Il voto per la Provincia e il ‘caso’ Franca Maggioni
La vicenda della mancata candidatura al Consiglio Provinciale di Franca Maggioni denota – a nostro parere – due cose:
1) Forza Italia, cui l’Avvocata avrebbe (o avrebbero avuto) intenzione di aderire a livello lecchese ha un peso specifico nella coalizione pari a zero, probabilmente a causa dell’insipienza del suo coordinatore Roberto Gagliardi;
2) che Fratelli d’Italia è ancora subordinata alla Lega come ai tempi del 4% contro il 27% del Carroccio, e non il contrario. Altrimenti non avrebbe accettato il veto che la Lega ha posto su Franca Maggioni per il solo fatto di avere un precedente negativo con l’ex sindaco Massimo Augusto Panzeri, sonoramente bocciato dagli elettori di Merate. Anzi, avrebbe dovuto – Alessandro Negri, non consideriamo Roberto gagliardi per la ragione di cui sopra – respingere il veto per puntare su una rappresentanza di prestigio della seconda città della provincia. Del resto Fratelli d’Italia aveva accolto Fiorenza Albani, non proprio un gigante della politica, anch’ella bocciata dagli elettori della città.
Invece il veto è stato subìto da Negri al solo scopo di mercanteggiare altre candidature e definire così una lista unitaria dopo che la Lega stessa aveva annunciato di voler correre con una lista autonoma.
Non comprendiamo davvero la posizione del Presidente provinciale dei meloniani che pure ha lavorato sodo quando il partito contava percentuali da Italia Viva.
Resta lo smacco per i meratesi e il meratese in generale che nel Consiglio provinciale forse – diciamo forse – sarà rappresentato soltanto dal sindaco leghista Ivan Pendeggia di Montevecchia.
Almeno dai banchi del centrodestra.
I Civici sono alle prese con una candidatura di genere in assenza della quale la lista non sarà presentata. Il nodo sarà sciolto giovedì mattina.
Il centrosinistra sta definendo la propria formazione. Dei dodici candidati i due del meratese sono l’uscente Felice Rocca, sindaco di Osnago e Patrizia Riva di Merate.
Qualcosa di più, insomma, rispetto alla modesta presenza meratese nel centrodestra.
Ora la domanda è: per chi voteranno Dario Perego e Franca Maggioni? Due soli voti, ma di peso stante il numero degli abitanti di Merate. Difficilmente per un/a candidato/a di Forza Italia, facendo così venire meno il numero di consensi già ai minimi termini. Non per candidati della Lega, stante il veto posto sulla Maggioni. Restano quindi solo i candidati di Fratelli d’Italia.
Una scelta, questa, unita al terzo votante meratese seduto in Consiglio comunale, Alfredo Casaletto, iscritto a Fratelli d’Italia, che andrà a rafforzare la posizione di Alessandro Negri nel confronto/scontro con Mauro Piazza, leghista con Forza Italia se non al guinzaglio, ma molto vicina al consigliere regionale.
Perché il quadro provinciale di fatto si riassume in un dualismo: Alessandro Negri contro Mauro Piazza. Alleati ma ciascuno con il coltello tra i denti.
1) Forza Italia, cui l’Avvocata avrebbe (o avrebbero avuto) intenzione di aderire a livello lecchese ha un peso specifico nella coalizione pari a zero, probabilmente a causa dell’insipienza del suo coordinatore Roberto Gagliardi;
2) che Fratelli d’Italia è ancora subordinata alla Lega come ai tempi del 4% contro il 27% del Carroccio, e non il contrario. Altrimenti non avrebbe accettato il veto che la Lega ha posto su Franca Maggioni per il solo fatto di avere un precedente negativo con l’ex sindaco Massimo Augusto Panzeri, sonoramente bocciato dagli elettori di Merate. Anzi, avrebbe dovuto – Alessandro Negri, non consideriamo Roberto gagliardi per la ragione di cui sopra – respingere il veto per puntare su una rappresentanza di prestigio della seconda città della provincia. Del resto Fratelli d’Italia aveva accolto Fiorenza Albani, non proprio un gigante della politica, anch’ella bocciata dagli elettori della città.
Invece il veto è stato subìto da Negri al solo scopo di mercanteggiare altre candidature e definire così una lista unitaria dopo che la Lega stessa aveva annunciato di voler correre con una lista autonoma.
Non comprendiamo davvero la posizione del Presidente provinciale dei meloniani che pure ha lavorato sodo quando il partito contava percentuali da Italia Viva.
Resta lo smacco per i meratesi e il meratese in generale che nel Consiglio provinciale forse – diciamo forse – sarà rappresentato soltanto dal sindaco leghista Ivan Pendeggia di Montevecchia.
Almeno dai banchi del centrodestra.
I Civici sono alle prese con una candidatura di genere in assenza della quale la lista non sarà presentata. Il nodo sarà sciolto giovedì mattina.
Il centrosinistra sta definendo la propria formazione. Dei dodici candidati i due del meratese sono l’uscente Felice Rocca, sindaco di Osnago e Patrizia Riva di Merate.
Qualcosa di più, insomma, rispetto alla modesta presenza meratese nel centrodestra.
Ora la domanda è: per chi voteranno Dario Perego e Franca Maggioni? Due soli voti, ma di peso stante il numero degli abitanti di Merate. Difficilmente per un/a candidato/a di Forza Italia, facendo così venire meno il numero di consensi già ai minimi termini. Non per candidati della Lega, stante il veto posto sulla Maggioni. Restano quindi solo i candidati di Fratelli d’Italia.
Una scelta, questa, unita al terzo votante meratese seduto in Consiglio comunale, Alfredo Casaletto, iscritto a Fratelli d’Italia, che andrà a rafforzare la posizione di Alessandro Negri nel confronto/scontro con Mauro Piazza, leghista con Forza Italia se non al guinzaglio, ma molto vicina al consigliere regionale.
Perché il quadro provinciale di fatto si riassume in un dualismo: Alessandro Negri contro Mauro Piazza. Alleati ma ciascuno con il coltello tra i denti.
Claudio Brambilla