Il mastrogiardiniere/71: anche le piante migrano a causa del cambiamento climatico. Ce ne accorgiamo?
ESTRATTO dal WEB
Mentre le temperature globali aumentano e si fanno più frequenti gli eventi estremi, tra cui i vasti incendi, le piante (e intere foreste) stanno “migrando” verso luoghi più ospitali. Sì, persino gli alberi “migrano”. In un mondo più caldo e con eventi sempre più estremi, come forti siccità e vasti incendi che aumentano di intensità, estensione e durata, anche le piante provano a adattarsi ai cambiamenti. Come? Spostandosi progressivamente verso latitudini più a Nord, per esempio, o verso località a quote più alte. Pena, di fatto, l’estinzione.
RIFLESSIONE
Questo estratto, letto sfogliando sul web, mi ha fatto pensare…. Noi esseri umani dipendiamo molto dal mondo vegetale e tra l’altro sembra che non ci accorgiamo, riusciremo a adattarci? Come stanno e hanno fatto le piante finora? Abituate ai cambiamenti della terra da 400 milioni di anni ad oggi.
Le conseguenze potrebbero essere l’interruzione dei servizi ecosistemici,
ovvero dei benefici forniti dalla natura al genere umano.
Ecco alcuni dei cambiamenti che abbiamo avuto nel nostro ambiente domestico sulle piante (sempre se ci siamo accorti):
Gerani
A causa dell’aumento delle temperature, da più di dieci anni, per molti di noi, appassionati coltivatori di gerani ricadenti e no sul balcone, abbiamo dovuto cambiare con altre specie più resistenti alle temperature più alte. Se la pianta è esposta alla luce solare intensa per un periodo prolungato, può iniziare a mostrare segni di scottature, come foglie marroni o bruciate.Abbiamo rinunciato ai gerani per colpa della farfallina e i suoi bruchetti che bucano i fusti delle piante. è arrivata con le temperature torride estive che superano le medie dei 20/25 gradi. (Ecco perché crescono meglio in montagna).
Surfinia
Anche questa pianta non riesce a crescere bene fisiologicamente e rigogliosa quando le temperature superano i 20/25 gradi per molto tempo. (Ed ora si consiglia di posizionarla a mezz’ombra o almeno che non prenda il sole torrido dopo le 12)
Azalee e Rododendri
Le piante che prediligono ambienti freschi non riescono a superare il disagio del riverbero del sole per molto tempo.
Quando le temperature medie erano più basse e quelle alte non erano prolungate la tingide non c’era, era contenuta in pochi esemplari, questo insetto estivo presente anche sulle acidofile, con le sue numerose punture sulle foglie, per succhiare la linfa, provoca decolorazioni visibili verso la fine dell’estate.
PIRALIDE DEL BOSSO Cydalima perspectalis è un lepidottero della famiglia delle Piralidi, originario dell’Asia e giunto in Europa con piante di bosso infestate nel 2007 (Germania). In Italia la specie è stata trovata per la prima volta nel 2011 in Lombardia, ha distrutto nel tempo quasi tutti i bossi dei giardini all’italiana delle nostre ville più antiche.
CIMICE SUI POMODORI
La cimice asiatica (Halyomorpha halys) è uno dei principali problemi per chi produce pere, ma può rappresentare un serio problema anche per i produttori di pomodoro. Anche se la pressione di questo fitofago varia molto di anno in anno, se le condizioni ambientali sono favorevoli, inverni miti per lo svernamento, estati calde per la proliferazione i danni che è in grado di arrecare alle colture sono molto ingenti. (Arrivata con il commercio delle merci dall’Asia.)
TAPPETI ERBOSI
I tappeti erbosi soffrono di scottature, perchè le specie e i miscugli utilizzati al nord Italia (MICROTERME adatte a temperature ottimali di 15/25 gradi ) non riescono a sopportare lunghi periodi con temperature che già dal mattino partono a 25 gradi arrivando a punte che superano sul terreno i 35/40 gradi, anche se supportate con impianti di irrigazione (il tappeto erboso cresceva poco fisiologicamente tra un taglio e l’altro e l’ho notato anche io).
Le infestanti estive hanno più generazioni di germinabilità tempi più lunghi per nascere e infestare i tappeti erbosi.
Pabbio, Setaria riescono, favorite dalle temperature, a fare più generazioni e i giardinieri sono obbligati a intervenire, con mezzi chimici più volte per contenere il problema.
