Un lettore: vado al P.S. del Mandic o se non trovo la specialità vado a Oreno?
Caro direttore,
riflettevo in questi giorni sulla vicenda che ha visto coinvolti prima il P.S. del Mandic e poi il P.S. e il reparto di Ostetricia del Manzoni. Con esito nefasto.
Come correttamente hai scritto non conosciamo le reali condizioni del feto. Ma andiamo oltre il pur tragico caso. Prendiamo un caso esemplificativo, una patologia con carattere emergenziale.
Come posso, io uomo della strada, sapere se il Pronto soccorso del mio ospedale e l’ospedale stesso sono in grado di curarmi adeguatamente?
Perché la vicenda ha illuminato una zona d’ombra di estrema gravità, in questo caso per Ostetricia, ma vale anche per Oculistica e forse per Endoscopia digestiva. E chissà cos’altro che non conosciamo. Accuso un principio d’infarto, va bene correre al Mandic? E se è un sospetto Ictus? O una Ischemia?
Vado bene se mi precipito al P.S. o è preferibile ogni volta chiamare un’ambulanza, sperare che arrivi rapidamente e poi mettermi nelle mani di Areu, l’Agenzia Regionale Emergenza-Urgenza la quale deciderà dove il mezzo mobile mi deve portare?
Questa incertezza è nociva, forse letale, per il presidio di via Cerri. E’ possibile che ciascuno di noi, alle prime avvisaglie di malore, si porti più velocemente possibile a Vimercate, l’ospedale più vicino dove, ragionevolmente, le specialità sono tutte presenti con guardia medica e/o reperibilità nei 20 minuti.
Ti segnalo questa riflessione perché è oggetto di frequenti discorsi tra amici. Ma la superficialità spesso presente in queste chiacchiere non deve mettere in secondo piano l’estrema delicatezza della situazione.
Il rischio è che non sapendo né leggere né scrivere, cioè se trovo assistenza specialistica oppure no, il paziente meratese decida preventivamente per Oreno di Vimercate.
E allora sì, addio al P.S. del Mandic.
riflettevo in questi giorni sulla vicenda che ha visto coinvolti prima il P.S. del Mandic e poi il P.S. e il reparto di Ostetricia del Manzoni. Con esito nefasto.
Come correttamente hai scritto non conosciamo le reali condizioni del feto. Ma andiamo oltre il pur tragico caso. Prendiamo un caso esemplificativo, una patologia con carattere emergenziale.
Come posso, io uomo della strada, sapere se il Pronto soccorso del mio ospedale e l’ospedale stesso sono in grado di curarmi adeguatamente?
Perché la vicenda ha illuminato una zona d’ombra di estrema gravità, in questo caso per Ostetricia, ma vale anche per Oculistica e forse per Endoscopia digestiva. E chissà cos’altro che non conosciamo. Accuso un principio d’infarto, va bene correre al Mandic? E se è un sospetto Ictus? O una Ischemia?
Vado bene se mi precipito al P.S. o è preferibile ogni volta chiamare un’ambulanza, sperare che arrivi rapidamente e poi mettermi nelle mani di Areu, l’Agenzia Regionale Emergenza-Urgenza la quale deciderà dove il mezzo mobile mi deve portare?
Questa incertezza è nociva, forse letale, per il presidio di via Cerri. E’ possibile che ciascuno di noi, alle prime avvisaglie di malore, si porti più velocemente possibile a Vimercate, l’ospedale più vicino dove, ragionevolmente, le specialità sono tutte presenti con guardia medica e/o reperibilità nei 20 minuti.
Ti segnalo questa riflessione perché è oggetto di frequenti discorsi tra amici. Ma la superficialità spesso presente in queste chiacchiere non deve mettere in secondo piano l’estrema delicatezza della situazione.
Il rischio è che non sapendo né leggere né scrivere, cioè se trovo assistenza specialistica oppure no, il paziente meratese decida preventivamente per Oreno di Vimercate.
E allora sì, addio al P.S. del Mandic.
Edoardo