Merate: bonus facciate, un buco nei conti di “Erica”
Nella crescita tumultuosa di contenziosi rivenienti dall’utilizzo dei vari bonus governativi, un caso di dimensioni tutt’altro che modeste investe anche il meratese. E riguarda un gruppo di belle palazzine realizzate nell’ambito dell’edilizia economico-popolare in via Cerri per le quali era stato richiesto il bonus facciate nel 2021. Alcune palazzine fronte strada sono state risistemate, altre nella parte retrostante hanno convissuto per anni con ponteggi. Un intervento per il quale in base ai millesimi ognuna delle 40 famiglie aveva contributo nella misura di 3-4 mila euro pro quota con cessione del credito d’imposta nel marzo del 2022 a favore del banco BPM.
L’operazione di rifacimento delle facciate era stata affidata all’impresa Tentori. L’amministratore in carica, il geom. Roberto Bonfanti aveva sottoscritto una polizza assicurativa, proprio nel caso di eventuali contenziosi. Il contratto che nella versione originale prevedeva una partecipazione dello Stato nella misura del 90% con finanziamento bancario all’incirca dell’80% è stato successivamente ridotto al 60%. L’assenza del termine per la fine lavori ha provocato l’oggettiva perdita del bonus al 90% costringendo i condomini del complesso di edilizia popolare realizzato a metà degli anni ottanta in diritto di superficie a sobbarcarsi la pesante differenza. Successive indagini da parte di alcuni condomini particolarmente attenti e preparati hanno però evidenziato anche ammanchi nel conto condominiale giustificati in parte da utilizzo di fondi a copertura di spese di altri condomini. Una girandola poco ortodossa che, in assenza di una conciliazione tra coperture e rimborsi ha dato luogo ad un debito rilevato in prima istanza dallo studio Vanotti, subentrato allo studio Bonfanti, di 370mila euro – era il 14 gennaio 2023 – salito pochi mesi dopo, a luglio a 469mila euro di cui 240mila verso l’impresa Tentori e 169mila verso il Banco BPM. Il subentrante studio di amministrazione stabili aveva già predisposto un piano di riparto per ciascuna delle quaranta famiglie in un arco temporale tra il 1° agosto 2023 e il 1° novembre 2025. Venticinque rate “pesanti” molto difficili da onorare per tante famiglie già impegnate col mutuo. Le vicende successive hanno generato una diversa visione tra il gruppo di condomini che si sono fatti carico del grave problema e lo studio Vanotti che, dopo pochi mesi, lasciava l’incarico, passato allo studio di Stefano Zinna, il quale negoziava con l’impresa Tentori la chiusura del contratto nonché chiedeva la revoca di eventuali donazioni immobiliari effettuate dal precedente amministratore Bonfanti a terzi. Nel corso dell’assemblea del 18 luglio scorso si dava atto, salvo verifica contabile richiesta dai condomini, dell’avvenuto versamento tramite bonifici all’impresa Tentori da parte del geom.Bonfanti mentre l’esposizione con il Banco BPM si mantiene attorno a 140mila euro di cui 45mila scaduti per i quali l’amministratore Zinna ha provveduto a richiedere ai condomini tre rate da 10mila euro ciascuna al fine di ridurre il debito.
La complicata vicenda, secondo la tesi del geom. Bonfanti si potrà risolvere allorquando l’assicurazione rimborserà la quota relativa al bonus facciate. Intanto procede l’azione legale. In prima istanza il Giudice civile sembra abbia concesso un anno per perfezionare il rimborso assicurativo.
L’operazione di rifacimento delle facciate era stata affidata all’impresa Tentori. L’amministratore in carica, il geom. Roberto Bonfanti aveva sottoscritto una polizza assicurativa, proprio nel caso di eventuali contenziosi. Il contratto che nella versione originale prevedeva una partecipazione dello Stato nella misura del 90% con finanziamento bancario all’incirca dell’80% è stato successivamente ridotto al 60%. L’assenza del termine per la fine lavori ha provocato l’oggettiva perdita del bonus al 90% costringendo i condomini del complesso di edilizia popolare realizzato a metà degli anni ottanta in diritto di superficie a sobbarcarsi la pesante differenza. Successive indagini da parte di alcuni condomini particolarmente attenti e preparati hanno però evidenziato anche ammanchi nel conto condominiale giustificati in parte da utilizzo di fondi a copertura di spese di altri condomini. Una girandola poco ortodossa che, in assenza di una conciliazione tra coperture e rimborsi ha dato luogo ad un debito rilevato in prima istanza dallo studio Vanotti, subentrato allo studio Bonfanti, di 370mila euro – era il 14 gennaio 2023 – salito pochi mesi dopo, a luglio a 469mila euro di cui 240mila verso l’impresa Tentori e 169mila verso il Banco BPM. Il subentrante studio di amministrazione stabili aveva già predisposto un piano di riparto per ciascuna delle quaranta famiglie in un arco temporale tra il 1° agosto 2023 e il 1° novembre 2025. Venticinque rate “pesanti” molto difficili da onorare per tante famiglie già impegnate col mutuo. Le vicende successive hanno generato una diversa visione tra il gruppo di condomini che si sono fatti carico del grave problema e lo studio Vanotti che, dopo pochi mesi, lasciava l’incarico, passato allo studio di Stefano Zinna, il quale negoziava con l’impresa Tentori la chiusura del contratto nonché chiedeva la revoca di eventuali donazioni immobiliari effettuate dal precedente amministratore Bonfanti a terzi. Nel corso dell’assemblea del 18 luglio scorso si dava atto, salvo verifica contabile richiesta dai condomini, dell’avvenuto versamento tramite bonifici all’impresa Tentori da parte del geom.Bonfanti mentre l’esposizione con il Banco BPM si mantiene attorno a 140mila euro di cui 45mila scaduti per i quali l’amministratore Zinna ha provveduto a richiedere ai condomini tre rate da 10mila euro ciascuna al fine di ridurre il debito.
La complicata vicenda, secondo la tesi del geom. Bonfanti si potrà risolvere allorquando l’assicurazione rimborserà la quota relativa al bonus facciate. Intanto procede l’azione legale. In prima istanza il Giudice civile sembra abbia concesso un anno per perfezionare il rimborso assicurativo.