Portulaca, euforbia si notavano poco gli anni precedenti, adesso sono più presenti.
Sorghum halepense L. SORGHETTO
Graminacea pluriennale che si riproduce sia per seme che da rizoma. Specie molto diffusa, riesce ad adattarsi a climi anche molto differenti tra loro. È tra le infestanti più pericolose per il mais e prati per fienagione per il suo impatto sulla resa e per la capacità di produrre sostanze allelopatiche, ovvero inibitori dello sviluppo di piante concorrenti. Una pianta può produrre fino a 28.000 semi, che germinano in primavera. Piante nate da seme sono in grado di produrre rizomi già dopo 3 settimane dall’emergenza. La nascita delle piantine che si originano dai rizomi è precedente a quelle che nascono da semi.
Nei nostri orti per chi l’ha conosciuta sa benissimo che è molto difficile da eliminare, se non col diserbo totale.
E PER CHI NON CI FA CASO PERCHÈ ABITUATO...
Abbiamo importato dall’America, quello che in Italia non c’era una delle piante boschive infestanti molto conosciute la Robinia pseudoacacia.
In Italia la robinia è stata introdotta nel 1662 nell'Orto botanico di Padova, ossia appena sessanta anni dopo la sua introduzione in Europa per opera del botanico del re di Francia Enrico IV, Jean Robin.
Sembrerebbe che non possiamo fare a meno della globalizzazione del benessere del potere.
Con la globalizzazione stiamo mischiando i vegetali che dovrebbero stare dove sono nati.
Con il potere coltiviamo, produciamo quantità enormi di vegetali tutti uguali che fino a poco tempo fa non c’erano rinunciando alla bio diversità.
Con il benessere non ci accorgiamo che la natura prenderà il sopravvento perché lei c’è ancora adesso dopo 400 milioni di anni e cambiamenti naturali.
Riflettiamo, noi abbiamo bisogno della natura verde NON POSSIAMO RIMANERE SENZA.
Se avete domande, dubbi, curiosità, criticità del vostro verde da sottoporre al "mastro" inviatele pure a redazione@merateonline.it oppure scrivete al numero 351.348.12.57 corredando il vostro scritto possibilmente di fotografie.
Alla prossima,
Mentre le temperature globali aumentano e si fanno più frequenti gli eventi estremi, tra cui i vasti incendi, le piante (e intere foreste) stanno “migrando” verso luoghi più ospitali. Sì, persino gli alberi “migrano”. In un mondo più caldo e con eventi sempre più estremi, come forti siccità e vasti incendi che aumentano di intensità, estensione e durata, anche le piante provano a adattarsi ai cambiamenti. Come? Spostandosi progressivamente verso latitudini più a Nord, per esempio, o verso località a quote più alte. Pena, di fatto, l’estinzione.
RIFLESSIONE
Questo estratto, letto sfogliando sul web, mi ha fatto pensare…. Noi esseri umani dipendiamo molto dal mondo vegetale e tra l’altro sembra che non ci accorgiamo, riusciremo a adattarci? Come stanno e hanno fatto le piante finora? Abituate ai cambiamenti della terra da 400 milioni di anni ad oggi.
Le conseguenze potrebbero essere l’interruzione dei servizi ecosistemici,
ovvero dei benefici forniti dalla natura al genere umano.
Ecco alcuni dei cambiamenti che abbiamo avuto nel nostro ambiente domestico sulle piante (sempre se ci siamo accorti):
Gerani
A causa dell’aumento delle temperature, da più di dieci anni, per molti di noi, appassionati coltivatori di gerani ricadenti e no sul balcone, abbiamo dovuto cambiare con altre specie più resistenti alle temperature più alte. Se la pianta è esposta alla luce solare intensa per un periodo prolungato, può iniziare a mostrare segni di scottature, come foglie marroni o bruciate.Abbiamo rinunciato ai gerani per colpa della farfallina e i suoi bruchetti che bucano i fusti delle piante. è arrivata con le temperature torride estive che superano le medie dei 20/25 gradi. (Ecco perché crescono meglio in montagna).
Surfinia
Anche questa pianta non riesce a crescere bene fisiologicamente e rigogliosa quando le temperature superano i 20/25 gradi per molto tempo. (Ed ora si consiglia di posizionarla a mezz’ombra o almeno che non prenda il sole torrido dopo le 12)
Azalee e Rododendri
Le piante che prediligono ambienti freschi non riescono a superare il disagio del riverbero del sole per molto tempo.
