Merate: Morgan alla sbarra rende spontanee dichiarazioni, respinge le accuse e chiede la "riparativa" della Cartabia
“Oggi sono qui con le migliori intenzioni benchè abbia perso tutto, abbia enormi problemi economici, sia stato distrutto dal punto di vista famigliare e morale e sia stato definito come perverso e malsano. Esibisco 15mila euro per la parte civile e in me permane la volontà di conciliare ma prendo atto della volontà della signora Schiatti di non farlo, affronto dunque il processo perchè non ho nulla da nascondere. Auspico un maggior rispetto della mia persona e del mio ruolo in questa sede non di condannato ma di persona che deve essere giudicata e deve avere giusta serenità nell’affrontare la sua vita oggi compromessa”.
È uno stralcio delle dichiarazioni che questa mattina l’imputato Marco Castoldi in arte Morgan ha letto nell’aula del giudice Gianluca Piantadosi, nel corso del processo che lo vede imputato per i reati di diffamazione e atti persecutori nei confronti di Angelica Schiatti, la donna di Merate con cui aveva avuto una relazione sentimentale, poi terminata e approdata ora in un’aula di tribunale.
L’udienza odierna era stata convocata dal giudice per un tentativo di conciliazione tra le parti che, tuttavia, non c’è stato in quanto la presunta parte lesa non si è presentata, manifestando dunque la non volontà di addivenire a un accordo e depositando per il tramite dell’avvocato Maria Nirta una memoria.
L’imputato, noto personaggio dello spettacolo, assistito dagli avvocati Rossella Gallo e Leonardo Cammarata, ha chiesto di poter rendere spontanee dichiarazioni al giudice, depositando e poi leggendo allo scranno davanti al giudice il testo.
Definendo l’opportunità di poter parlare come “liberatoria”, Morgan ha spiegato come tutta la vicenda sia scaturita da un “impedimento di parola che è la causa scatenante. Alla base c’è il taglio della parola al sottoscritto e finalmente posso dire le mie ragioni perché da quattro anni mi sento torturato. Nel corso delle conciliazioni la vittima aveva fatto presente come non si trattasse di una questione economica, quanto di veder cessate le condotte. E io ho porto le mie scuse per il linguaggio e gli atteggiamenti che erano tuttavia legati a un periodo difficile, acuito dalla relazione con la persona offesa”.
Secondo la versione riferita oggi in aula, infatti, l’amicizia decennale era scaturita in un rapporto più intenso fino a quando Angelica Schiatti aveva chiesto a Morgan di disintossicarsi. “Mi ha condotto a fare un percorso di disintossicazione molto invasivo e poi mi ha abbandonato tagliando ogni comunicazione e causando in me una acutissima disperazione che si è tradotta nel tentativo di raggiungerla verbalmente per cercare spiegazioni. Lei era la mia referente affettiva. Se ti disintossichi ci sposeremo e ci ameremo per sempre. Io ho accettato e lei è scomparsa per sempre”.
Da qui i tentativi di ritrovare un contatto tramite scritti, pezzi, la ricerca di recuperare un dialogo con logica a cui però ha fatto seguito la denuncia della donna.
“E’ da settembre 2021 che non faccio nulla nei confronti di Angelica Schiatti. Ho maturato questo disinteresse autonomamente, una volta superato il coinvolgimento sentimentale. Poi non c’è più stato alcun tentativo. Ho sofferto ma la questione è chiusa da tempo e pur non avendo alcuna restrizione né di parola né di azione non ho fatto nulla”.
La vicenda, però, uscita nei dettagli (quantomeno una parte) a livello mediatico nel mese di luglio con un articolo di Selvaggia Lucarelli, gli ha causato a suo dire un danno di immagine e anche una condizione di tensione e mancanza di serenità importanti. “Non mi si addice la parola persecutore. Sono una persona attenta non sono invasore dello stato d’animo altrui, mi esprimo in modo poetico e se ci sono stati moti che contenevano una certa brutalità verbale, chiedo scusa, ma erano lo sfogo in mezzo a una copiosa produzione con una nuova predisposizione verso l’altro. È offensivo della mia intelligenza e qualità umana avermi denunciato”.
Facendo un salto di quasi un anno, l’imputato ha ricordato come prima dell’udienza preliminare di ottobre a fronte della sua proposta transattiva ci fosse stata la richiesta da parte della signora Schiatti di un incontro presso lo studio dei legali. Incontro disdetto solo qualche giorno prima.
Al di là della cronaca delle brevi udienze alla presenza solo degli avvocati, a luglio i reati contestati all’imputato diventano oggetto di un articolo di Selvaggia Lucarelli con stralci di messaggi e conversazioni contestate e questo, secondo Morgan, ha scatenato “una bufera mediatica. In una fase in cui il giudizio non era ancora iniziato, sono stato condannato da un tribunale del popolo prima del processo. Oggi sono addirittura considerato autore di revenge porn. Nei miei confronti sono state usate espressioni offensive: avrei una personalità misogina, irosa, incapace di contenere i moti di ira, un abuser, un violento. La mia persona è stata accostata ad accadimenti di femminicidio. Ma io sono incapace di alzare le mani su chiunque”.
A chiusura della deposizione, Morgan si è proposto per avviare un percorso di giustizia riparativa, strumento previsto dalla legge Cartabia che consente, su decisione esclusiva del giudice, di sospendere temporaneamente il processo e ammettere l’imputato a un cammino riparativo, al termine del quale è prevista una valutazione.
