Nell’ex armeria dello storico avamposto è stata allestita la mostra con le tele dell’artista Gaetano Orazio. Tre quadri sono stati messi all’asta, con la somma devoluta all’associazione Fabio Sassi, che a sua volta destina le risorse all’hospice di Airuno, un’eccellenza del territorio nel garantire dignità alle persone nello stadio terminale della vita. Nel 2023 Il Nespolo ha ospitato 264 pazienti, seguiti da 31 operatori sanitari specializzati e 196 volontari della Fabio Sassi.
Piantina alla mano, Zardoni ha mostrato i confini del Parco, facendo distinzione tra le aree classificate come Parco Naturale o Regionale e spiegandone le differenti restrizioni volte alla tutela degli ecosistemi e del paesaggio. Ha poi raccontato i vari processi di ampliamento dei territori locali tutelati, fino al più recente accorpamento della Riserva del Lago di Sartirana e buona parte dell’ex PLIS Monte di Brianza sui Comuni di Olgiate Molgora, Airuno e Valgreghentino.
La GEV ha poi incuriosito la cerchia di partecipanti presenti con qualche aneddoto sui siti di interesse comunitario. Il Parco è impegnato a preservare e valorizzare i prati magri, così chiamati perché il terreno è presto a contatto con la roccia. Nei prati magri, complici le condizioni climatiche, crescono delle spettacolari orchidee. È inoltre un habitat ideale per diversi tipi di insetti. L’Ente Parco si fa promotore di azioni volte al mantenimento di questi siti per evitare che a prendere il sopravvento sia una boscaglia dallo scarso valore naturalistico.
Un ambiente che si può trovare nella valle del Curone è quello dei boschi umidi. Sul terreno argilloso la flora si sviluppa e conserva autonomamente. L’ontano è tra le tipologie di alberi più gradite. Spesso però si moltiplicano in maniera invasiva la robinia e l’ailanto. Vengono allora programmati degli interventi di riconversione della composizione arborea.
Un ultimo sito di cui ha parlato Zardoni è quello delle sorgenti pietrificanti: cascatelle nei ruscelli e torrenti grazie ai gradini di travertino depositato naturalmente in seguito alla reazione chimica tra il muschio e il carbonato di calcio. Diventa l’ambiente naturale per il gambero da fiume. La chiacchierata si è conclusa sulle specie reintrodotte nel Parco dello scoiattolo rosso e del tasso e su quelle alloctone che sono da monitorate (nutrie, gambero della Lousiana, scoiattolo grigio). Il Parco di Montevecchia e della Valle del Curone può contare su una quarantina di GEV, che devono svolgere almeno 168 ore all’anno di servizio (pattugliamenti e accertamenti, manutenzione degli spazi, apertura del centro visite, salvataggio degli anfibi). C’è poi una trentina di volontari di supporto che non hanno un monte orario minimo da garantire e non possono elevare sanzioni.
La serata al Castello è proseguita con un aperitivo accompagnato dalla musica del quartetto Swing Faces. Nell’ex armeria dello storico avamposto è stata allestita la mostra con le tele dell’artista Gaetano Orazio. Tre quadri sono stati messi all’asta, con la somma devoluta all’associazione Fabio Sassi, che a sua volta destina le risorse all’hospice di Airuno, un’eccellenza del territorio nel garantire dignità alle persone nello stadio terminale della vita. Nel 2023 Il Nespolo ha ospitato 264 pazienti, seguiti da 31 operatori sanitari specializzati e 196 volontari della Fabio Sassi.
M.P.