Quando le temperature medie erano più basse e quelle alte non erano prolungate la tingide non c’era, era contenuta in pochi esemplari, questo insetto estivo presente anche sulle acidofile, con le sue numerose punture sulle foglie, per succhiare la linfa, provoca decolorazioni visibili verso la fine dell’estate.
PIRALIDE DEL BOSSO Cydalima perspectalis è un lepidottero della famiglia delle Piralidi, originario dell’Asia e giunto in Europa con piante di bosso infestate nel 2007 (Germania). In Italia la specie è stata trovata per la prima volta nel 2011 in Lombardia, ha distrutto nel tempo quasi tutti i bossi dei giardini all’italiana delle nostre ville più antiche.
CIMICE SUI POMODORI
La cimice asiatica (Halyomorpha halys) è uno dei principali problemi per chi produce pere, ma può rappresentare un serio problema anche per i produttori di pomodoro. Anche se la pressione di questo fitofago varia molto di anno in anno, se le condizioni ambientali sono favorevoli, inverni miti per lo svernamento, estati calde per la proliferazione i danni che è in grado di arrecare alle colture sono molto ingenti. (Arrivata con il commercio delle merci dall’Asia.)
TAPPETI ERBOSI
I tappeti erbosi soffrono di scottature, perchè le specie e i miscugli utilizzati al nord Italia (MICROTERME adatte a temperature ottimali di 15/25 gradi ) non riescono a sopportare lunghi periodi con temperature che già dal mattino partono a 25 gradi arrivando a punte che superano sul terreno i 35/40 gradi, anche se supportate con impianti di irrigazione (il tappeto erboso cresceva poco fisiologicamente tra un taglio e l’altro e l’ho notato anche io).
Le infestanti estive hanno più generazioni di germinabilità tempi più lunghi per nascere e infestare i tappeti erbosi.
Pabbio, Setaria riescono, favorite dalle temperature, a fare più generazioni e i giardinieri sono obbligati a intervenire, con mezzi chimici più volte per contenere il problema.
Portulaca, euforbia si notavano poco gli anni precedenti, adesso sono più presenti.
Sorghum halepense L. SORGHETTO
Graminacea pluriennale che si riproduce sia per seme che da rizoma. Specie molto diffusa, riesce ad adattarsi a climi anche molto differenti tra loro. È tra le infestanti più pericolose per il mais e prati per fienagione per il suo impatto sulla resa e per la capacità di produrre sostanze allelopatiche, ovvero inibitori dello sviluppo di piante concorrenti. Una pianta può produrre fino a 28.000 semi, che germinano in primavera. Piante nate da seme sono in grado di produrre rizomi già dopo 3 settimane dall’emergenza. La nascita delle piantine che si originano dai rizomi è precedente a quelle che nascono da semi.
Nei nostri orti per chi l’ha conosciuta sa benissimo che è molto difficile da eliminare, se non col diserbo totale.
E PER CHI NON CI FA CASO PERCHÈ ABITUATO...
Abbiamo importato dall’America, quello che in Italia non c’era una delle piante boschive infestanti molto conosciute la Robinia pseudoacacia.
In Italia la robinia è stata introdotta nel 1662 nell'Orto botanico di Padova, ossia appena sessanta anni dopo la sua introduzione in Europa per opera del botanico del re di Francia Enrico IV, Jean Robin.
Sembrerebbe che non possiamo fare a meno della globalizzazione del benessere del potere.
Con la globalizzazione stiamo mischiando i vegetali che dovrebbero stare dove sono nati.
Con il potere coltiviamo, produciamo quantità enormi di vegetali tutti uguali che fino a poco tempo fa non c’erano rinunciando alla bio diversità.
Con il benessere non ci accorgiamo che la natura prenderà il sopravvento perché lei c’è ancora adesso dopo 400 milioni di anni e cambiamenti naturali.
Riflettiamo, noi abbiamo bisogno della natura verde NON POSSIAMO RIMANERE SENZA.
Se avete domande, dubbi, curiosità, criticità del vostro verde da sottoporre al "mastro" inviatele pure a redazione@merateonline.it oppure scrivete al numero 351.348.12.57 corredando il vostro scritto possibilmente di fotografie.
Alla prossima,
il Mastrogiardiniere