Dopo una breve interruzione, il pubblico ministero Chiara Stoppioni si è detta favorevole, contraria chiaramente la parte civile.
Il giudice si è riservato di decidere e ha calendarizzato una udienza a fine settembre per comunicare l’eventuale accettazione di questo percorso, mai applicato ancora al tribunale di Lecco.
È uno stralcio delle dichiarazioni che questa mattina l’imputato Marco Castoldi in arte Morgan ha letto nell’aula del giudice Gianluca Piantadosi, nel corso del processo che lo vede imputato per i reati di diffamazione e atti persecutori nei confronti di Angelica Schiatti, la donna di Merate con cui aveva avuto una relazione sentimentale, poi terminata e approdata ora in un’aula di tribunale.
L’udienza odierna era stata convocata dal giudice per un tentativo di conciliazione tra le parti che, tuttavia, non c’è stato in quanto la presunta parte lesa non si è presentata, manifestando dunque la non volontà di addivenire a un accordo e depositando per il tramite dell’avvocato Maria Nirta una memoria.
L’imputato, noto personaggio dello spettacolo, assistito dagli avvocati Rossella Gallo e Leonardo Cammarata, ha chiesto di poter rendere spontanee dichiarazioni al giudice, depositando e poi leggendo allo scranno davanti al giudice il testo.
Definendo l’opportunità di poter parlare come “liberatoria”, Morgan ha spiegato come tutta la vicenda sia scaturita da un “impedimento di parola che è la causa scatenante. Alla base c’è il taglio della parola al sottoscritto e finalmente posso dire le mie ragioni perché da quattro anni mi sento torturato. Nel corso delle conciliazioni la vittima aveva fatto presente come non si trattasse di una questione economica, quanto di veder cessate le condotte. E io ho porto le mie scuse per il linguaggio e gli atteggiamenti che erano tuttavia legati a un periodo difficile, acuito dalla relazione con la persona offesa”.
Secondo la versione riferita oggi in aula, infatti, l’amicizia decennale era scaturita in un rapporto più intenso fino a quando Angelica Schiatti aveva chiesto a Morgan di disintossicarsi. “Mi ha condotto a fare un percorso di disintossicazione molto invasivo e poi mi ha abbandonato tagliando ogni comunicazione e causando in me una acutissima disperazione che si è tradotta nel tentativo di raggiungerla verbalmente per cercare spiegazioni. Lei era la mia referente affettiva. Se ti disintossichi ci sposeremo e ci ameremo per sempre. Io ho accettato e lei è scomparsa per sempre”.
Da qui i tentativi di ritrovare un contatto tramite scritti, pezzi, la ricerca di recuperare un dialogo con logica a cui però ha fatto seguito la denuncia della donna.
“E’ da settembre 2021 che non faccio nulla nei confronti di Angelica Schiatti. Ho maturato questo disinteresse autonomamente, una volta superato il coinvolgimento sentimentale. Poi non c’è più stato alcun tentativo. Ho sofferto ma la questione è chiusa da tempo e pur non avendo alcuna restrizione né di parola né di azione non ho fatto nulla”.
La vicenda, però, uscita nei dettagli (quantomeno una parte) a livello mediatico nel mese di luglio con un articolo di Selvaggia Lucarelli, gli ha causato a suo dire un danno di immagine e anche una condizione di tensione e mancanza di serenità importanti. “Non mi si addice la parola persecutore. Sono una persona attenta non sono invasore dello stato d’animo altrui, mi esprimo in modo poetico e se ci sono stati moti che contenevano una certa brutalità verbale, chiedo scusa, ma erano lo sfogo in mezzo a una copiosa produzione con una nuova predisposizione verso l’altro. È offensivo della mia intelligenza e qualità umana avermi denunciato”.
Facendo un salto di quasi un anno, l’imputato ha ricordato come prima dell’udienza preliminare di ottobre a fronte della sua proposta transattiva ci fosse stata la richiesta da parte della signora Schiatti di un incontro presso lo studio dei legali. Incontro disdetto solo qualche giorno prima.
Al di là della cronaca delle brevi udienze alla presenza solo degli avvocati, a luglio i reati contestati all’imputato diventano oggetto di un articolo di Selvaggia Lucarelli con stralci di messaggi e conversazioni contestate e questo, secondo Morgan, ha scatenato “una bufera mediatica. In una fase in cui il giudizio non era ancora iniziato, sono stato condannato da un tribunale del popolo prima del processo. Oggi sono addirittura considerato autore di revenge porn. Nei miei confronti sono state usate espressioni offensive: avrei una personalità misogina, irosa, incapace di contenere i moti di ira, un abuser, un violento. La mia persona è stata accostata ad accadimenti di femminicidio. Ma io sono incapace di alzare le mani su chiunque”.
A chiusura della deposizione, Morgan si è proposto per avviare un percorso di giustizia riparativa, strumento previsto dalla legge Cartabia che consente, su decisione esclusiva del giudice, di sospendere temporaneamente il processo e ammettere l’imputato a un cammino riparativo, al termine del quale è prevista una valutazione.
Dopo una breve interruzione, il pubblico ministero Chiara Stoppioni si è detta favorevole, contraria chiaramente la parte civile.
Il giudice si è riservato di decidere e ha calendarizzato una udienza a fine settembre per comunicare l’eventuale accettazione di questo percorso, mai applicato ancora al tribunale di Lecco.
S.V.