Mandic: i sindaci scrivono al Dg Trivelli su Ostetricia

Ci sono voluti alcuni cambi di amministrazione comunale – Merate in testa – e una tragedia per spingere i sindaci del bacino meratese-casatese a prendere coscienza del significato vero connesso alla chiusura del punto nascite, sancito dalla precedente direzione strategica e sigillato dall’attuale nel maggio scorso. E proprio il 10 di quel mese veniva reso noto il nuovo protocollo d’intervento per i casi di ginecologia e di ostetricia, suddividendo per la ginecologia la giornata in due fasce: 8-18 e 18-8 più festivi. Non che cambi la sostanza. Di fatto il tutto in un modo o nell’altro viene trasferito a Lecco.
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Il corridoio del reparto di Ostetricia-Ginecologia quando ancora era funzionante

Quando segnalavamo le manovre partite molti anni fa allo scopo di sopprimere il punto nascite di Merate, nella migliore delle ipotesi, ci etichettavano come citrulli. Proprio coloro, anzi colui, che dall’alto del suo scranno in Regione avrebbe dovuto difendere il San Leopoldo Mandic. Acqua passata. I fatti ci hanno dato ragione e per ciò non siamo affatto contenti. Di questo fatti se ne sono accorti i sindaci che nelle more dell’incontro fissato per la prossima settima con il direttore generale Marco Trivelli hanno predisposto un documento che prende spunto da un passaggio – sottovalutato nel concreto – del protocollo del 10 maggio, laddove sancisce, che vengono mantenute a Merate la gestione dell’emergenza chirurgica ginecologica h24 e l’attività chirurgica elettiva ginecologica”. Il recente fatto non sembra si sia inserito nel solco di questa affermazione.

I sindaci domandano al dottor Trivelli “. . .se l’ASST Lecco si sia dotata di formali procedure aziendali per la gestione di casi acuti complessi e patologie tempo dipendenti che afferiscono al Pronto Soccorso dell’ospedale Mandic, casi per i quali il Mandic non è dotato delle risorse per un trattamento definitivo e completo;

- in caso affermativo, di quali procedure l’ASST Lecco si è dotata;

 “. . .se sia stata approvata, ed in quale data, procedura aziendale per il triage, la valutazione iniziale, il trattamento di stabilizzazione e l’eventuale trasferimento di casi urgenti e complessi di pertinenza ostetrico-ginecologica che dovessero afferire spontaneamente al Pronto Soccorso dell’ospedale Mandic”.

Una contraddizione con l’affermazione che l’emergenza viene garantita H 24. Se la paziente non è in condizione critica viene ricoverata, se lo è, viene trasferita a Lecco con il Sistema di trasferimento Materno Assistito (STAM). Anche – evidentemente – se versa in stato di emergenza intrasferibile. Il protocollo Stam prevede in caso di distacco di placenta la controindicazione assoluta al trasferimento. 

Nulla circa il declassamento da Unità Operativa Complessa di Ostetricia-Ginecologia in U.O. semplice. Eppure questo declassamento rende del tutto inutile qualsiasi richiesta in quanto l’intera divisione è ormai del tutto appaltata al Manzoni. Con grande soddisfazione del direttore di dipartimento dottor Bellù e del primario lecchese dottor Pellegrino.

Cambiano i sindaci ma pare che la voglia di approfondire resti sempre la stessa: poca. Per non dire nessuna.
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